di Erika Noschese
Fenimprese, l’associazione nazionale delle piccole e medie imprese, si prepara alla sua prima assemblea nel Sud Italia, a Capaccio Paestum. Un evento che non è solo un momento di bilanci e confronti, ma una vera e propria dichiarazione di intenti. In questo contesto, abbiamo incontrato il presidente nazionale Luca Vincenzo Mancuso, che ha delineato le strategie dell’associazione per sostenere le PMI italiane, con un focus particolare sul Mezzogiorno, tra le sfide dei dazi internazionali, la transizione tecnologica e l’obiettivo di trasformare il Sud in un volano di sviluppo per l’intera economia nazionale.
Quali sono le strategie di FenImprese per supportare le PMI del Sud riguardo ai dazi dagli Stati Uniti?
«La questione dei dazi provenienti dagli Stati Uniti rappresenta una delle principali sfide geopolitiche ed economiche degli ultimi anni, con impatti diretti su molte filiere produttive italiane, in particolare su quelle del Sud Italia, più esposte alle oscillazioni dei mercati internazionali e meno strutturate per reggere shock esterni.
Come FenImprese, siamo impegnati su più fronti: da un lato stiamo attivando interlocuzioni con le istituzioni nazionali per richiedere interventi di compensazione, agevolazioni fiscali e nuovi strumenti di garanzia per le esportazioni; dall’altro, stiamo fornendo alle nostre associate supporto operativo concreto attraverso consulenze mirate, workshop formativi e servizi di intelligence di mercato per esplorare nuove destinazioni commerciali. Crediamo che la risposta più efficace ai dazi non sia chiudersi, ma investire in competitività, qualità e diversificazione. A livello nazionale, chiediamo che si rafforzi il coordinamento tra governo, associazioni e sistema camerale, per costruire una strategia export che metta al centro le PMI e tenga conto delle peculiarità territoriali del Mezzogiorno».
Che significato ha la scelta di tenere l’Assemblea nel Sud Italia e quali sono le aspettative per lo sviluppo del Mezzogiorno?
«La scelta di tenere per la prima volta l’Assemblea nazionale di FenImprese nel Sud Italia, precisamente a Capaccio Paestum, non è solo simbolica: è una dichiarazione strategica. È il riconoscimento che il Mezzogiorno non è più il “problema” da risolvere, ma una risorsa da attivare. Le aspettative sono ambiziose e concrete: intendiamo trasformare questa Assemblea in un acceleratore di sviluppo per l’intera area, creando occasioni di networking, favorendo l’incontro tra investitori e imprese locali, e rafforzando la visibilità delle eccellenze produttive meridionali. Vogliamo rendere strutturali gli interventi nel Sud, stimolando investimenti pubblici e privati su infrastrutture materiali (logistica, connettività, trasporti) e immateriali (competenze, innovazione, capitale umano). La nostra visione è quella di un Sud che diventa piattaforma di accesso al Mediterraneo e ponte commerciale verso il Nord Africa, i Balcani e il Medio Oriente. Il nostro impegno sarà garantire che questo non sia un evento isolato, ma un punto di partenza per un nuovo modello di sviluppo del territorio».
Come supportate le PMI del Sud nella transizione tecnologica e digitale?
«Il divario digitale tra Nord e Sud non è solo un tema tecnologico, ma una questione di giustizia economica. Le imprese meridionali, spesso micro o piccole, faticano ad accedere a risorse, know-how e infrastrutture adeguate per affrontare la transizione digitale ed ecologica. Per questo FenImprese ha messo in campo un piano strategico che prevede la creazione di “Sportelli Innovazione” territoriali, con il compito di accompagnare le imprese nell’accesso ai fondi europei e PNRR, nella redazione di business plan per progetti green e digitali, e nell’individuazione di partner tecnologici. Vogliamo evitare che il Sud resti indietro e per farlo dobbiamo ridurre la distanza tra chi crea innovazione e chi la deve utilizzare per sopravvivere e crescere».
Quali sono le nuove strategie di internazionalizzazione per le imprese del Mezzogiorno?
«In un contesto globale in cui i dazi e le tensioni geopolitiche stanno ridefinendo le catene del valore, è fondamentale che le imprese del Sud inizino un percorso di internazionalizzazione più strutturato. FenImprese ha già identificato una serie di mercati ad alto potenziale per le produzioni meridionali – penso ad esempio ai Paesi del Golfo, all’Asia Centrale, al Maghreb, all’America Latina – e sta costruendo alleanze strategiche con enti fieristici, camere di commercio estere e partner internazionali per favorire missioni commerciali, export management condiviso, e strumenti di marketing territoriale. In particolare, intendiamo sostenere la nascita di consorzi per l’internazionalizzazione tra imprese del Sud, che possano presentarsi all’estero in forma aggregata, con maggiore forza e capacità negoziale. È tempo che il Mezzogiorno esca dai circuiti tradizionali e diventi protagonista di una nuova geografia del commercio internazionale».
Come intendete rafforzare il ruolo dell’associazionismo in questo contesto economico?
«Il tessuto produttivo italiano è fatto in gran parte da piccole e medie imprese, che in contesti di crisi economica rischiano l’isolamento e la marginalizzazione. FenImprese, in questo senso, ha un ruolo cruciale: fare rete, dare voce, offrire soluzioni. L’Assemblea 2025 sarà un grande momento di confronto tra delegati, imprenditori, istituzioni e stakeholder, ma soprattutto sarà una piattaforma operativa per condividere modelli replicabili e costruire risposte collettive. Il nostro obiettivo è trasformare l’associazionismo da strumento rappresentativo a leva strategica per l’innovazione, la resilienza e la crescita. In territori fragili come il salernitano, l’associazione diventa punto di riferimento, presidio di legalità, e volano di sviluppo. Vogliamo rafforzare la nostra presenza con strumenti sempre più capillari e servizi personalizzati, perché nessuna impresa deve sentirsi sola nel proprio percorso di crescita».
Quali iniziative concrete sono previste per attrarre investimenti nel salernitano?
«Capaccio Paestum non è solo un luogo storico e culturale di rilevanza mondiale, ma rappresenta il cuore di un territorio che racchiude straordinarie potenzialità economiche ancora inespresse. L’Assemblea sarà un’opportunità per valorizzare questo patrimonio, attirare investitori e dare visibilità alle eccellenze locali in settori come agroalimentare, turismo, artigianato e tecnologie “green”. FenImprese, con il supporto degli enti locali e delle università campane, intende promuovere un piano di marketing territoriale strutturato, accompagnato da azioni concrete: forum con investitori esteri, sportelli attrazione investimenti, e percorsi di accompagnamento per startup e imprese innovative. Il nostro obiettivo è chiaro: trasformare questa Assemblea in un catalizzatore di sviluppo duraturo per l’intera provincia salernitana e un modello replicabile in altri territori del Mezzogiorno».
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