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Giorgia Meloni: «Umbria nella Zona economica speciale». Cosa significa

«Il Consiglio dei ministri di oggi approverà la norma che consente di allargare la Zona economica speciale (Zes) anche alla Regione Marche e alla Regione Umbria». Lo ha annunciato lunedì mattina la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’ambito di un appuntamento elettorale organizzato all’auditorium Tamburi di Ancona, capoluogo della regione al voto il 28 e il 29 settembre.

Umbria e Marche, dunque, dovrebbero entrare a far parte della cosiddetta Zes unica del Mezzogiorno, istituita dal primo gennaio 2024, al posto delle singole Zes che erano attive nelle otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. In base alla norma le Zes sono aree «nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa».

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Da segnalare la cosiddetta «autorizzazione unica» che, sempre in base alla norma, «sostituisce tutti i titoli abilitativi e autorizzatori necessari alla localizzazione, all’insediamento, alla realizzazione, alla messa in esercizio, alla trasformazione, alla ristrutturazione, alla riconversione, all’ampliamento,  al trasferimento nonché, alla cessazione o alla riattivazione delle attività economiche, industriali, produttive e logistiche».  

Quindi il credito di imposta per gli investimenti riconosciuti a quelle «imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali indicati destinati a strutture produttive ubicate» nelle Zes «è concesso un contributo sotto forma di credito d’imposta», come spiega la legge. L’agevolazione è commisurata ovviamente all’ammontare degli investimenti realizzati (per ora fino al 15 novembre 2025) «nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro», mentre «non sono agevolabili i progetti di investimento il cui costo complessivo sia di importo inferiore a 200 mila euro». La legge istitutiva della Zes unica fissa anche il limite di spesa che lo Stato sostiene per l’agevolazione che è stato fissato in 1.800 milioni di euro per il 2024 e in 2.200 milioni per il 2025.

In particolare, gli investimenti «anche mediante contratti di locazione finanziaria» che possono beneficiare del credito di imposta sono «l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio (della Zes, ndr), nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50 per cento del valore complessivo dell’investimento agevolato».

La legge istitutiva della Zes prevede misure specifiche per il credito di imposta in favore di investimenti nel settore primario, quindi per le aziende agricole, della pesca e dell’acquacoltura, mentre stabilisce che «non si applica ai soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti, esclusi i settori del magazzinaggio e del supporto ai trasporti, e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché nei settori creditizio, finanziario e assicurativo».

Sotto il profilo organizzativo, invece, opera «la cabina di regia Zes, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, presieduta dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr», ma in cui siedono anche altri ministri. A Palazzo Chigi si è già insediata la «Struttura di missione Zes», rinnovabile fino al 31 dicembre 20234, che ha un coordinatore, due direzioni generali e quattro uffici di livello dirigenziale non generale.

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Ogni tre anni, infine, viene elaborato il cosiddetto Piano strategico della Zes unica, che definisce, «anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della Zes unica, ivi compresi quelli destinati a favorire la riconversione industriale finalizzata alla transizione energetica, e le modalità di attuazione». 

«L’inclusione dell’Umbria tra le Zes, che avevamo fortemente chiesto, è una notizia di notevole importanza per il futuro della nostra regione», ha detto la presidente Stefania Proietti, aggiungendo: «Questa decisione della premier, che ringrazio, costituisce un’opportunità concreta per dare un forte impulso alla nostra economia e alla nostra crescita. Le agevolazioni fiscali, gli sgravi contributivi e le procedure amministrative semplificate previste per le Zes sicuramente contribuiranno a creare un ambiente più fertile per le imprese che avranno la possibilità di ridurre i costi, di snellire tempi e procedure della burocrazia per concentrarsi sull’innovazione e sullo sviluppo. Siamo certi che tutto questo porterà – ha detto Proietti – un deciso rilancio occupazionale in Umbria e noi come Regione siamo pronti a cogliere questa grande opportunità. Tutti questi fattori rappresenteranno un potente attrattore per nuovi investimenti, migliorando la competitività di tutto il nostro sistema regione in un’ottica sempre più interregionale, visto che siamo rientrati nelle Zes insieme alle Marche». 

«Ringrazio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e tutto il governo, il ministro Foti in primis, per la sensibilità e l’attenzione dimostrata ancora una volta verso la nostra regione», ha detto il sottosegretario Emanuele Prisco, secondo cui «l’estensione della Zes anche all’Umbria è una decisione strategica che riconosce finalmente le potenzialità del nostro tessuto produttivo e dà una risposta concreta alle esigenze di crescita, modernizzazione e attrazione di investimenti».

«Oggi è una giornata storica per la nostra regione», ha detto il segretario della Lega, l’onorevole Augusto Marchetti, commentando l’annuncio dell’Umbria nella Zes: «Si tratta di una misura attesa da anni, che apre finalmente una fase nuova di sviluppo e competitività per il nostro territorio». Per il deputato umbro dello stesso partito, Virginio Caparvi, «la Zes per l’Umbria un’occasione unica di sviluppo che aspettavamo da tempo: la nostra regione, che già può contare su eccellenze riconosciute nel mondo in termini di produzione industriale e artigianato, avrà così la possibilità di agganciare un trend economico che la Zes ha già generato per altre regioni, ponendosi come motore di crescita per diverse aree del Paese».

La Zes anche in Umbria è per i parlamentari Anna Ascani e Walter Verini «una decisione che di per sè è difficile non condividere, nonostante sia tardiva e appaia troppo smaccatamente schiacciata sulla imminente scadenza elettorale nelle Marche. Decidere queste cose alla immediata vigilia di un voto contiene un sapore elettoralistico e propagandistico, che imprese e cittadini non meritano. Comunque leggeremo bene il provvedimento, le risorse contenute, l’effettiva e reale praticabilità».

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