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Federculture 2025: turismo culturale da record, ma i territori pagano il prezzo


ROMA, 5 AGOSTO, 2025 – Il 21° Rapporto Annuale Federculture 2025, presentato a Milano e realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo, fotografa un’Italia in netta ripresa sul fronte culturale e turistico. Il 2024 è stato un anno da record per la fruizione di spettacoli, musei, concerti e siti archeologici, con numeri che superano largamente i livelli pre-pandemici. Ma accanto all’entusiasmo per la crescita del turismo culturale, il Rapporto lancia un segnale d’allarme: l’overtourism è una minaccia concreta per città d’arte, territori fragili e comunità locali.

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Federculture, fondata nel 1997, è la federazione che rappresenta le principali imprese e istituzioni attive nella gestione della cultura, del turismo e del tempo libero in Italia, promuovendo modelli innovativi e sostenendo la cultura come risorsa strategica per lo sviluppo economico e sociale dei territori.

 

Boom di presenze, trainate dagli stranieri

Secondo il 21° Rapporto Federculture, la cultura si conferma il principale motore della domanda turistica. Nel 2024, i comuni a vocazione culturale hanno attratto il 63,2% delle presenze turistiche totali, con una componente straniera pari al 57%. Le presenze internazionali hanno raggiunto quota 254 milioni, con un incremento dell’8,4% rispetto al 2023. Un flusso imponente che ha interessato l’intero comparto culturale: i musei statali hanno registrato 60,8 milioni di visitatori e 382 milioni di euro di introiti, mentre il Colosseo ha quasi raddoppiato i suoi ingressi rispetto al 2019.

Anche il pubblico più giovane ha risposto con entusiasmo. La fascia tra i 6 e i 24 anni ha mostrato livelli di partecipazione alle attività culturali superiori di oltre il 10% rispetto alla media nazionale. I teatri hanno registrato un +11,6% rispetto al 2023, e i concerti un +14,5%. una ripresa strutturale che segna il superamento definitivo degli anni della pandemia.

Il rovescio della medaglia: l’overtourism

Se il turismo culturale rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia italiana, la sua crescita incontrollata rischia di comprometterne la sostenibilità. Il fenomeno dell’overtourism – la pressione eccessiva dei flussi turistici in aree ad alta concentrazione di beni culturali – sta diventando un problema urgente. A essere più colpite sono le grandi città d’arte, ma anche i piccoli centri storici con fragile equilibrio demografico e infrastrutturale.

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Uno degli aspetti più critici è l’aumento degli affitti brevi turistici, in particolare nelle aree urbane ad alta attrattività. Questo modello ha ampliato la capacità ricettiva e diversificato l’offerta, ma ha anche provocato effetti negativi sull’accessibilità abitativa per i residenti e sull’identità stessa dei quartieri storici.

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Verso un turismo culturale sostenibile

Il turismo culturale è una delle risorse più potenti di cui dispone l’Italia. Ma proprio per questo necessita di attenzione, regole e visione strategica. La crescita registrata nel 2024 è un segnale positivo ma non può essere lasciata all’automatismo del mercato. Governare l’overtourism significa tutelare il patrimonio culturale, garantire la qualità dell’esperienza turistica e salvaguardare il diritto alla città per chi la abita.

Il 21° Rapporto Federculture sottolinea l’esigenza di nuove politiche di governance in grado di coniugare sviluppo economico, tutela del patrimonio e qualità della vita. Secondo Federculture, è indispensabile un approccio integrato: strategie territoriali coordinate, regole certe, investimenti in ricerca, innovazione e partecipazione civica. Solo così sarà possibile evitare che il turismo, da risorsa, diventi un fattore di degrado culturale e ambientale.

In controtendenza, un modello positivo è rappresentato dalle aree interne, dove gli affitti brevi e il turismo diffuso stanno contribuendo a rivitalizzare borghi e comunità locali, con un impatto ambientale contenuto e benefici distribuiti su scala territoriale più ampia.

Il ruolo dei festival e della Capitale della Cultura

Il Rapporto Federculture dedica attenzione anche agli strumenti di promozione culturale come i festival – oltre 3.000 in Italia – e la designazione annuale della Capitale Italiana della Cultura. Entrambe le iniziative si confermano efficaci nel rafforzare l’offerta culturale e stimolare la partecipazione. L’effetto sul turismo è immediato: nel 2024, la Capitale della Cultura registra in media un +16% di arrivi turistici e un +12% di presenze, con effetti duraturi anche negli anni successivi.

Lavoro culturale: un comparto da rafforzare

Resta però irrisolto il nodo dell’occupazione culturale, ancora sotto la media europea. Nel 2024, gli occupati nel settore erano 843mila, pari al 3,5% del totale nazionale, contro il 3,8% della media UE. I giovani (15-29 anni) rappresentano appena il 12,8% della forza lavoro culturale, posizionando l’Italia al penultimo posto in Europa. In compenso, il nostro Paese detiene il primato per gli over50 e lavoratori autonomi nel comparto. (@OnuItalia)



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