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Da Regione 5,5 milioni per combattere l’assenza di negozi alimentari nei piccoli Comuni


Previsti contributi a fondo perduto fino all’80% per chi avvia attività di vicinato nelle aree senza servizi essenziali. Le parole degli assessori Guidesi e Sertori

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Regione Lombardia mette sul piatto oltre 5,5 milioni di euro per incentivare l’apertura di negozi di generi alimentari nei piccoli comuni e nelle frazioni sprovviste di questi servizi essenziali.

L’iniziativa, battezzata “Nuova Impresa – Piccoli Comuni e frazioni”, sarà operativa da settembre attraverso contributi a fondo perduto che possono coprire fino all’80 per cento delle spese, con un tetto massimo di 40 mila euro per progetto.

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La delibera della Giunta regionale, approvata su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi e dell’assessore agli Enti locali, montagna e piccoli Comuni, Massimo Sertori, punta a contrastare la desertificazione commerciale che colpisce diverse aree della regione, comprese le realtà bergamasche. Per quanto riguarda la nostra provincia, secondo quanto riportato da Confcommercio Bergamo e dai dati pubblicati nell’Osservatorio Regionale del Commercio (ottobre 2024), dal 2005 al 2024 hanno chiuso i battenti 2.600 negozi.

La parole di Guidesi e Sertori

Guido Guidesi

«Come Regione vogliamo garantire un supporto concreto a chi intende fare impresa nei piccoli paesi – spiega Guidesi -. L’obiettivo è assicurare servizi di prossimità ai cittadini, partendo dai negozi di alimentari, per arginare la desertificazione commerciale correlata ai fenomeni di spopolamento».

L’assessore Sertori sottolinea l’importanza strategica dell’iniziativa per le zone montane: «I negozi di alimentari rivestono un ruolo fondamentale, in particolare nei comuni montani. Agevolarne l’apertura significa contribuire a migliorare la qualità della vita dei residenti, con ricadute positive anche sull’attrattività turistica e sulle opportunità di ripopolamento». A tal proposito, come evidenziano i dati della Regione, sono due i paesi montani bergamaschi completamente sprovvisti di un negozio di vicinato: Oltressenda Alta e Valnegra. C’è poi il caso di Bedulita, con un solo esercizio commerciale ma non alimentare.

Massimo Sertori

La situazione bergamasca

Come nel resto della Lombardia, anche nella provincia di Bergamo la situazione va peggiorando, secondo l’indice di prossimità (numero di negozi alimentari ogni mille abitanti). Per quanto riguarda la città di Bergamo, il dato si attesta a 3, seguita da Treviglio con un indice di 2,5. L’unica eccezione significativa è rappresentata da Romano di Lombardia, con 2,6 (55 esercizi per 20.755 abitanti).

Il dato più basso tra i grandi centri si registra a Caravaggio, con 2 negozi ogni mille abitanti. Debole la situazione anche lungo l’Asta del Serio, con 1,4 negozi ogni mille abitanti. A rischio desertificazione si trova l’intera Isola Bergamasca: dalla zona che comprende Sotto il Monte e Calusco alla vasta area di “Ville e torri dell’isola” (Ponte San Pietro, Brembate di Sopra, Terno d’Isola), fino al distretto “Colli del Brembo” (da Curno ad Almè) e al mega distretto di Dalmine, dove si registra una media di 1,4 alimentari ogni mille abitanti.

Requisiti e spese ammissibili

Per accedere ai fondi, i progetti devono prevedere un investimento minimo di tremila euro. È possibile presentare una sola domanda per ciascun piccolo comune o frazione che risulti sprovvista da almeno sei mesi di attività commerciali di vendita al dettaglio di prodotti alimentari e generi di prima necessità. Le risorse possono essere utilizzate per l’acquisto di beni strumentali, macchinari, attrezzature, arredi, oltre a coprire i costi di montaggio, trasporto e manodopera.

Sono ammissibili anche le spese per software gestionali, hardware, sviluppo di marchi, certificazioni di qualità, consulenze e canoni di locazione della sede operativa. Possono beneficiare dei contributi sia nuove attività, sia nuove unità locali di imprese già esistenti. Le domande dovranno essere presentate tramite la piattaforma “Bandi e Servizi” di Regione Lombardia a partire da settembre.

Il bando “Nuova Impresa” rifinanziato

Parallelamente, la Regione ha rifinanziato anche il bando “Nuova Impresa”, destinato all’intero territorio lombardo, con uno stanziamento aggiuntivo di 1,9 milioni di euro. La dotazione complessiva della misura per il 2025 sale così a oltre 12,4 milioni di euro. In questo caso, l’agevolazione consiste in contributi a fondo perduto fino al 50 per cento della spesa ammissibile, con un limite massimo di 10 mila euro.

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«Il bando sostiene le nuove attività, l’autoimprenditorialità e il lavoro autonomo – afferma Guidesi -. Siamo accanto a chi decide di puntare sul futuro, sulle proprie qualità e sul proprio ingegno». Gli assessori regionali sottolineano l’importanza della collaborazione tra enti locali e Regione per massimizzare l’efficacia degli interventi. I Comuni possono integrare il sostegno regionale mettendo a disposizione spazi per le imprese e riducendo i tributi locali connessi all’apertura delle attività.



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