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Credito 4.0 e Pnrr: incentivi per mezzi agricoli – Agrimeccanica


Nel 2025 l’offerta di incentivi per l’acquisto di nuove macchine agricole è cambiata rispetto al passato. Alcuni contributi – come quelli del Pnrr per la meccanizzazione agricola – non sono più utilizzabili, altri terminano a fine anno e altri ancora sono attivi ma stanno avendo un impatto limitato sugli acquisti.

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Come dimostra il calo delle immatricolazioni nel primo trimestre, l’effetto, a cui concorrono anche altri fattori, è una frenata degli investimenti in mezzi agricola da parte delle aziende agricole italiane.

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Arrivano però due buone notizie. Il 29 luglio 2025 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MiMiT) ha comunicato che – dopo un esaurimento temporaneo delle risorse – sono ancora disponibili oltre 686,3 milioni di euro nell’ambito del Credito d’imposta 4.0.

 

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Seconda buona nuova, il 22 luglio 2025 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato, tramite Decreto Direttoriale n. 235 del 21 luglio 2025, il bando per l’avvio della procedura di accesso ai fondi della Misura “Pratiche Ecologiche” del Pnrr. Il bando, con una dotazione finanziaria complessiva di 193 milioni di euro, finanzia diversi tipi di interventi tra cui l’acquisto di trattori a biometano.

 

Quel che resta del Credito 4.0

Facciamo un passo indietro per capire perché, a giugno 2025, il MiMiT ha dichiarato esaurite le risorse del Credito 4.0 per poi, circa un mese dopo, comunicare una disponibilità residua di 686,3 milioni di euro per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 effettuati dal primo gennaio al 31 dicembre 2025.

 

A inizio anno la Legge di Bilancio 2025 ha modificato notevolmente il Piano Transizione 4.0 introducendo l’obbligo della prenotazione preventiva delle risorse per investimenti effettuati nel 2025 o fino al 30 giugno 2026, purché con acconto minimo del 20% entro fine 2025. La medesima Legge di Bilancio ha altresì fissato il limite massimo di spesa a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti eseguiti quest’anno.

 

Dunque, come stabilito anche dal decreto direttoriale del MiMiT del 16 giugno 2025, le imprese che hanno richiesto l’accesso al credito per investimenti partiti quest’anno, hanno dovuto seguire una nuova procedura differente da quella usata per agevolare gli investimenti avviati nel 2024.

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Con una dotazione decisamente inferiore a quella del 2024 (6,3 miliardi), il Credito 4.0 sembrava aver terminato i fondi già a giugno.

 

Chiarimenti estivi: fondi residui e accesso al credito

Il 18 giugno 2025 il MiMiT e il Gestore dei Servizi Energetici GSE – che gestisce il sistema telematico usato per richiedere l’accesso al credito – hanno comunicato l’esaurimento delle risorse adottando un approccio cautelativo.

 

In quella data non era infatti possibile sapere quanti investimenti (effettuati con versamento dell’acconto del 20% entro il 31 dicembre 2024), gestiti con la vecchia procedura e completati dopo il primo gennaio 2025 o da completare nel corso dell’anno, fossero da escludere dal tetto di spesa dei 2,2 miliardi.

 

Dopo il 17 luglio 2025, scadenza fissata per confermare le comunicazioni gestite con la vecchia procedura, il MiMiT e il GSE hanno potuto distinguere tra:

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  • prenotazioni confermate con la vecchia procedura;
  • prenotazioni inviate con il nuovo sistema.

Solo a questo punto è stato possibile verificare gli importi già impegnati per gli investimenti 2025.

In seguito, il 18 luglio, il Ministero ha comunicato la disponibilità di 932,5 milioni di euro residui per poi correggere l’importo il 29 luglio, dichiarando 686,3 milioni di euro residui. Grazie a questi fondi ancora utilizzabili, le imprese interessate possono riprendere a presentare le comunicazioni per l’accesso al credito tramite la piattaforma dedicata sul sito del GSE (accessibile tramite Spid). 

 

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Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, quest’anno le aziende possono ottenere una percentuale di credito d’imposta pari al 20%.

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Anche se le aliquote per il 2025 sono inferiori rispetto al passato, il credito 4.0 resta un importante incentivo per l’acquisto di quei mezzi agricoli che rientrano tra i beni materiali 4.0 conformi ai requisiti tecnici previsti dalla normativa.

 

Per questo, Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei commercianti di macchine agricole – invita il settore primario a cogliere l’occasione fornita dalla riapertura della finestra per accedere al credito.

 

“Negli ultimi anni la Transizione 4.0 ha rappresentato un formidabile volano per il rinnovo dei macchinari in agricoltura, consentendo alle imprese agricole di investire in innovazione, sostenibilità e sicurezza con uno strumento fiscale semplice ed efficace – commenta Andrea Borio, presidente di Federacma.

Non possiamo permetterci di lasciare inutilizzati i fondi residui del Credito 4.0. Consigliamo alle imprese interessate di presentare quanto prima la comunicazione preventiva tramite la piattaforma del GSE: l’ordine cronologico di invio determina la priorità nella prenotazione delle risorse che rischiano di esaurirsi con il passare dei giorni”.

 

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Il Credito 5.0 è ancora poco sfruttato

Altro incentivo messo a disposizione per l’ammodernamento del parco macchine è il credito 5.0. Tale misura permette di ottenere un credito d’imposta pari al 35% sostituendo trattrici e macchine semoventi Stage I o precedenti, con mezzi Stage V oppure, di accedere ad aliquote più alte calcolando il risparmio energetico derivante dall’investimento.

