Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

La Basilicata dei sindaci-imprenditori: il caso Bulfaro a Castronuovo di Sant’Andrea


Siamo a Castronuovo di Sant’Andrea un piccolo paese in provincia di Potenza adagiato su una piccola montagna di 650 metri sul livello del mare. Confina con i paesi di Calvera, Chiaromonte, Roccanova, e Teana. Negli ultimi 10 anni ha perso quasi la metà della popolazione che oggi si attesta a circa 800 abitanti. L’indice di vecchiaia è tra i più alti della Basilicata, 716, vale a dire che ci sono 716 anziani ogni 100 bambini 0-14 anni. Un dato impressionante. Qui, dal 1999 ad oggi, tranne una pausa tra il 2011 e il 2014, il sindaco è sempre la stessa persona: Antonio Bulfaro, classe 1953, imprenditore di spessore. Ci siamo chiesti che ci fa un grande imprenditore seduto sulla poltrone di primo cittadino per oltre 22 anni e destinato a rimanerci fino al 2026? La spiegazione più plausibile è l’amore per il suo paese, l’attaccamento alle radici, il desiderio di fare qualcosa di buono per la sua gente. Tra l’altro è in Consiglio Comunale dal 1995, cinque volte sindaco e due volte semplice consigliere. Nel 1999 decade dalla carica di sindaco per incompatibilità dichiarata con sentenza del Tribunale di Lagonegro, il Consiglio Comunale viene sciolto con decreto dell’allora presidente Ciampi. Si ritorna al voto nel 2001 e Bulfaro viene rieletto sindaco, venuta meno la causa di incompatibilità. Nel 1999 si candida con l’Ulivo, nel 2001 con il Partito Popolare, nel 2006 con La Margherita, nel 2011 e nel 2020 con liste civiche. Si candida nello stesso anno in cui nasce l’ammiraglia di famiglia la Bulfaro Spa. Tuttavia dobbiamo supporre che da sindaco, nonostante gli sforzi, almeno sul piano degli indicatori socio-demografici e socio-economici il risultato non appare esaltante.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Antonio Bulfaro & famiglia: l’impero imprenditoriale

In questo paragrafo parliamo di Bulfaro imprenditore e diamo un’occhiata alla galassia delle Società di proprietà della famiglia.

Antonio Bulfaro è stato, dalla fondazione della società e fino al 2022, a fasi alterne, amministratore della Bulfaro S.p.A., già Bulfaro Costruzioni, l’ammiraglia della flotta societaria, l’azienda storica che nasce nello stesso anno in cui l’imprenditore si candida per la prima volta alle elezioni comunali. Dall’agosto 2022 la Società è amministrata dal figlio Giuseppe Bulfaro, institrice è la coniuge Sonia Libertella. Giuseppe è stato amministratore della Società, a fasi alterne, negli anni dal 1999 in poi. Il capitale sociale sottoscritto e versato ammonta a 1,5 milioni di euro, interamente detenuto dalla Holding HB Srl di proprietà dello stesso Giuseppe Bulfaro. La Bulfaro Spa, fino al 2022 era di proprietà al 50% di Antonio e al 50% della moglie. Fino ad allora e negli anni precedenti l’azienda compie almeno una decina di operazioni di compravendite scissioni e fusioni che aiutano l’espansione dell’impresa.

Antonio è amministratore unico della Bulfaro Cave srl società di proprietà della B&G Holding srl che registra un capitale di 400mila euro di proprietà al 65% dello stesso Antonio Bulfaro e al 35% della moglie. La B&G Holding, nata il 13 dicembre 2024, ha sede legale in via dei Molinari a Potenza.

La Bulfaro Calcestruzzi srlè, invece, di proprietà del figlio Sandro Bulfaro. Una società con 1,5 milioni di capitale, con un fatturato nel 2024 di oltre 5 milioni di euro e con un utile nel 2023 di circa 600mila euro. Al marzo 2025 dichiara 6 addetti. La Bulfaro Calcestruzzi srl nasce mediante progetti di scissione della Bulfaro spa. Sandro Bulfaro è anche amministratore unico e unico proprietario della Bhotel srl, ex Midi Hotel, di Lagonegro. La Bhotel srl ha un capitale sociale di 1,5 milioni, un fatturato al 2023 di oltre 2,5 milioni e 23 dipendenti.

