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Greco (Confapi Taranto): “No spezzatino degli impianti ex Ilva”


“La città rischia di non essere valorizzata”

In occasione dell’assemblea della sezione Unionmeccanica, Fabio Greco, presidente di Confapi Taranto – Associazione delle Piccole e Medie Imprese, ha lanciato un forte appello contro l’ipotesi, sempre più concreta, di vendita separata degli impianti siderurgici dell’ex Ilva. Il nuovo bando, atteso nei prossimi giorni, potrebbe prevedere la possibilità di cedere gli stabilimenti del Nord Italia separatamente rispetto a quello di Taranto.

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“Non è possibile ipotizzare di smembrare uno dei pochi impianti industriali strategici del nostro Paese. – Ha dichiarato Greco – Separare Genova, Novi Ligure e Racconigi da Taranto significherebbe disgregare la filiera, rendere inefficiente il sistema produttivo e, soprattutto, lasciare Taranto in una possibile condizione di abbandono industriale e sociale.

Per alimentare Genova e Novi occorre una produzione superiore ai 6 milioni di tonnellate. Per Taranto, Novi ligure è essenziale perché permette di verticalizzare con prodotti di valore. – Sottolinea – Ritengo che sarà svalutato attentamente questo aspetto da parte di chi sta pensando ad una soluzione ‘spezzatino’”.

Confapi Taranto ha messo in evidenza i numerosi rischi legati a questa operazione. Dal punto di vista ambientale e sanitario, la mancanza di piani vincolanti per la riconversione e la bonifica del sito rappresenta una minaccia concreta per il territorio.

Sul piano sociale, c’è il pericolo reale di una desertificazione industriale, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. – Prosegue la nota – Anche dal lato logistico, la separazione degli impianti comprometterebbe l’integrazione produttiva tra Taranto e gli stabilimenti del Nord, con un inevitabile aumento dei costi e una maggiore dipendenza.  Infine, sul fronte strategico, si tratterebbe del primo caso di disaggregazione di un asset industriale nazionale rilevante, con tutte le implicazioni che ne deriverebbero in termini di perdita di controllo e visione industriale complessiva.

“Abbiamo la responsabilità di intervenire ora. – Ha proseguito Greco – In ballo c’è il futuro di Taranto e dell’intero territorio per i prossimi vent’anni, se non oltre. Non possiamo continuare ad assistere a riunioni e protocolli che non producono risultati concreti. Serve coesione, serve unione delle istituzioni, delle imprese e delle forze sociali locali per chiedere un reale piano industriale che possa essere realistico e con un reale cronoprogramma sulla decarbonizzazione”.

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Greco ha poi richiamato l’attenzione sulla necessità di sbloccare con urgenza le attività di dragaggio del porto, da troppo tempo in stallo. “Parliamo da anni del rilancio del porto di Taranto, ma senza azioni concrete. Il dragaggio è un’opera strategica e necessaria: non possiamo lamentarci se le aziende scelgono di andare altrove, se poi siamo noi stessi a ritardare gli interventi. – Conclude Greco – Ci sono aree come la zona SIN, e molte di queste sono state riqualificate grazie al lavoro del Commissario alle Bonifiche. Dunque sarebbe opportuno procedere con la riqualificazione anche della zona del porto dove sono previsti i dragaggi. Serve continuità, serve una visione e, soprattutto, serve farlo. Subito perché le proposte ci sono”.



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