Un comunicato congiunto, diffuso il 28 luglio 2025 da un ampio gruppo di associazioni del settore educativo, riporta al centro del dibattito politico il tema del finanziamento alla scuola paritaria e del sostegno economico alle famiglie che la scelgono.
Nel documento – redatto e condiviso da realtà come AGe, AGeSC, FAES, Articolo 26, DiSAL, MOIGE e altre sigle del panorama associativo – viene chiesto un intervento strutturale all’interno della prossima Legge di Bilancio, con l’obiettivo di garantire condizioni più eque rispetto al sistema scolastico statale e rimuovere gli ostacoli economici che ancora penalizzano una parte della popolazione studentesca.
Il quadro: un sistema in difficoltà
Secondo quanto riportato nel comunicato, la rete delle scuole paritarie continua a registrare criticità legate a fattori noti: la riduzione del volontariato religioso, l’aumento dei costi di gestione, la pressione inflattiva post-Covid, la crescente difficoltà economica di molte famiglie, in particolare quelle appartenenti al ceto medio. A tutto questo si aggiunge, secondo le associazioni, una carenza di attenzione politica e il mancato aggiornamento dei contributi ordinari previsti dalla legge 62/2000, rimasti fermi da quasi vent’anni.
L’iniziativa si collega idealmente all’incontro pubblico svoltosi il 24 marzo in Regione Lombardia, dedicato al venticinquennale della legge di parità e al tema della libertà educativa. In quell’occasione era stato evidenziato come i diritti costituzionali in materia di istruzione – tra cui la possibilità per le famiglie di scegliere liberamente il percorso educativo per i propri figli – restino in molti casi non esercitabili a causa di vincoli economici.
Le proposte avanzate
Nel dettaglio, il testo chiede l’inserimento di tre misure nella manovra finanziaria per il 2026:
- l’attivazione di un buono scuola nazionale, modellato sull’esperienza lombarda della Dote Scuola, con un’erogazione legata all’ISEE e finalizzata a sostenere le famiglie che optano per la scuola paritaria;
- la rivalutazione del contributo ordinario statale, oggi fermo a 500 milioni di euro, lo stesso importo previsto nel 2005, con una conseguente perdita del 50% del potere d’acquisto;
- l’aumento del fondo destinato agli studenti con disabilità, per avvicinare le condizioni della scuola paritaria a quelle previste nella scuola statale, dove il sostegno è gratuito.
Le associazioni firmatarie sottolineano che le tre misure non dovrebbero essere considerate alternative tra loro, ma componenti di un unico pacchetto, da inserire in modo stabile nella programmazione economica a partire dal prossimo anno.
Una richiesta di stabilità, non di assistenza
Il testo non parla di aiuti straordinari o di misure tampone, ma di un riequilibrio che consenta al sistema scolastico integrato – statale e paritario – di funzionare senza discriminazioni. Il riferimento esplicito alla Costituzione e agli articoli che garantiscono la libertà educativa e l’uguaglianza nell’accesso ai servizi pubblici è centrale nel documento.
Le associazioni annunciano infine la disponibilità a fornire approfondimenti tecnici e dati a sostegno della proposta, con l’intento di proseguire il confronto anche in sede parlamentare, durante la fase di definizione della legge finanziaria.
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