Sandro Bulfaro è amministratore e proprietario della Bulfaro Real Estate srl, “fabbricazione di prodotti in calcestruzzo per l’edilizia”. Capitale sociale 10mila euro, non risultano addetti. E’ anche unico proprietario della 3B Immobiliare srl, 1,5milioni di capitale, costituita nel marzo del 2000, opera nel ramo dei lavori pubblici e privatei. Progetta e realizza edifici commerciali, residenziali, infrastrutture pubbliche. Nel 2023 avrebbe fatturato, 2,6 milioni con un utile di 900mila euro. Amministratore unico della 3B sarebbe il figlio di un ex operaio della Bulfaro Spa.  Sandro Bulfaro è anche general manager della Sagi srl una società immobiliare nata per la gestione di immobili a reddito che, dopo aver acquistato la società Italia Business Centre ITA049 S.r.l si è dedicata al franchising immobiliare. Tutti i dati sono aggiornati a visure estratte prima del 31 luglio 2025.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Riepilogando. La famiglia Bulfaro detiene circa 5 milioni di capitale versato in diverse società che in aggregato fatturerebbero mediamente tra i 15 e i 30 milioni di euro all’anno, con una media di 60-100 dipendenti. Insomma, numeri importanti. Una rete imprenditoriale familiare che ha le principali origini nella Bulfaro Spa, già Bulfaro Costruzioni srl, del capostipite Antonio. Società anche complementari nei settori di intervento e in alcuni casi sovrapponibili: dagli inerti alle energie rinnovabili, dal bitume alle infrastrutture, dall’edilizia civile e industriale all’immobiliare. Appalti pubblici in Basilicata e in tutta Italia, dall’Anas alle Ferrovie, dall’Acquedotto Lucano a quello Pugliese, un’ascesa veloce con qualche colpo di fortuna che non fa mai male. Centinaia di lavorieseguiti dalla Lombardia alla Calabria, dal Piemonte alla Valle d’Aosta, dalla Campania al Lazio, in Puglia, Abruzzo, Molise. In Basilicata oltre 200 lavori assegnati alla Bulfaro spa. Naturalmente, come tante altre aziende, anche la Bulfaro spa ha beneficiato di diversi sostegni e finanziamenti pubblici. (I dati sono tratti da visure camerali tirate nel mese di giugno-luglio 2025)

Come accade a tanti imprenditori, non mancano le grane giudiziarie. Nel 2022 Antonio Bulfaro viene condannato in primo grado a un anno e sette mesi con sospensione condizionale della pena per la morte di un operaio avvenuta nel 2016 nell’Avellinese. Bulfaro era amministratore della ditta appaltatrice dei lavori al collettore fognario di Montella. Condannato anche il titolare della ditta subappaltatrice alla pena di un anno e dieci mesi con sospensione condizionale. Sarebbe in corso il processo di appello. Stessa sorte capiterà al figlio Giuseppe, per causa di un altro incidente mortale sul lavoro a Reggio Calabria.

E’ il 15 gennaio 2004, quando a Reggio Calabria un operaio di 64 anni, Giovanni Boccia, mentre eseguiva i lavori per il convogliamento delle acque all’interno di una buca profonda è stato travolto da un muro e quindi dal terreno sottostante che, franando, lo ha sotterrato.

“Il Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Reggio Calabria, con sentenza in data 29 marzo 2007, all’esito del giudizio abbreviato, aveva dichiarato gli imputati Bulfaro Giuseppe Maria, datore di lavoro responsabile e direttore del cantiere e Triunviri Domenico, direttore di cantiere e preposto, responsabili del reato di omicidio colposo per aver cagionato, con condotte indipendenti e per colpa consistita in imprudenza, negligenza e imperizia e violazione di legge, la morte del lavoratore Boccia Giovanni. La Corte d’Appello, il 16 febbraio 2018 dichiara prescritte le pene amministrative e riduce la condanna penale a 8 mesi di reclusione confermando nel resto la sentenza di primo grado.”

Anni fa ad Antonio Bulfaro avrebbero anche sequestrato un impianto di calcestruzzi a ridosso del torrente Serrapotamo, uno dei principali affluenti del fiume Sinni.  Nel corso degli anni ha acquisito molti ettari di terreno che oggi sono in parte seminativi e in parte pascolo. Una leggenda paesana ricorda le voci, mai confermate, di strani movimenti notturni di camion e ruspe su quei terreni.

Nel 2019 l’imprenditore-sindaco è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata in compagnia dell’allora consigliere regionale di Forza Italia, Francesco Piro. Quest’ultimo sarebbe stato testimone di nozze di Giuseppe Bulfaro.

Antonio Bulfaro sarebbe stato denunciato dai Carabinieri Forestali per un presunto scempio commesso nei terreni acquisiti in Contrada Marsilio e per una recinzione abusiva in Contrada Battifarano. In pratica in contrada Marsilio avrebbe raso al suo un bosco per farne seminativo. Tuttavia, i terreni sarebbero intestati alla coniuge.

