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Cassino, automotive, il territorio soffre


La crisi industriale che investe Stellantis non rappresenta più soltanto una mera battuta d’arresto produttiva, ma si configura come una vera e propria problematica economica capace di contagiare trasversalmente l’intero sistema commerciale del territorio. Il reiterato ricorso ai fermi della produzione, ormai divenuto una prassi strutturale, sta lentamente ma inesorabilmente minando il potere d’acquisto della forza lavoro, con effetti a catena che si riflettono su ogni comparto dell’economia locale.
Il caso emblematico di Le Grange è solo la punta dell’iceberg di una crisi diffusa ma spesso silenziosa, che coinvolge un tessuto imprenditoriale composito, fatto anche di piccole botteghe, esercizi storici e imprese familiari.

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«Tutto il tessuto ricettivo, commerciale e immobiliare sta soffrendo – ha detto il sindaco di Piedimonte Gioacchino Ferdinandi – perché c’è un cordone diretto tra stabilimento e città, non solo il dipendente Stellantis e quello dell’indotto ma l’intero tessuto economico si mantiene principalmente su questo settore ed è chiara anche la situazione di crisi che sta affrontando il centro commerciale Le Grange, perché le famiglie hanno una capacità di spesa inferiore rispetto al passato come pure sul territorio girano meno persone, prima erano 7-8.000 operai a due passi dall’area commerciale, oggi sono molti di meno. Già questo fa venire a mancare una possibilità di spesa e, in più si aggiunge il fatto che le buste paga sono inferiori e il potere d’acquisto ne risente. Non dimentichiamo che l’11 settembre è previsto il terzo incontro per la vertenza Trasnova laddove anche quella è una situazione appesa a un filo, spero che ci sia un congelamento della situazione attuale evitando la perdita occupazionale».

Preoccupato anche Orazio Capraro, sindaco di Villa Santa Lucia: «La situazione è difficile. Questi continui rinvii, come abbiamo sentito per lo Stelvio che non verrà prodotto nei tempi previsti, fanno male al territorio, anche perché vuol dire che i lavoratori continuano a stare in cassa integrazione e non percepiscono lo stipendio intero e per la famiglie monoreddito è un grosso problema. Circa l’80% della nostra popolazione lavora nel settore dell’automotive tra Stellantis e indotto e i Servizi Sociali avvertono le difficoltà delle famiglie. Teniamo presente che l’indotto pure sta soffrendo al pari di Stellantis dal momento che è tutto collegato, quindi è l’intero territorio che soffre, le attività commerciali ne risentono, c’è un calo importante. Lavorano di meno perché la gente ha meno disponibilità: Stellantis e l’indotto si trovano in forte sofferenza e quindi è tutta la società in difficoltà. Non abbiamo alternative rispetto all’automotive, non abbiamo altri settori che possano compensare la riduzione di reddito dettato dalla crisi del settore e, quindi, è chiaro che soffriamo ancora di più.

Occorrerebbe un tavolo tra la politica, le parti sociali, i sindacati e Unindustria per la riconversione dello stabilimento, gran parte è inutilizzato per via della riduzione del personale, sarebbe opportuno promuovere un incontro per studiare come riconvertire. Bisognerebbe studiare anche formule per incentivare nuove attività e nuovi settori ad insediarsi in quest’area».
L’allarme è generalizzato. «La situazione di Stellantis preoccupa non poco – afferma Gianni Fantaccione, sindaco di Castrocielo – i continui stop produttivi, la mancanza di produzione e le stesse dichiarazioni dei vertici sui sacrifici ancora da fare, lasciano presagire un futuro certamente non positivo. La stessa Regione sta lavorando a un piano strategico per attrarre investimenti, ma è chiaro che non potrà mai dare le risposte e i risultati immediati in termini di rilancio dell’economia del territorio nel senso che la Regione da sola non basta, occorre anche l’intervento del governo nazionale con politiche attive sul lavoro e soluzioni concrete e fattibili da subito per i livelli occupazione e creare produttività alternative anche perché la gravissima situazione di Stellantis sta creando un pericoloso effetto a catena, con la chiusura di imprese legate all’indotto dell’auto e non solo, un esempio su tutti il Centro Commerciale Le Grange».



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