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Tuttavia, ad oggi il credito 5.0 è stato poco utilizzato: il 22 luglio 2025 risultavano richiesti solo 1,6 miliardi dei 6,23 stanziati dal Pnrr. Vale a dire circa il 25% della dotazione totale.

Al momento è difficile pensare che le imprese riusciranno a usare tutti i fondi disponibili entro il 31 dicembre 2025. Il Governo sta valutando una proroga del piano Transizione 5.0 o una rimodulazione dell’intervento che permetta il riutilizzo delle risorse non spese.

 

“Nonostante il superamento delle problematiche iniziali attraverso la pubblicazione delle faq ministeriali, il comparto agricolo sta usando con lentezza le risorse del Piano Transizione 5.0 a causa di una diffidenza comprensibile verso una procedura nuova e più complessa – sottolinea Borio. Continueremo a sostenere i rivenditori di mezzi agricoli nel ruolo di facilitatori dell’innovazione. Oggi serve uno sforzo congiunto per informare, accompagnare e incoraggiare le aziende agricole a non perdere quest’ulteriore opportunità”.

 

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Fondo Innovazione Ismea verso il rifinanziamento (forse)

Se il credito 5.0 è sottoutilizzato, il Fondo Innovazione Ismea ha grande successo: è stato necessario predisporre un’ulteriore iniezione di risorse per soddisfare l’elevato numero di domande pervenute nell’ambito del bando 2024.

Nonostante la dotazione del bando 2024 sia stata aumentata a 175 milioni di euro usando i 75 milioni destinati al 2025, Ismea sostiene che probabilmente, solo 2mila delle 6mila imprese partecipanti al click day saranno ammesse al contributo.

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Mentre le aziende agricole attendono con trepidazione la pubblicazione della graduatoria per capire se potranno effettivamente accedere al fondo, “le istruttorie – commenta Borio – procedono con lentezza, provocando una parziale paralisi del mercato. Per questo, abbiamo richiesto e ottenuto da Ismea l’impegno a pubblicare la graduatoria completa, così che ciascun imprenditore possa vedere senza rischi per la privacy, la propria posizione. In questo modo, chi non fosse ammesso al contributo, potrà decidere di utilizzare altri strumenti come i crediti d’imposta per agevolare i propri investimenti”.

 

Federacma fa inoltre sapere che è in fase di valutazione un ulteriore rifinanziamento del bando grazie al quale si otterrebbe lo scorrimento di altre 500 posizioni circa. Attualmente però non c’è nulla di certo.

 

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Bando Pnrr Pratiche Ecologiche, fondi per l’acquisto di trattori a biometano

Gli incentivi citati finora sono noti da tempo nel settore. Il bando Pnrr Pratiche Ecologiche, al contrario, potrebbe essere una novità per molti operatori.

Il bando chiarisce come accedere alle risorse stanziate dal Pnrr nell’ambito della Misura “Pratiche Ecologiche”, o meglio della M2C21.4 “Sviluppo biometano secondo criteri di promozione dell’economia circolare”.

 

Ad aprile 2025 il MASE ha diffuso le regole operative del bando e, lo scorso 22 luglio, attraverso il Decreto Direttoriale n. 235 del 21 luglio 2025 ha pubblicato ufficialmente il bando che, con una dotazione di 193 milioni di euro (di cui il 40% per il sud), finanzia i seguenti interventi:

  • sostituzione di trattori obsoleti e a bassa efficienza con trattori alimentati a biometano e dotati di strumenti per l’agricoltura di precisione;
  • efficientamento degli impianti di biogas esistenti;
  • diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas.

Il bando definisce i soggetti beneficiari, le spese ammissibili, le modalità di presentazione e i termini per inviare le domande di accesso al finanziamento.

Solo gli imprenditori agricoli, definiti ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, potranno usufruire dei fondi e ottenere contributi in conto capitale fino al 65% nel limite di 600mila euro per azienda.

Per accedere al contributo, è necessario caricare le domande di partecipazione nella piattaforma informatica sul sito del GSE che sarà aperta dalle 12.00 del 27 agosto 2025 fino alle 12.00 del 26 settembre 2025.

 

Federacma invita gli imprenditori agricoli a considerare anche il nuovo incentivo. “L’apertura del bando PNRR Pratiche Ecologiche rappresenta un segnale concreto a supporto dell’agricoltura sostenibile – afferma Borio. Suggeriamo alle imprese del settore di valutare attentamente il nuovo strumento per rinnovare il proprio parco macchine, con un’attenzione sempre maggiore all’ambiente”.

 

Interventi strutturali: ci vuole un cambio di passo

Pur accogliendo positivamente lo sblocco dei fondi Pnrr destinati a sostenere la transizione ecologica in agricoltura, Federacma auspica un aumento degli aiuti dedicati alla sostituzione dei mezzi agricoli più vecchi, particolarmente inquinanti e pericolosi.

 

“Ogni anno, in Italia il parco macchine obsoleto è responsabile, in agricoltura, di oltre cento decessi sul lavoro, la maggior parte dei quali dovuta al ribaltamento di trattori privi di rollbar e cinture di sicurezza. È un dramma inaccettabile – chiarisce Borio. Per questo, chiediamo l’approvazione di misure strutturali per il rinnovo del parco macchine, la pubblicazione del decreto attuativo sulla revisione obbligatoria e la creazione di agevolazioni per l’acquisto di mezzi, svincolato dal tipo di alimentazione.

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“La sicurezza nei campi è il primo passo per un’agricoltura moderna, efficiente e sostenibile. Transizione ecologica e tutela della vita degli operatori devono viaggiare insieme” conclude Borio.



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