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«Riserva fredda fino al 2038 ma avanti tutta sui progetti di transizione»


CIVITAVECCHIA – Nessun passo indietro sulla transizione energetica, ma sì a una «fermata a freddo» degli impianti a carbone, da utilizzare solo in caso di emergenza. È quanto ha chiarito il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rispondendo oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, nel corso del Question Time a un’interrogazione presentata dal deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio.

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Il parlamentare azzurro, ricordando di essere stato promotore – insieme al collega Mauro D’Attis – dell’istituzione del tavolo interministeriale presso il MiMIT, ha sottolineato: «Grazie a quell’iniziativa a nostra firma è stata avviata un’attenzione specifica e oggi, in quella cornice, ci sono 28 progetti formalmente presentati su Civitavecchia e 46 su Brindisi. Numeri che confermano il grande interesse a investire in questo processo di transizione. Chiediamo di sapere a che punto è la fase istruttoria e l’attuazione concreta di questi percorsi di sviluppo, attesi dai territori».

Nel rispondere, il ministro Urso ha ribadito l’impegno del Governo e del ministero a concludere «il percorso già individuato per giungere ai due accordi di programma». Ha poi ricordato che «il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) prevede per l’Italia la cessazione della produzione di energia elettrica tramite carbone al 31 dicembre di quest’anno, un impegno che è mantenuto».

Tuttavia, ha aggiunto: «Al 31 luglio scorso, la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a proporre una revisione del piano, prevedendo solo il posticipo del phase-out del carbone al 2038, attraverso una fermata a freddo delle centrali. Questa misura è finalizzata a garantire la sicurezza energetica nazionale, senza recare alcun pregiudizio all’ambiente e in linea con le misure adottate da altri Paesi europei, come la Germania, che ha mantenuto in riserva alcuni impianti a carbone».

Urso ha specificato che «ciò significa che gli impianti saranno mantenuti in manutenzione per garantire il loro utilizzo in caso di emergenza nazionale, qualora la situazione geopolitica lo rendesse necessario».

Per quanto riguarda i progetti di riconversione, il ministro ha rassicurato che «il differimento del phase-out non inficia l’attività dei due comitati di coordinamento istituiti presso il ministero, che prosegue con celerità». Ha sottolineato inoltre che «si può contare sulla disponibilità di aree idonee, indipendentemente dalle dismissioni immediate, soprattutto a Brindisi».

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In questa direzione, ha annunciato che è stata «avviata la pubblicazione sul sito del ministero di due avvisi pubblici per acquisire progettualità di investimento nei rispettivi territori di Brindisi e di Civitavecchia». Per lo scalo laziale sono già arrivate «28 proposte, alcune delle quali necessitano di definizione delle aree e delle autorizzazioni ambientali e urbanistiche».

Urso ha concluso spiegando che «l’elaborazione delle progettualità è nelle fasi conclusive, al fine di realizzare – di intesa con gli enti locali – due distinti accordi di programma, che renderanno espliciti progetti, tempi e modalità degli investimenti imprenditoriali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA



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