La macchina pubblica, con i suoi tempi, ha rimesso in pista la Carta dedicata a te per il 2025. Dopo una lunga attesa burocratica, ecco il timbro ufficiale sul provvedimento che autorizza l’erogazione del bonus da 500 euro, un contributo una tantum che lo Stato distribuisce a chi si trova in difficoltà.
La misura, lanciata nel 2023, resta nel perimetro già noto ma si aggiorna nei meccanismi e nella distribuzione. Il decreto attuativo sblocca un fondo da 500 milioni di euro. La cifra sarà suddivisa tra famiglie residenti in Italia composte da almeno tre persone.
Come ottenere la Carta dedicata a te
Niente trafile, né moduli da compilare. L’assegnazione della Carta dedicata a te avviene in automatico senza che il cittadino debba fare richiesta. L’Inps pesca i nomi dai propri database e gira gli elenchi ai Comuni, che avranno 30 giorni di tempo per controllare se tutto torna o se serve correggere qualcosa.
Secondo il testo ufficiale, i potenziali beneficiari sono 1.157.179. La torta sarà tagliata seguendo criteri legati al numero di abitanti e alla fascia di reddito media del territorio.
Nella selezione pesano anche la composizione familiare e la presenza di minori: avranno una corsia preferenziale i nuclei con almeno tre membri, e in particolare quelli dove c’è almeno un figlio nato entro il 2011 o, in seconda battuta, entro il 2007.
Chi è escluso dal beneficio
Fuori dalla partita restano tutti coloro che hanno già una qualche forma di aiuto economico pubblico. Niente carta per chi:
- riceve la Naspi;
- beneficia della Dis-coll;
- è coperto dalla cassa integrazione;
- percepisce l’indennità di mobilità;
- accede ai fondi di solidarietà;
- riceve l’assegno di inclusione;
- ha ancora attiva la vecchia carta acquisti;
- usufruisce di contributi o sussidi locali, comunali o regionali.
Come funziona la Social Card
A partire dal mese di ottobre, la Carta Dedicata a te verrà attivata con l’accredito dell’importo previsto. La carta, distribuita da Poste Italiane attraverso Postepay, serve a un solo scopo: fare la spesa. È pensata per l’acquisto di generi alimentari strettamente indispensabili (no alcolici quindi).
Rispetto alle edizioni precedenti, alcune voci di spesa sono state tagliate:
- niente carburante;
- niente abbonamenti ai mezzi pubblici;
- niente acquisti al di fuori dell’alimentare di base.
Inoltre, la carta offre anche accesso a sconti del 15% negli esercizi convenzionati aderenti al programma, che devono essere abilitati al circuito Mastercard.
Funziona come una normale carta di pagamento elettronica, dotata di codice pin personale, ma non permette prelievi di contanti o ricariche, né acquisti extra-alimentari.
Per sapere quali esercizi commerciali aderiscono all’iniziativa e permettono di beneficiare delle agevolazioni previste, è possibile consultare il sito del Ministero dell’Agricoltura.
Carta Dedicata a te 2025: modalità di consegna e documenti richiesti
I destinatari riceveranno una comunicazione ufficiale da parte del proprio Comune di residenza, che fornirà istruzioni per ritirare la carta presso gli sportelli postali. Al momento della consegna, sarà necessario presentare un documento valido e il codice fiscale.
Le famiglie che riceveranno il beneficio per la prima volta otterranno una nuova carta; per chi ha già usufruito dell’aiuto, è prevista una semplice ricarica sull’account esistente.
Per ritirare la carta sarà necessario presentare:
- la lettera di assegnazione ricevuta dal Comune;
- un documento d’identità in corso di validità;
- il codice fiscale.
Il ritiro può essere effettuato anche da una persona delegata, munita di autorizzazione scritta.
Le liste dei beneficiari saranno pubblicate sui siti istituzionali dei Comuni per almeno trenta giorni, con accorgimenti per tutelare la riservatezza dei dati personali.
Scadenze e obblighi per chi riceve la Social Card
Chi riceverà la carta, se non la usa almeno una volta entro metà dicembre 2025, la perde. E anche i 500 euro hanno una scadenza, devono essere spesi fino entro il 28 febbraio 2026. Se ci saranno slittamenti nel calendario, lo decideranno i prossimi aggiornamenti normativi, sempre che arrivino in tempo utile.
Sul fronte burocratico, Poste Italiane dovrà inviare un rendiconto dettagliato entro la fine di marzo 2026 al Ministero dell’Agricoltura, che poi passerà i dati al Ministero del Lavoro, a quello dell’Economia e al dicastero delle Imprese. Un mese dopo, si tireranno le somme, e le risorse non utilizzate torneranno nelle casse dello Stato.
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