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Gruppo Collextion lancia piattaforma di cartolarizzazione di destocking di magazzino per pmi. Al via la prima operazione da 500 mln euro


Mentre è ancora all’esame del Parlamento il disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 14 gennaio e che, in questa sua prima edizione, ha visto inserite una serie di norme che hanno l’obiettivo di agevolare, più di quanto non sia già possibile, l’accesso al credito bancario anche a mezzo della cartolarizzazione dello stock di magazzino, nota anche come inventory financing,  Gruppo Collextion si porta avanti e lancia la prima piattaforma italiana per il destocking di magazzino tramite cartolarizzazione di crediti, che annuncia anche una prima operazione da 500 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).

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Le cartolarizzazioni che transiteranno dalla piattaforma avranno come oggetto beni e crediti maturati e maturandi, generati da commesse aventi come sottostante beni presenti in magazzino. Tali beni saranno posti a garanzia e segregati, così come i flussi finanziari derivanti dalle vendite future. Le aziende potranno conferire i propri stock di prodotti finiti o semilavorati in un veicolo di cartolarizzazione gestito dal Gruppo Collextion, ottenendo liquidità immediata a condizioni competitive.

La piattaforma aggrega i magazzini di più cedenti in portafogli diversificati, finanziati da investitori istituzionali tramite l’emissione di titoli obbligazionari. Un sistema informatico avanzato assicura la tracciabilità puntuale di ogni bene e il monitoraggio costante dei flussi finanziari, con reportistica dedicata sia per le imprese partecipanti sia per gli investitori. Con questo progetto, Collextion Group si propone come aggregatore, sub-servicer e monitor indipendente dell’intero processo di cartolarizzazione, garantendo elevati standard di affidabilità, sicurezza operativa e trasparenza.

La piattaforma debutta come detto con un’operazione concreta: una prima cartolarizzazione da circa 500 milioni di euro che coinvolge un gruppo selezionato di pmi del Made in Italy, pronte a cedere parte del proprio magazzino. Non si tratta solo di un progetto, ma di un’iniziativa già attiva, con un’operazione pilota, strutturata con il supporto di un primario arranger bancario nella quale Collextion ricopre il ruolo di sub-servicer e monitor indipendente. I titoli emessi, suddivisi in tranche senior, mezzanine e junior, saranno sottoscritti da investitori qualificati, tra cui fondi specializzati in crediti alternativi.

Antonio Borraccino, fondatore del Gruppo Collextion, ha commentato: “Siamo entusiasti di presentare una soluzione innovativa e unica nel panorama italiano, che con la nostra piattaforma offre alle pmi uno strumento efficace per valorizzare la liquidità immobilizzata nel magazzino in modo sicuro e senza interferire con il loro ciclo operativo. Allo stesso tempo, creiamo una nuova opportunità d’investimento per fondi e istituzioni finanziarie, fondata su asset reali e strutturata secondo le best practice di mercato. Il nostro obiettivo è contribuire alla modernizzazione dell’ecosistema finanziario italiano, mettendo in connessione economia reale e capitale istituzionale”.

Ricordiamo che Collextion Holding srl (controllata al 58,3% da Concetta Sorrentino e al 41,7% da Antonio Borracino) è a capo del gruppo Collextion, che opera attraverso Collextion Mediazioni (svolge attività di mediazione creditizia e opera in sinergia con veicoli costituiti per l’origination di crediti verso la PA), appunto Collextion Services (specializzata nella gestione e recupero del credito, che pochi giorni fa si è aggiudicata la gestione di 500 milioni di euro lordi di crediti verso la PA in portafoglio al fondo Pollen Street, si veda altro articolo di BeBeez), Collextion Legal (per la gestione del recupero crediti con esperienza ventennale nei contenziosi tra privati ed enti pubblici), Collextion Limited (che volge attività di arranger in operazioni di cartolarizzazione) e il servicer Parr Credit, tornato al nome originale dal precedente White Star, dopo essere stato ceduto a Collextion nell’aprile 2022 da Arrow Global (si veda altro articolo di BeBeez).

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Tornando al tema dell’inventory financing, come detto, la normativa italiana in materia è in evoluzione, con le nuove norme che sono state inserite nel DDL al vaglio del Parlamento, che costituisce la prima attuazione dell’art. 18 della L. 180/2011, in base al quale, entro il 30 giugno di ogni anno, il governo, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, deve presentare alle Camere un disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, volto a definire gli interventi in materia per l’anno successivo.

Già con la normativa attuale, peraltro, l’inventory financing tramite cartolarizzazione in Italia è possibile, sebbene i casi di applicazione siano ancora rari. Una prima doppia operazione risale al 2023. Allora Tamac srl e Officine Tecnosider srl, controllate italiane di Trasteel Trading Holding sa, gruppo internazionale di trading e industriale attivo nel settore siderurgico e metallurgico con sede legale in Svizzera, avevano cartolarizzato i loro crediti commerciali e il magazzino per un valore complessivo di 77 milioni di euro. L’operazione è stata strutturata da illimity Bank, che aveva ricoperto il ruolo di arranger e aponsor e che aveva anche sottoscritto la tranche senior della cartolarizzazione, assistita nell’operazione dell’advisor legale Jones Day. Le abs erano state sottoscritte anche da altri investitori, oltre che dall’originator (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’operazione, volta a finanziare l’intero ciclo del circolante delle due società, illimity Bank aveva richiesto il ricorso al pegno rotativo non possessorio a garanzia dell’investimento, distinguendosi per essere il primo istituto di credito ad aver adottato tale strumento giuridico innovativo all’interno di un’operazione di cartolarizzazione (sulla normativa sul pegno non possessorio, si veda altro articolo di BeBeez).

Il testo della norma inserita nel DDL annuale pmi

Il concetto è quello di sfruttare il magazzino per ottenere finanziamenti, offrendo in cambio come garanzia le stesse materie prime ancora in fase di produzione o lavorazione che vi sono presenti. Una soluzione che potrebbe dare liquidità in particoalre alle alle aziende esportatrici negli Stati Uniti che a seguito dei dazi potrebbero vedere incrementare i loro stock di magazzino.

Ora vengono proposte ulteriori norme che potrebbero rendere più agevole il ricorso all’inventory financing o destocking di magazzino (si veda qui La nota di lettura del servizio del bilancio del Senato).  Come ben spiegato da questo cllient alert dello studio legale Bird&Bird, da un lato il disegno di legge stabilisce una struttura che prevede il conferimento dei beni del magazzino all’interno di un patrimonio destinato costituito dall’impresa, con funzione di “garanzia” della remunerazione e del rimborso di un finanziamento concessole dalla SPV, quindi una cartolarizzazione sintetica; e dall’altro una seconda struttura che, diversamente, contemplerà la cessione diretta alla SPV dei beni del magazzino (quindi non solo, come da normativa attuale, di crediti o beni immobili o mobili registrati cioé auto, aeromobili, navi o simili), che fungeranno da collaterale dei titoli obbligazionari asset-backed emessi dalla SPV stessa nell’ambito dell’operazione (o del finanziamento a essa concesso).



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