E non sono mancati nemmeno problemi con la malavita: Bulfaro tra il 2013 e il 2014 sarebbe stato vittima di tentata estorsione. Nel maggio 2013 viene data alle fiamme una beto-pompa della sua azienda, un danno ingente  che sarebbe stato quantificato in 200 mila euro.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

La zona interessata dalla scomparsa del Bosco bosco

Antonio Bulfaro sindaco di Castronuovo Sant’Andrea

E mentre Antonio Bulfaro è sindaco di Castronuovo e in tale veste è socio e membro dell’assemblea di Acquedotto Lucano Spa, la Bulfaro spa è affidataria di lavori e servizi di Acquedotto Lucano spa per somme oltre il milione di euro incassate tra il 2021 e il 2022. Semplice curiosità che ci aiuta ad introdurre l’argomento di questo paragrafo.

Da anni l’opposizione in Consiglio comunale, in particolare il consigliere Di Sario, denuncia anomalie nella conduzione dell’amministrazione da parte del “sindaco-padrone”. In alcune segnalazioni alle autorità competenti si denuncia l’uso strumentale degli affidamenti e degli appalti. In molti casi, ben documentati dai denuncianti, le ditte affidatarie di lavori acquistano forniture da una delle aziende della famiglia del sindaco. Il senso sarebbe “ti affido i lavoro, ma compri – per esempio  il calcestruzzo – dalla Bulfaro Calcestruzzi”. Oppure: “se vinci l’appalto sai già da chi fornirti per il bitume”. Niente di illegittimo, per carità. Non spetta a noi valutare se ci sia o meno un conflitto di interessi. Tuttavia, si tratta almeno di una questione di opportunità. Strade, parcheggi e tutto ciò che richiede l’impiego di materiali edili sono le priorità di Bulfaro. Il resto sono quisquilie.

Nell’ottobre 2021 il consigliere di opposizione Di Sario scrive una mail “disperata” alle Procure di Potenza e Lagonegro e all’Autorità anticorruzione: “Come previsto in alcuni passaggi della mia copiosa informativa inviatavi il 14 settembre, l’8 ottobre e poi stamattina già due betoniere della Bulfaro S.p.A. sono nel territorio comunale a scaricare calcestruzzo sul lavoro di prolungamento dei lavori dell’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica, e precisamente in località Lago; ci troviamo in periferia sulla strada comunale in direzione Chalet Sella del Titolo.  Ditemi che devo fare? Vivo forse nel Principato di Bulfaro Antonio sindaco? In maniera spudorata questo signore continua a fornire materiali alle aziende che realizzano opere pubbliche appaltate dal comune. Tutto questo nell’immobilismo generale”. Se questo è vero, lo potremo sapere soltanto dalle autorità a cui spesso si è rivolto Di Sario. Ma, a quanto pare, al momento non è dato saperlo. Certo le ragioni per acquistare cemento o altro da Bulfaro possono essere tante: la vicinanza dell’impianto, il prezzo conveniente, eccetera. Basterebbe questo ad escludere un conflitto di interessi? Chissà.

E’ lo stesso Di Sario a tentare una risposta: “Ho anche più volte velatamente fatto intendere alle SS. LL. che ho sempre avuto l’impressione che parecchi organi dello stato e forze di polizia di questo territorio dell’area sud della Basilicata, si girassero dall’altra parte, rispetto ad un contesto politico, sociale ed economico veramente preoccupante”. Il consigliere comunale Alessandro Di Sario non è mai stato querelato dal sindaco né da altre persone chiamate in causa nelle sue “informative” alle autorità giudiziarie.

Ora, in questa inchiesta, per ragioni di spazio, non possiamo trattare tutte le questioni sollevate dall’opposizione anche con esposti alla magistratura, all’Anac, alla prefettura, al momento senza alcun esito. Evidentemente le autorità chiamate in causa non riscontrano nulla di illegale nei provvedimenti e nelle azioni dell’Amministrazione comunale. Nemmeno si ipotizza una qualche forma di conflitto di interesse. Tuttavia, proviamo a raccontarvi alcuni episodi curiosi accaduti nel corso di oltre due decenni nel “feudo” di Antonio Bulfaro.

La Giunta “Cda” e il Consiglio comunale “S.p.a.”

