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Riforma dell’artigianato in Parlamento: nuove aperture, semplificazioni e sostegno ai mestieri del futuro


Dopo oltre quarant’anni dalla legge quadro del 1985, l’artigianato italiano si prepara a una profonda revisione normativa. È attualmente in discussione in Parlamento una proposta di riforma che punta ad aggiornare la disciplina del settore alla luce dei cambiamenti economici, sociali e imprenditoriali che hanno trasformato il panorama produttivo del Paese.

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Il disegno di legge, promosso dal deputato Riccardo Molinari (Lega), nasce con l’obiettivo di modernizzare il comparto artigiano, rendendolo più flessibile, competitivo e in grado di attrarre investimenti e nuove professionalità. Il testo introduce una serie di misure che vanno dalla semplificazione delle regole all’ampliamento della base societaria, fino alla valorizzazione dei mestieri tradizionali nei centri urbani.

Tra i principali punti della riforma figura l’apertura delle imprese artigiane a nuove tipologie di soci: saranno ammessi investitori esternisoci d’opera non artigianicollaboratori familiaristartupenti non profit e soggetti che conferiscono beni o capitali. Una novità pensata per favorire l’accesso a risorse economiche e know-how, rendendo il settore più attrattivo e integrato con l’economia contemporanea.

Un’altra misura attesa riguarda la semplificazione dell’attività di vendita: le imprese artigiane non saranno più tenute a possedere una licenza commerciale per vendere i propri prodotti, compresi quelli alimentari. Sarà sufficiente dimostrare la qualifica tecnica e rispettare le normative igienico-sanitarie. Viene inoltre alzata da 18 a 49 la soglia degli addetti per essere considerati artigiani, in un’ottica di maggiore flessibilità operativa.

Accanto alle modifiche normative, la proposta di legge include strumenti per valorizzare l’artigianato nei contesti urbani. In particolare, si prevede la possibilità per i Comuni di istituire i cosiddetti “distretti del commercio all’aperto”, aree dove favorire lo sviluppo delle attività artigiane e tradizionali attraverso incentivi urbanistici, fiscali e promozionali. Un’opportunità concreta per rivitalizzare botteghe storiche e centri cittadini, spesso penalizzati dalla concorrenza della grande distribuzione.

Soddisfazione per il provvedimento è stata espressa da Luca Luppi, presidente di Casartigiani Verona: “Questa riforma valorizza finalmente l’artigianato come risorsa economica e culturale. È uno strumento concreto per sostenere la crescita, l’occupazione e la presenza nei centri storici.”

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L’artigianato, con oltre un milione di imprese attive in Italia, continua a rappresentare un pilastro dell’economia nazionale e un presidio di identità produttiva e territoriale. La riforma in esame vuole restituire al settore un ruolo centrale, anche attraverso una maggiore attenzione alla formazione, alla trasmissione delle competenze e all’attrattività per le nuove generazioni.

Casartigiani Verona seguirà da vicino l’iter parlamentare del provvedimento, impegnandosi a fornire agli artigiani strumenti di informazione, orientamento e supporto per affrontare con consapevolezza i cambiamenti in arrivo. Una fase nuova si apre per il mondo dell’artigianato, chiamato a rinnovarsi senza perdere le sue radici.



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