Il settore edile sta vivendo una fase di profonda discontinuità, spinta da tensioni geopolitiche, instabilità commerciale e le nuove politiche dei dazi. Qbe, in collaborazione con Control Risks, ha approfondito questa situazione in un report che evidenzia come questi fattori stiano ridefinendo le priorità strategiche del comparto a livello globale e l’urgenza per le imprese di adottare un approccio alla gestione del rischio proattivo e integrato, capace di rispondere con prontezza a shock sistemici sempre più frequenti.
Legno e cemento nel panorama edilizio italiano
Secondo le evidenze emerse dal report, l’Italia risulta uno dei Paesi europei più esposti alle conseguenze di queste dinamiche. In particolare, il nostro Paese, insieme alla Germania, è colpito dalla riduzione delle esportazioni di materiali da costruzione verso gli Stati Uniti, uno dei cinque principali flussi commerciali globali. A pagarne il prezzo sono soprattutto le imprese che operano nel settore dell’edilizia industriale e infrastrutturale, già alle prese con margini ridotti e tempistiche operative sempre più incerte.
In particolare, emerge una criticità specifica per il mercato italiano: un Paese come il nostro con un patrimonio edilizio storico diffuso rischia ritardi a causa delle difficoltà nell’approvvigionamento di legni speciali importati. Le ripercussioni delle tensioni tra Stati Uniti e Canada, che hanno comportato dazi sul legname fino al 35%, si riflettono anche in Europa, generando ostacoli e rincari che mettono sotto pressione le forniture utilizzate nei cantieri italiani.
Il cemento, invece, rimane il materiale meno esposto alle turbolenze geopolitiche grazie alla prevalente produzione interna (in Italia oltre il 95% del fabbisogno è coperto da produttori locali). Il suo impatto ambientale che rappresenta circa l’8% delle emissioni globali di CO₂, lo rende oggetto di nuove normative e pressioni legate alla transizione ecologica. Anche su questo fronte, le imprese italiane sono chiamate a trovare un equilibrio tra sostenibilità, budget e tempistiche.
Acciaio, alluminio e rame a confronto nello scenario internazionale
Anche a livello globale, lo scenario delineato dal report risulta complesso. Acciaio, alluminio e rame, materiali chiave per il settore edile, stanno subendo forti rincari: l’acciaio ha registrato aumenti significativi nei primi mesi del 2025 a seguito dei dazi imposti dagli Stati Uniti (fino al 25%), mentre il rame, trainato dalla domanda per veicoli elettrici e rinnovabili, ha visto un incremento dei prezzi del 29% solo nel primo trimestre dell’anno. Anche l’alluminio risente della pressione, con il Regno Unito che importa oltre il 60% del proprio fabbisogno e l’Europa che fatica ad assorbire l’instabilità dei flussi globali. Particolarmente critiche anche le prospettive sul fronte del rame, la cui filiera è sottoposta a una pressione crescente: l’aumento della domanda proveniente dai veicoli elettrici, dalle energie rinnovabili e dai piani di potenziamento infrastrutturale si scontra con un’offerta sempre più limitata e con dinamiche commerciali in continua evoluzione. Questo squilibrio ha già generato un’impennata dei prezzi del 29% nei primi mesi del 2025, con potenziali effetti a cascata sulla programmazione e sostenibilità economica dei progetti edilizi, anche in Europa.
Il ruolo del settore assicurativo
In un quadro in continua evoluzione e privo di stabilità, Qbe sottolinea la necessità per le imprese del settore edile di evolvere verso una gestione del rischio più strutturata, anticipando scenari e integrando la valutazione geopolitica nei processi decisionali. Le strategie di diversificazione della supply chain, tra cui reshoring, nearshoring e riduzione delle dipendenze da singole aree geografiche, sono in corso ma richiedono tempo, investimenti e capacità di adattamento. Carenze di manodopera, normative non armonizzate e la dipendenza dalla Cina come singolo fornitore, continuano a rappresentare ostacoli significativi.
Di fronte a una tale complessità, Qbe ribadisce il valore dell’assicurazione come leva di resilienza. I meccanismi di trasferimento del rischio, se integrati in un ecosistema di governance efficace e supportati da consulenze specializzate, consentono alle imprese di proteggere la continuità operativa, mantenere il focus sulla crescita e affrontare con maggiore sicurezza le sfide di medio-lungo termine.
“Per le imprese italiane del settore edile, la gestione attiva del rischio e l’integrazione di strumenti assicurativi evoluti sono oggi fattori cruciali per rimanere competitive – ha dichiarato Mark Micheletti, Property Portfolio Manager di Qbe Italia – La nostra ultima ricerca evidenzia come volatilità geopolitica, dazi e pressioni sulle supply chain stiano incidendo direttamente su costi, tempi e sostenibilità dei progetti. In questo scenario l’assicurazione deve dunque diventare uno strumento strategico, non solo per trasferire il rischio, ma per supportare la pianificazione, tutelare gli investimenti e costruire modelli operativi più flessibili e adattivi”.
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