Sei corsie stradali, due binari ferroviari, una metropolitana e due corsie di emergenza: il “ponte di Brooklyn” siciliano sarà un colosso dell’ingegneria. Con una lunghezza complessiva di 3.666 metri e una campata centrale di ben 3.300 metri, il ponte sullo Stretto di Messina sarà largo 60,4 metri e stabilirà un nuovo record mondiale tra i ponti sospesi. Le due torri principali, collocate sulle sponde siciliana e calabrese, raggiungeranno un’altezza di 399 metri ciascuna. Ogni torre sarà composta da due piloni, 3 traversi e 44 elementi conici prefabbricati, che verranno assemblati in loco.
I tempi e il progetto
Si tratta di un progetto ambizioso, uno dei più rilevanti tra quelli finanziati con fondi pubblici negli ultimi cinquant’anni. L’opera è unica nel suo genere: tra le più costose della storia italiana, sicuramente la più complessa, ha attraversato i governi di ogni colore politico. C’è chi ha tentato di affossarla definitivamente, e chi, al contrario, l’ha sostenuta con investimenti milionari. Il governo Meloni, ormai da tempo, appartiene al secondo gruppo.
Il ponte sarà progettato per resistere a venti superiori ai 200 km/h e a terremoti fino a magnitudo 7.1 della scala Richter. L’avvio dei lavori è previsto per l’estate del 2025, con una durata complessiva stimata di sette anni. Dopo una prima fase di cantierizzazione e organizzazione delle aree coinvolte, ci sarà la fare dell’istallazione dei piloni e dell’assemblaggio degli elementi principali. I cavi verranno impiantati grazie a un sistema innovativo di zattere. Al completamento di queste fasi, entro il 2032 verranno realizzati circa 40km di collegamenti stradali e ferroviari. Il ponte è tarato per durare almeno 200 anni, la sua progettazione è aggiornata ai più recenti standard internazionali. La struttura sarà dotata di dispositivi di monitoraggio e manutenzione in tempo reale, con sistemi per la sicurezza e la gestione del traffico. “L’opera sarà realizzata da un consorzio di imprese italiane, giapponesi, spagnole, danesi. Il project management sarà americano, con 200 ingegneri. È previsto il meglio delle professionalità”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini in la conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo l’approvazione del Cipess, un organismo governativo, al Ponte sullo Stretto. Il vicepremier ha anche aggiunto che nel progetto è prevista anche una metropolitana con “3 fermate sul fronte messinese che collegheranno tutti i giorni studenti pendolari, lavoratori, turisti da una sponda all’altra”.
Costi e finanziamenti
Dal Documento di economia e finanza del 2024 emerge che il costo complessivo del Ponte sullo Stretto di Messina è stimato intorno ai 13,5 miliardi di euro. A finanziare l’opera sarà lo Stato italiano, attraverso risorse pubbliche nazionali e fondi europei.
Il progetto rientra infatti all’interno del corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete TEN-T, la rete transeuropea dei trasporti promossa dall’Unione Europea con l’obiettivo di migliorare la connettività interna tra i Paesi membri, favorendo una mobilità sempre più sostenibile e integrata. Questo corridoio strategico attraversa l’Europa da nord a sud, collegando città come Helsinki, Stoccolma, Berlino, Monaco, Roma e Palermo. L’inserimento del ponte in questo progetto lo rende un’infrastruttura di rilevanza non solo nazionale ma europea.
Secondo le stime, inoltre, il ponte produrrà un ritorno economico di quasi 4 miliardi di euro, con un tasso interno di rendimento del 4,5%, superiore alla media degli investimenti pubblici nel settore infrastrutturale. L’opera avrà inoltre effetti significativi sull’economia reale. Si prevede la creazione di 100.000-120.000 posti di lavoro complessivi nel corso dei lavori e un incremento del PIL pari a circa 3 miliardi di euro all’anno. E inoltre ridurrebbe il cosiddetto “costo dell’insularità”, cioè il peso economico che la condizione insulare comporta, in particolare per la Sicilia, che ammonta a oltre 6,5 miliardi di euro l’anno.
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