Non sono più operativi alcuni dei bonus per sostituire le caldaie a gas: cosa cambia per le ristrutturazione e come evitare costi aggiuntivi
Mentre resta operativa la direttiva UE che impone a tutti gli stati membri di sostituirle entro il 2040, il panorama delle agevolazioni fiscali italiane per “rottamare” le caldaie a gas presto perderà un importante tassello dato che non saranno più agevolabili i lavori di sostituzione con quelle a condensazione: a ricordarlo – proprio in queste ore – è una circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha dettagliato i prossimi passi che di dovranno intraprendere per efficientare la propria abitazione.
Prima di arrivare alle novità italiane sulle caldaie a gas, è utile ricordare che – nonostante le strenue battaglie di alcuni paesi, come l’Italia – la Commissione UE (per ora) ha confermato la piena operatività della cosiddetta direttiva sulle case green che mira a rendere meno impattante dal punto di vista ambientale le abitazioni dei privati cittadini: tra i capisaldi della norma c’è proprio la sostituzione delle inquinanti caldaie a gas.
Da cronoprogramma europeo, per rottamare e sostituire le “vecchie” caldaie a gas, gli stati membri – e di conseguenza, ovviamente, i cittadini – avranno tempo fino al 2040: una data che resta indicativa, ma l’intenzione della Commissione è comunque quella di non superare eccessivamente quella scadenza; mentre nel testo non vengono indicate precise alternative su cui puntare, lasciando ampio spazio di manovra ai 27 sulla tecnologia da adottare.
Stop agli inventivi per sostituire le caldaie a gas con quelle a condensazione: cosa succede per chi ha i cantieri già avviati
Venendo a noi e al caso italiano, nella recente precisazione l’Agenzia delle Entrate ha chiarito – con la circolare numero 8 – che è già entrato in vigore lo stop ad alcune delle agevolazioni concesse per sostituire le caldaie a gas: in particolare, si parla della fine degli incentivi per chi opta per i sistemi a condensazione, sia che si tratti di caldaie o di generatori d’aria calda; il tutto applicato anche sui cantieri già avviati e per i quali era stata richiesta (ma non ancora ottenuta) l’agevolazione.
Nel dettaglio, è la stessa Agenzia a precisare che chi intende sostituire le caldaie a gas con quelle a condensazione, potrà ottenere gli sconti solamente nel caso in cui l’acquisto del nuovo dispositivo sia stato effettuato entro (e non oltre) il primo gennaio del 2025; fermo restando che anche a fronte di cantieri già avviati si perderà il beneficio economico, con il Superbonus al 65% che coprirà solamente gli interventi volti a migliorare di almeno due gradi la classe energetica.
Restano – tuttavia – delle possibili scappatoie per chi intende sostituire le vecchie caldaie a gas: il primo – e forse più semplice e ovvio – è quello di cambiare la tipologia del nuovo impianto per optare per le ancor più efficienti (ma anche più costose) pompe di calore che possono includere anche i cosiddetti “sistemi ibridi”, ovvero le pompe che lavorano in abbinamento alle caldaie tradizionali; mentre l’unica altra alternativa è quella di pagare di tasca propria la sostituzione e rivedere il piano operativo dei lavori per eliminare la detrazione.
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