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L’allarme della Camera di Commercio: «Oltre il 50% delle imprese non trova personale»


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Il primo report Cnel-Unioncamere svela la crisi occupazionale anche in Romagna

Il 54% delle imprese di Ravenna e Ferrara fatica a trovare lavoratori con le competenze richieste. Il primo report Cnel-Unioncamere fotografa una crisi nazionale, con i settori tecnici in forte difficoltà e il ruolo chiave di scuola e orientamento

Lavoro e competenze

Anche a Ravenna le imprese faticano a trovare personale qualificato. È quanto emerge dal primo Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro elaborato da Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) e Unioncamere, che fotografa un’Italia in difficoltà nel reperire figure professionali dotate delle competenze richieste dal mercato. Il disallineamento tra ciò che le aziende cercano e ciò che trovano è evidente nei territori romagnoli: nella provincia di Ravenna, così come in quella di Ferrara, oltre la metà delle imprese (53,2%) segnala problemi nel trovare i profili adatti, con picchi preoccupanti per ruoli tecnici e altamente specializzati.

A livello nazionale, la situazione è altrettanto critica: nel 48% dei casi, le aziende lamentano carenze di personale qualificato, in particolare nei settori metalmeccanico, informatico ed elettronico. Il report, pensato per guidare le politiche pubbliche su orientamento e formazione, mette in luce la necessità di costruire ponti solidi tra scuola e impresa, sia per affrontare le sfide attuali sia per prepararsi a quelle dei prossimi anni.

Scuola e impresa

«Costruire un dialogo costante con le scuole del territorio è un’opportunità di crescita e sviluppo per le nostre imprese» ha dichiarato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna. La collaborazione tra sistema educativo e tessuto produttivo, infatti, è vista come un elemento chiave per ridurre il mismatch e favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Nella nostra area, circa una nuova assunzione su tre (il 34%) coinvolgerà under 30, ma resta l’incognita sulle reali competenze di questi giovani rispetto alle esigenze delle imprese.

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«Conoscere le aspettative delle imprese e la possibilità di inserire giovani talenti con un bagaglio tecnico adeguato – ha aggiunto Guberti – è oggi un aspetto indispensabile in un mercato del lavoro in continua evoluzione». In questo senso, la cultura d’impresa nelle scuole e la promozione delle professioni tecniche e scientifiche diventano leve fondamentali per rendere più fluido l’incontro tra domanda e offerta.

Professioni introvabili

Il report Cnel-Unioncamere evidenzia come in Romagna la difficoltà di reperimento sia ancora più accentuata rispetto alla media nazionale: il 54,2% delle imprese segnala problemi nell’assumere dirigenti e profili con elevata specializzazione. I ruoli più introvabili? Tecnici della salute (91,9%), operai specializzati nella manutenzione elettrica ed elettronica (100%), rifinitori nel settore edile (90,1%), conduttori di macchine agricole (82,9%) e montatori di carpenteria metallica (77,3%).

Le motivazioni di queste difficoltà, secondo le aziende, sono chiare: mancanza di candidati (36,9%) e preparazione inadeguata (13,4%). In altre parole, ci sono pochi profili disponibili e spesso non sono all’altezza delle richieste. «Identificare quali figure professionali e quali competenze servono per entrare nel mondo del lavoro – ha concluso Guberti – è proprio una delle azioni su cui si fonda l’attività che portiamo avanti quotidianamente insieme alle associazioni di categoria. Anche per questo plaudo al progetto Cnel-Unioncamere».

Il report in cifre

Nel primo semestre del 2025 il traino dell’occupazione sarà affidato al settore dei servizi, che assorbirà oltre il 72% delle entrate previste (pari a 2,94 milioni di contratti a livello nazionale). A crescere saranno soprattutto turismo, ristorazione e commercio, mentre si prevede un calo nei servizi ad alta conoscenza come Ict (-13,4%) e supporto alle imprese (-8,8%). Le micro e piccole imprese si confermano protagoniste della domanda di lavoro.

Guardando al medio termine (2025–2029), si stima un fabbisogno tra i 3,3 e i 3,7 milioni di lavoratori, di cui circa tre su quattro nei servizi. Laureati in ambito Stem e diplomati tecnici saranno i più richiesti, ma quasi la metà delle assunzioni riguarderà comunque profili con diploma professionale. I servizi alle persone saranno il comparto con la domanda maggiore, seguiti dai servizi avanzati per le imprese. Ancora marginale il peso delle professioni legate all’alta tecnologia.



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