Non ci sono notizie entusiasmanti dal fronte delle valutazioni economiche relative primi sei mesi del 2025 in Romagna e in provincia. Del resto nessuno se le aspettava data l’incertezza del momento. Dazi come mannaie, guerre di cui non si vede la fine, economie stagnanti hanno dipinto un quadro generale di arretramento del Pil che si è riflesso anche qui. L’Osservatorio economico della Camera di Commercio di Forlì-Cesena e Rimini, dà conto, dunque, di “diffusi segnali difficoltà” ma accende un piccola luce grazie ad “alcuni segnali positivi”. Le valutazioni partono dal contesto nazionale in cui l’Istat segnala un arretramento del prodotto interno lordo dello 0,1%. Come la Germania che, insieme all’Italia, fa peggio di alcuni paesi europei come Spagna e Francia.
Tra i segnali positivi ci sarebbe però la proiezione in merito al secondo semestre di quest’anno complicato: Prometeia dice più 0,8 per l’Emilia-Romagna, più 0,7 per l’Italia.
E veniamo al contesto delle provincie di Forlì-Cesena e Rimini (ossia quasi tutta la Romagna esclusa Ravenna) con i loro 57 comuni che assommano 734 mila abitanti circa, di cui l’11,3% di nazionalità straniera. Un’area che ha vissuta una certa stabilità e che si aspetta un recupero. Più complesso e incerto il contesto della nostra provincia di Forlì-Cesena dove sono attive 35.467 imprese (meno 0,3 % rispetto all’anno passato). Ed ecco perché: calano le sedi d’impresa, diminuisce la produzione ortofrutticola e cerealicola, scende il manifatturiero, scivolano in basso le vendite del commercio al dettaglio, si riduce il numero delle cooperative, cresce (tanto) il ricorso alla cassa integrazione, sul fronte del credito è stabile la richiesta di prestiti e calano un po’ i depositi.
E, fatto che sta suscitando molto allarme data la stagionalità del problema, flettono gli arrivi e le presenze turistiche in Riviera.
Ma c’è anche qualche nota positiva: aumentano le start up innovative, cresce il volume d’affari nelle costruzioni, hanno segno positivo le esportazioni, l’occupazione non va tanto male. C’è un nota col più in relazione alla popolazione residente, sempre in saldo negativo tra nati e morti: è cresciuta di 2.851 unità (su 393.628 abitanti), indice di attrattività della provincia.
Vale la pena di approfondire le dinamiche di alcuni settori. Il movimento turistico, ad esempio. Nel periodo gennaio-giugno 2025, si registra una diminuzione annua degli arrivi dell’1,4% (sul totale di 521.007 unità) e, lievemente, delle presenze dello 0,3% (su 1.965.274 unità). Le flessioni, rispetto ai primi sei mesi del 2024, interessano la clientela nazionale (meno 1,9% di arrivi e meno 1,6% di presenze) mentre aumenti caratterizzano quella estera ( più 1,2% di arrivi e più 5,4% di presenze). Nello specifico, giugno chiude con un meno 5,5% di arrivi e meno 1,1% di presenze. In crescita, invece, nel primo trimestre 2025, il fatturato dell’intero settore (più 0,6% rispetto al primo trimestre 2024). Prezzi più alti o maggiori consumi, dunque, ma meno arrivi e presenze.
In tema lavoro incuriosisce il fenomeno delle dimissioni volontarie, che nel forlivese-cesenate, nei primi tre mesi del 2025, hanno caratterizzato 3.522 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 32,3% del totale delle cessazioni ma risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2024 (meno 7,5%).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link