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Il prezzo dell’energia è la vera emergenza economica italiana


Il Pil italiano nel secondo trimestre dell’anno si è contratto dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi del 2025. La produzione industriale risulta in calo da febbraio 2023 con l’unica eccezione dello scorso aprile, che ci aveva illusi circa una possibile ripresa. L’economia italiana nel suo complesso va meglio di altre, certamente della Germania. Ma la crescita sarà anche quest’anno dello zero virgola, salvo improbabili sorprese nella seconda parte del 2025. E dietro a questo freno a mano c’è senza dubbio il prezzo dell’energia.

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Prezzo energia doppio degli anni pre-Covid

Guardando alle quotazioni spot di oggi, scopriamo che l’elettricità si compra a 105,40 euro per MWh. Tanto, poco? Per rispondere vi forniamo un dato storico: in questo periodo dell’anno, prima del Covid mediamente l’energia ci costava sui 50 euro e con punte di 60 euro per MWh. Questo significa che il prezzo dell’energia, pur in calo del 23,5% da inizio anno, risulta essere ancora circa il doppio rispetto agli anni precedenti la pandemia.

Bollette italiane tra le più alte

E all’estero come va? In Germania il prezzo dell’energia si aggira sui 77 euro, in Francia a quasi 72 e in Spagna a poco più di 57. A conti fatti, l’Italia ha un costo che varia dal +50% al +100% rispetto alle altre grandi economie europee. Difficile per le nostre imprese competere. Non è vero che abbiamo il costo in assoluto più alto. Fonti EUROSTAT svelano che nel secondo semestre del 2024 l’energia elettrica per le famiglie in media figurava da noi al nono posto, dietro a stati come Irlanda, Germania, Austria e Olanda.

L’imposizione fiscale sul costo delle bollette incideva in Italia per oltre un quarto, dietro solo alla Polonia. L’Unione Europea ha tarato i dati in base al potere di acquisto degli stati comunitari. Ha trovato che il prezzo dell’energia italiana sarebbe così al sesto posto nell’area dopo Repubblica Ceca, Cipro, Germania, Polonia e Romania. Magra consolazione. Il punto è che l’industria italiana arranca per i rincari dei costi di produzione alimentati da anni dal caro bollette.

Competitività delle imprese europee a rischio

Infatti, andando ad analizzare nello specifico il prezzo dell’energia per gli utenti non domestici, notiamo che l’Italia si collocava nel secondo semestre 2024 appena sopra la media dell’Eurozona. Rispetto all’intera UE figuravamo alla tredicesima posizione con 0,1660 euro per MWh. Davanti avevamo la Germania con 0,2010, poco dietro la Francia con 0,1591 e molto dietro la Spagna con 0,1280. Questo spiegherebbe la crisi dell’industria tedesca e le difficoltà della stessa economia francese a crescere, pur godendo di una domanda interna relativamente più solida.

Un prezzo dell’energia troppo alto ha molteplici effetti negativi. In primis, riduce il potere di acquisto delle famiglie. Lo stiamo vedendo quest’estate senza il pienone di turisti. Secondo, aumenta i costi di produzione e riduce la competitività delle imprese. Malissimo, specie se nel frattempo l’America di Donald Trump mette dazi a destra e a manca.

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Terzo, colpisce i conti pubblici. I governi si trovano costretti a sussidiare famiglie e imprese, dissipando risorse pubbliche che potrebbero essere destinate a miglior uso.

Prezzo energia urge soluzione europea

Soluzioni nazionali al caro bollette sono improbabili. Tant’è che a tre anni e mezzo dallo scoppio della guerra russo-ucraina, siamo ancora a discutere sul da farsi. Serve un’iniziativa di Bruxelles, colpevolmente in ritardo. Un crimine di cui la Commissione europea dovrebbe rispondere, altro che umiliazione sui dazi! Il decoupling tra gas ed energia elettrica per abbassare il prezzo sul mercato andava varato all’inizio di questa crisi. Invece, zero risposte. Di fatti è come se l’UE si stesse imponendo da sola un dazio sulle sue imprese. Esempio di autolesionismo che riduce sensibilmente la credibilità delle istituzioni comunitarie dinnanzi ai suoi stessi cittadini.

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