Ritardi, ritardi e ancora ritardi. E rischi sull’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e di quelli del Piano per gli investimenti complementari al primo semestre 2025. A metterci in guardia sono i magistrati della Corte dei Conti nella relazione della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, che ha preso in esame a campione 16 interventi del Pnrr e 4 programmi del Pnc nei primi sei mesi dell’anno.
Allarme Corte dei Conti
Il risultato? I giudici contabili giudicano gli avanzamenti “in linea con gli obiettivi europei”, ma sottolineano criticità legate soprattutto a “ritardi nelle opere più complesse, come le infrastrutture penitenziarie, la sicurezza sismica dei luoghi di culto e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali”. Allarmante anche la spesa sulla salute, la Missione 6 per le due linee previste, migliorare le strutture e promuovere nuove competenze scientifiche. Ebbene anche in questo caso, i ritardi ci sono e sono consistenti.
Case e ospedali di comunità
“I dati della Corte dei Conti sullo stato di attuazione della Missione Salute certificano i pesanti ritardi e confermano tutte le nostre preoccupazioni – dichiara la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi -. A giugno 2025, a 10 mesi dalla scadenza finale, il livello dei pagamenti effettuati per la realizzazione di case della comunità e ospedali di comunità evidenzia l’imbarazzante lentezza con la quale procedono i lavori“.
I numeri non mentono. Per le case della comunità, stanziati 2,8 miliardi di euro, di cui 2 miliardi del Pnrr. Spesi: 409 milioni, il 14,5 per cento. Va peggio agli ospedali di comunità: 1,2 miliardi di finanziamento (quasi 1 miliardo di Pnrr), spesi 160,5 milioni, cioè il 12,7 per cento. Per le prima, a marzo erano stati spesi 348 milioni, a dicembre 261 milioni. Per i secondi, a marzo la spesa ammontava a 139 milioni, a dicembre 100 milioni.
Evitare il fallimento
“Di questo passo ci vorranno almeno otto anni per completare tutte le case della comunità e almeno nove per gli ospedali – prosegue Barbaresi -. Uno scenario allarmante che richiede davvero uno scatto miracoloso per evitare il fallimento annunciato di un’occasione irripetibile. Sarebbe ancor più grave se quelle risorse destinate alla sanità e alla salute delle persone dovessero essere assegnate alle spese per riarmo e difesa”.
Come gestire il dopo?
Un altro nodo evidenziato dalla Corte dei Conti riguarda la gestione delle strutture soprattutto in campo sanitario, ma non solo: come riempire, per esempio ospedali e case di comunità? Inoltre, tra un anno il programma di investimento del Pnrr si concluderà, ma gli enti locali, Comuni, Province, articolazioni delle Regioni come le Asl, potrebbero trovarsi in difficoltà nel gestire le nuove strutture. I dubbi principali si concentrano sulla sostenibilità economica e organizzativa di quanto è stato realizzato o è in corso di realizzazione.
I magistrati contabili sollevano preoccupazioni anche sui metodi di rendicontazione, che registrano dati disomogenei, richieste di pagamento frammentate e carenze di personale. E sollecitano la necessità di potenziare strumenti amministrativi e normativi per la chiusura del Piano.
Treni a scartamento ridotto
È un completo fallimento il capitolo delle linee ferroviarie locali. Per quelle gestite da municipalità e Regioni a giugno era prevista la conclusione di metà delle opere: peccato che nessuna sia stata completata. Eccezion fatta per tre treni (non linee) a media capacità per la Regione Veneto. Sull’elettrificazione delle reti al Sud e nelle aree a rischio di spopolamento (l’obiettivo è anche la decarbonizzazione dei mezzi), sono in corso 35 interventi su 37: la Corte dei Conti mette sull’avviso sul rischio di non arrivare a completarli entro dicembre 2026.
Per la messa in sicurezza antisismica dei luoghi di culto, su 735 progetti complessivi, ne sono stati conclusi 34. Anche la misura per rilanciare le imprese turistiche è in ritardo, perché Cassa depositi e prestiti non ha ancora trovato i 12 hotel da comprare e riqualificare.
Criticità per le carceri
Non va meglio sul fronte delle carceri: dei 91,53 milioni di euro stanziati per il periodo 2021-2025, ne sono stati impegnati meno della metà, 43,91 milioni. I pagamenti ammontano a 26,54 milioni, il 29 per cento dello stanziato.
Gli interventi previsti si concretizzano nel miglioramento degli spazi e della qualità della vita nelle carceri per adulti, attraverso la costruzione di otto nuovi padiglioni “modello” per detenuti, in aree statali già a disposizione dell’amministrazione penitenziaria: su questo c’è una situazione di generale ritardo nelle diverse fasi di progettazione ed esecuzione dei lavori e (in prospettiva) della prevista data di ultimazione e consegna dei nuovi padiglioni.
Infine ci sono l’adeguamento strutturale, l’aumento dell’efficienza energetica e gli interventi antisismici di 4 complessi demaniali sede di istituti penali per i minorenni: situazione migliore, anche se per i complessi demaniali di Torino e Bologna non risulta rispettata la prevista scadenza di consegna dei lavori.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link