Se qualcuno si era illuso che la partita Usa-Ue fosse in discesa dopo l’accordo scozzese, ci ha pensato Donald Trump a farlo svegliare. Il presidente Usa non ricorre a mezzi termini: “L’Ue ci ha assicurato 600 miliardi di dollari di investimenti. Se non arrivano, alzerò i dazi al 35%”. E, anzi, incalza: “Le tariffe sulle medicine potrebbero arrivare al 250%”. Da Bruxelles, al momento, nessuna reazione, ma, al contrario, l’indicazione in base alla quale le prime esenzioni non riguarderanno prodotti di interesse europeo come vino, birra e numerosi dispositivi medici, mentre le tariffe sulle auto invece scenderanno “molto presto al 15%” rispetto al 27,5% attuale.
LE NUOVE MINACCE DI TRUMP
“L’Ue ci ha assicurato 600 miliardi di dollari per farci quello che vogliamo”. Con lo stile sobrio (sic) che gli è consueto, Trump, in un’intervista a Cnbc, torna a fare la voce grossa con l’Europa avvertendo che se non arriveranno “alzerò i dazi al 35%” per l’Unione europea. “L’unica ragione per cui li ho abbassati al 15% è stata questa”, sottolinea. Il riferimento è ai 600 miliardi di investimenti che Ursula von der Leyen ha promesso nell’intesa di dieci giorni fa. Investimenti, però, che non riguardano la Commissione, ma imprese private: il che rende non poco complicata la vicenda. Certo è che il tycoon non ha nessuna intenzione di fermarsi. I dazi Usa sulle medicine potrebbero arrivare al 250%. E questo dopo avere sostenuto che inizialmente imporrà dazi bassi.
LO STATO DEI NEGOZIATI
Le nuove uscite di Trump non dovrebbero, però, mettere in discussione i negoziati in corso sull’attuazione dell’accordo. La Commissione europea è in uno stato “avanzato” nella redazione del testo congiunto non vincolante dell’accordo sui dazi con gli Stati Uniti. Il documento conterrà anche le prime indicazioni sulle possibili esenzioni che, tuttavia, continueranno a essere negoziate in vista della finalizzazione dell’accordo. Nello stesso tempo, da Bruxelles si fa sapere che “siamo rimasti sorpresi” dalle parole del ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil sull’intesa Ue-Usa. “La posizione della stragrande maggioranza degli Stati membri dell’Ue, incluso quello da cui proviene il Ministro in questione – attacca Olof Gill, portavoce della Commissione – era che “solo una soluzione negoziata poteva garantire stabilità e proteggere i nostri interessi comuni”.
IL FRONTE DELLE ESENZIONI
“Il tetto massimo di dazio del 15% sarà onnicomprensivo, ad eccezione di acciaio e alluminio” e dunque varrà anche per “farmaci e semiconduttori, che in futuro potrebbero essere soggetti” a nuovi dazi, una volta che l’amministrazione Usa avrà concluso le sue indagini ai sensi della Sezione 232 del Trade Expansion Act. Lo spiega un alto funzionario Ue, precisando che la soglia del 15% “è la garanzia” ottenuta dall’Ue. I dazi Usa sui prodotti farmaceutici potrebbero essere introdotti “a breve”. “È probabile”, come da avviso dello stesso Trump, che per gli altri partner commerciali le tariffe “siano piuttosto elevate, ma per noi, grazie all’intesa, non supereranno il 15%”, mette in rilievo il funzionario. Certo è che “non tutti i prodotti di interesse Ue saranno subito nelle liste di esenzione” dai dazi Usa al 15%: “tra questi rientrano alcolici, vino, birra, numerosi dispositivi medici, prodotti chimici e altre categorie strategiche per l’Europa”. Bruxelles punta a ottenere “dazi zero o almeno la tariffa della nazione più favorita”, pari al 4,8%, ma si tratta di “un lavoro che continuerà nei prossimi mesi”.
AUTO: AL 15% MOLTO PRESTO
I dazi sulle auto Ue dovrebbero scendere “molto, molto presto” dall’attuale 27,5% al 15% previsto nell’intesa. L’aliquota attuale è composta da un dazio del 25%, a cui si aggiunge un ulteriore 2,5% previsto dalla clausola della nazione più favorita (Mfn). Il ritardo nell’applicazione della riduzione, si spiega, è dovuto al fatto che l’ordine esecutivo firmato da Trump il primo agosto si applicava soltanto ai cosiddetti dazi reciproci annunciati il 2 aprile, mentre settori come auto, farmaci e acciaio rientrano in un percorso distinto.
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