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Imballaggi in plastica, il 50% degli italiani abbandona i marchi non green


Agli italiani gli imballaggi di plastica non piacciono più. Lo fa sapere un’indagine condotta da Pro Carton, che rivela come il 50% degli italiani abbia ormai cambiato le proprie abitudini in fatto di sostenibilità del packaging, inseguendo il cartone e abbandonando la plastica.

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La scelta è dovuta a diversi fattori, non solo quelli evidenti di riciclabilità e sostenibilità ambientale, c’è anche la questione dei rischi per la salute umana.

Italiani sempre più attenti al packaging

Anni di campagne a favore della riduzione della plastica hanno dato buoni risultati. Secondo un’indagine condotta da Pro Carton, il 50% degli italiani sceglie il proprio prodotto in base alla sostenibilità del packaging.

Sono stati coinvolti oltre 5.000 consumatori in cinque Paesi europei e dall’analisi è emerso un importante fattore psicologico: i consumatori, ben il 50% degli italiani nello specifico, non scelgono un prodotto per forza in base al risparmio economico. Molto fa anche l’imballaggio. In base ai dati emersi dall’osservatorio realizzato da Pro Carton, l’associazione europea dei produttori di cartone e cartoncino, le aziende fanno addirittura fatica a stare dietro alla richiesta dei consumatori.

Sempre più di frequente i prodotti imballati nella carta sono più acquistati rispetto a quelli in plastica non riciclata o non riciclabile. Si tratta sì di un crescente senso di consapevolezza ambientale, ma anche di una sempre maggiore attenzione ai rischi per la salute dell’utilizzo della plastica a contatto con gli alimenti e non solo.

Gli italiani sono attenti all’ambiente

Tra i molti consumatori intervistati in Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna è stata notata una crescente consapevolezza sull’impatto ambientale degli imballaggi in plastica. Per oltre il 50% degli intervistati, la riduzione della plastica è sempre più urgente. In Italia il risultato è molto positivo perché circa il 50% degli italiani sceglie l’acquisto di un prodotto anche in base al packaging. I dati però, come fa notare la stessa associazione europea, sono comunque viziati dal crescente costo della vita.

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Infatti 7 intervistati su 10 ammettono di acquistare prodotti in cartone, preferendoli alla plastica, se il loro prezzo è allineato alle alternative o se sono in sconto, mentre il 19% si è detto disposto a spendere di più per l’alternativa più sostenibile. Quindi gli italiani preferiscono la carta e il cartone alla plastica, ma soprattutto, quando possibile, evitano a ogni costo gli imballaggi non riciclabili. Infine, tra i comportamenti sostenibili, sulla scelta di acquisto di un prodotto incide anche l’eccesso di confezionamento, come singoli pacchetti o doppio strato di imballaggio.

Il riciclo non basta più

Può sembrare un risultato neutro e non una vittoria, ma nella pratica i cambiamenti nelle abitudini quotidiane sono molto importanti. Sono proprio queste che in passato hanno portato a un consumo eccessivo di plastica, fino alla creazione di vere e proprie isole di scarti e rifiuti monouso. Oggi subiamo le conseguenze, anche sulla salute, dell’eccessiva produzione di plastica e del rilascio in natura. Le microplastiche si trovano ovunque, persino all’interno dei polmoni, nel sangue ed è stata trovata all’interno di un feto.

Nel 2025 riusciamo a riciclare solo il 10% della plastica prodotta al mondo e questo vuol dire che non ci basta più solo riciclare. Per ridurre in modo più efficace la plastica in natura e il rilascio di micro e nanoparticelle su ogni superficie, dall’aria all’acqua, c’è bisogno proprio di una trasformazione delle abitudini.

Inoltre, non è scontato ragionare sul fatto che le abitudini di acquisto influenzano particolarmente le aziende, che sono spinte ad adeguarsi alla consapevolezza del consumatore. Proprio le aziende sono quelle che hanno un impatto ambientale maggiore e quindi una responsabilità cruciale nella lotta all’inquinamento da plastica. Lo abbiamo già visto: nei fast-food è stato possibile, per esempio, smettere di utilizzare prodotti in plastica e favorire l’uso del cartone, anche a discapito di qualche scomodità, come le fastidiose cannucce di cartone.

Dove non arriva l’azione dal basso, serve però un intervento dall’alto, ed è quello che si sta cercando di fare a Ginevra in questi giorni con il sesto ciclo di negoziati, per raggiungere un accordo globale contro l’inquinamento da plastica. Fino a oggi i colloqui non hanno ancora portato a un accordo, ma molti Paesi presenti spingono affinché si raggiunga un’intesa definitiva il prima possibile.





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