Ncc 1 – Salvini 0: il Tar del Lazio ha annullato integralmente il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che imponeva agli Ncc l’uso obbligatorio del Foglio di servizio elettronico.
La decisione arriva in accoglimento di tre ricorsi presentati da operatori del settore. La vicenda è tutt’altro che chiusa, con il Mit che annuncia ricorso al Consiglio di Stato. Ma la questione è più grande: sulla materia del trasporto passeggeri, l’Ue minaccia sanzioni milionarie per l’Italia.
Ncc, il Tar boccia il decreto del Mit
Matteo Salvini aveva voluto il decreto dichiarando l’intenzione di regolamentare il trasporto pubblico non di linea. Gli operatori del noleggio con conducente, invece, accusavano il ministro di voler azzoppare la categoria per favorire di fatto i tassisti.
Secondo i giudici amministrativi, il decreto è illegittimo perché privo di una base legislativa solida. La sentenza afferma che il Fdse non rappresenta una mera formalità ma introduce “un sistema informativo vincolante, accentrato e prescrittivo” che di fatto crea “un filtro operativo aggiuntivo” non previsto dalla legge primaria.
Il decreto salviniano imponeva alle imprese Ncc
- di registrare ogni corsa su una piattaforma elettronica;
- di rientrare obbligatoriamente in rimessa tra una corsa e l’altra;
- di fare una pausa minima di 20 minuti prima di accettare una nuova prenotazione.
Più burocrazia, dunque, più dispendio di carburante e meno tempo da dedicare al trasporto effettivo dei passeggeri.
Durissimo il giudizio del Tar, secondo il quale queste limitazioni “devono ritenersi illegittime per eccesso di potere, violazione di legge e contrasto con i principi costituzionali ed eurounitari in materia di legalità, proporzionalità, libertà economica, protezione dei dati personali e concorrenza“.
Salvini fa ricorso al Consiglio di Stato
Come detto, il Mit guidato da Salvini ha già annunciato che impugnerà la decisione di fronte al Consiglio di Stato, sostenuto dalle sigle dei tassisti, pronte a costituirsi in giudizio. Se il Consiglio di Stato dovesse ribaltare la sentenza, il decreto potrebbe tornare in vigore, anche solo in parte.
Maggioranza divisa sugli Ncc
Nel frattempo, l’annullamento del Fdse elimina l’obbligo di registrazione elettronica, il vincolo del rientro in rimessa e i 20 minuti di attesa. Gli operatori Ncc possono lavorare senza questi limiti, tornando a un regime regolatorio meno restrittivo.
Forza Italia, pur facendo parte della coalizione di governo, attacca Salvini e chiede una riforma organica del settore con norme più semplici e orientate alla concorrenza. Una proposta di legge depositata a Montecitorio prevede la gestione delle licenze Ncc a livello regionale e l’abolizione definitiva di foglio elettronico e dei tempi di attesa obbligatori.
Gli schieramenti in campo sono due: da una parte gli operatori Ncc che sono soddisfatti per la vittoria giudiziaria e che chiedono una legge nazionale moderna, allineata agli standard europei, che favorisca la concorrenza e superi la contrapposizione storica con i taxi; dall’altra parte ci sono i tassisti che considerano la sentenza un pericoloso strappo e parlano di concorrenza sleale a vantaggio di piattaforme multinazionali. I tassisti temono che senza vincoli aggiuntivi gli Ncc possano operare come taxi senza le stesse regole e tariffe. Il governo si pone nel mezzo: da una parte c’è la Lega che è vicina alle posizioni dei tassisti e dall’altra parte c’è Forza Italia che spinge per deregolamentare il settore.
Italia a rischio procedura di infrazione
Ma per il governo si apre anche un altro fronte: la Commissione Ue sta esaminando un altro decreto del Mit, quello sulle piattaforme digitali che limita la visibilità di destinazioni e prezzi nelle app di prenotazione taxi e Ncc. Se l’Italia non modificherà il testo, il rischio è un procedimento d’infrazione con multe milionarie.
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