Nelle elezioni amministrative del 2020 nella lista del sindaco c’è una storica dipendente dell’ufficio contabilità della Bulfaro Spa. Diventata assessora al bilancio e vice sindaca. Almeno la metà dei consiglieri di maggioranza sarebbe costituita da dipendenti delle società di Bulfaro o da parenti e affini. Ecco perché l’opposizione parla di un “primo cittadino che ha il pacchetto di maggioranza e il potere di veto come se il consiglio comunale di Castronuovo di Sant’Andrea fosse il Consiglio di amministrazione di un’azienda privata.” I concorsi espletati negli ultimi anni sono stati vinti anche da amici graditi a Bulfaro o parenti di consiglieri comunali, con il solito escamotage (legale): “ti assumo come collaboratore esterno con contratto a termine un anno, due anni prima dell’espletamento del concorso così ti fornisco un vantaggio competitivo sugli altri concorrenti. L’attuale geometra dell’ufficio tecnico era già destinatario di incarichi di direttore di cantiere, o tecnico collaudatore da parte di Bulfaro imprenditore e di Bulfaro sindaco, negli anni 2018-2021, prima che vincesse il concorso. Già promotore della lista del sindaco di cui sarebbe stato rappresentante ai seggi elettorali.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Intanto, i cittadini sfollati dalle loro abitazioni per causa di una frana stanno ancora aspettando di sapere quando potranno rientrare nelle loro case.

E’ il 15 novembre del 2021, a causa delle forti piogge, nel centro storico del paese frana un costone in via Roma e via Giardino. Le famiglie residenti nelle case a ridosso del costone vengono sgomberate. Da allora soltanto una tarantella di denaro pubblico per progetti e progettisti. Centinaia di migliaia di euro. A settembre 2024 i lavori relativi agli interventi di consolidamento non sono ancora iniziati. Il sindaco la prende per le lunghe aspira ad ottenere soldi, “più soldi di quelli che servirebbero – ci dice una fonte autorevole – per il recupero idrogeologico dell’area franata”. Bulfaro ingaggia una trattativa con la Regione e finalmente, l’8 novembre 2024 la notizia: Frana di Castronuovo Sant’Andrea, in arrivo oltre 12 milioni, per interventi relativi al consolidamento di un’area oggetto di una vasta frana nel 2021. Il finanziamento – spiega una nota dell’ufficio stampa della Giunta lucana – deriva dall’Accordo di coesione, con i fondi destinati al dissesto idrogeologico.  Il paese rientra nella graduatoria Rendis che comprende, in totale, 35 milioni di euro assegnati alla Basilicata.” Tuttavia di quel denaro, al momento, non ci sarebbe traccia. Parrebbe che una prima tranche di circa 4 milioni di euro sia stata promessa a breve. Intanto il sindaco che fa? Aspetta. E pure le famiglie sgomberate devono aspettare, anche se non sanno cosa devono ancora aspettare il 6 agosto 2025. La frana del 2021Frana Castronuovo di Sant'Andrea

Conclusioni provvisorie: i piccoli Comuni luoghi del silenzio

Abbiamo scritto tante volte delle anomalie che si verificano in alcuni piccoli Comuni lucani. Piccoli paesi spesso dimenticati dai media, dove mai nulla accade, dove prevalgono il silenzio, la quiete, l’indifferenza e l’emigrazione giovanile. Territori rassegnati alla loro apparente agiatezza, nonostante la povertà. Tutto si mimetizza nella lontananza dai riflettori, nella distanza dal “resto del mondo”.

Senza fare di tutta l’erba un fascio, questa sarebbe la storia quotidiana di tanti piccoli e piccolissimi Comuni lucani. Frontiere ai margini del mondo dove però si consolidano gruppi locali di potere che influenzano la vita pubblica e decidono sulle opportunità in ogni settore: dai piccoli appalti, agli affidamenti diretti; dai concorsi, alle assunzioni ai piccoli e grandi abusi. E che dire delle prebende a decine di improbabili associazioni culturali gestite da figli, parenti, amici dell’amministratore di turno? Insomma le “marachelle” sono tante e qui non stiamo ad elencarle tutte. “Marachelle” che sollevano questioni morali e di opportunità politiche.

Piccole e grandi furberie nella gestione delle “opportunità”, scambi di favori, tra imprese e funzionari, e tra funzionari e amministratori. In alcuni casi i titolari di imprese o di attività imprenditoriali e commerciali sono gli stessi dirigenti o funzionari o sindaci all’opera nei Municipi.

Sullo sfondo di questo andazzo circola molta ingenuità. In questi piccoli Comuni è facile che un avventuriero qualunque, forestiero, come un ambulante rigattiere, vada a vendere fumo di ogni genere: corsi di formazione inutili, assunzioni inesistenti in altrettante imprese inesistenti che tuttavia ottengono contributi pubblici. Finanziamenti facili per opere pubbliche, spesso inutili, che inevitabilmente sono abbandonate all’incuria. Promesse di lavoro sistematicamente deluse.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Ma c’è dell’altro non sullo sfondo, ma in primo piano: l’esponente politico di riferimento in consiglio regionale o in parlamento, vale a dire il “protettore” e tutore dei capetti locali, sa tutto, condivide tutto e non si risparmia in consulenze e suggerimenti. Fine prima puntata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio