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Sostenibilità e pmi, la nuova frontiera del reporting Esg


La sostenibilità non è più un semplice vincolo normativo, ma una vera e propria leva strategica per creare valore d’impresa. È questo il messaggio centrale emerso dall’evento “Sostenibilità e Valore: una relazione complessa”, organizzato dall’Università Bocconi con il contributo scientifico degli esperti dell’Srb Lab lo scorso 17 luglio. Al centro del dibattito, le recenti evoluzioni del quadro regolatorio europeo e le sfide che le piccole e medie imprese si trovano ad affrontare in un panorama normativo in continua trasformazione.

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Il nuovo scenario normativo: tra obblighi e semplificazioni

Chiara Del Prete, chairwoman dell’Efrag Sustainability reporting technical expert group, ha tracciato un quadro dettagliato dello stato dell’arte della normativa europea. La Corporate sustainability reporting directive (Csrd) ha già prodotto effetti tangibili, spingendo un numero crescente di aziende verso una maggiore trasparenza in ambito ambientale, sociale e di governance. Tuttavia, il recente Decreto Omnibus, approvato a febbraio 2025, ha introdotto significative modifiche per alleggerire gli oneri delle pmi. La soglia occupazionale per l’applicazione della Csrd è stata innalzata da 250 a 1.000 dipendenti, riducendo il numero di aziende interessate da circa 14.000 a 11.700. “Questa revisione ha effetti ambivalenti – ha spiegato Del Prete – Da un lato rappresenta un alleggerimento per le imprese non strutturate, dall’altro pone le realtà con 250-1.000 dipendenti in una condizione di estrema incertezza, essendo state improvvisamente escluse dall’ambito obbligatorio”.

Il Vsme: uno standard su misura per le pmi

In risposta alle esigenze di semplificazione, l’Efrag ha sviluppato il Voluntary sustainability reporting standard for non-listed Smes (Vsme), uno standard volontario specificamente concepito per le pmi non quotate. Il Vsme si articola in due moduli – basic e comprehensive – con un approccio modulare che facilita un percorso progressivo verso la rendicontazione Esg. Il modulo basic prevede undici informazioni fondamentali da comunicare, pensate come soglia di accesso semplificata per le microimprese, mentre quello comprehensive introduce ulteriori elementi per rispondere alle esigenze informative di clienti, fornitori, banche e investitori. “Lo standard si propone di standardizzare le informazioni Esg frequentemente richieste attraverso questionari da parte di soggetti terzi – ha precisato Del Prete – contribuendo a migliorare l’efficienza comunicativa e la comparabilità tra imprese”.

Sostenibilità come driver di valore

La tavola rotonda che ha coinvolto accademici ed esponenti aziendali ha evidenziato come la sostenibilità debba essere ripensata non come adempimento amministrativo, ma come strumento strategico di creazione del valore. Integrare le metriche Esg nei sistemi di programmazione e controllo significa ripensare l’intero approccio alla misurazione delle performance aziendali. Il valore d’impresa, definito come attualizzazione dei flussi di cassa futuri, può beneficiare della sostenibilità attraverso tre leve: miglioramento dell’efficienza operativa, innovazione dei modelli di business e riduzione del profilo di rischio.

Il sistema finanziario al centro della transizione

Le banche si trovano oggi in una posizione particolare: sono sia utilizzatrici di dati Esg per valutare i profili di rischio dei clienti, sia produttrici di reportistica. Il cosiddetto “trickle-down effect” coinvolge indirettamente anche le pmi alle quali, pur non essendo soggette agli obblighi di rendicontazione, viene richiesto dai clienti di fornire informazioni Esg per garantire la conformità lungo tutta la catena del valore.

L’esperienza Enel: un modello di trasformazione

Un esempio concreto di trasformazione sostenibile è stato presentato attraverso l’esperienza di Enel. Sotto la guida dell’ex cfo Alberto De Paoli, il gruppo ha avviato una profonda trasformazione strategica puntando sulle energie rinnovabili e anticipando i cambiamenti di scenario. Il lancio nel 2019 del primo Sdg-Linked Bond ha rappresentato un momento chiave, collegando direttamente le condizioni di debito al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e consolidando la credibilità dell’azienda presso gli investitori.

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Verso una maggiore standardizzazione

L’evento ha evidenziato la necessità di maggiore standardizzazione e semplificazione della reportistica Esg. Come ha concluso Del Prete, è attesa a breve l’emissione della raccomandazione della Commissione Europea sull’utilizzo del Vsme, un passaggio strategico per favorire l’adozione dello standard attraverso il coinvolgimento della comunità bancaria e delle grandi imprese. La sfida per il futuro sarà costruire un sistema informativo Esg che sia al tempo stesso snello e solido, richiedendo la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: regolatori, imprese e istituzioni finanziarie.

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