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Mancano 10mila medici, sistema sanitario al collasso ma c’è un piano


Il sistema sanitario italiano sta vivendo un periodo di forte crisi. Criticità sono visibili in molti aspetti sia quotidiani per i pazienti, sia nelle strutture dove mancano nuove assunzione, rinnovo di contratti e stipendi del personale medico-sanitario adeguati. Tra le prime iniziative per tentare di risanare un sistema apparentemente in caduta libera, è arrivato il provvedimento del ministero della Salute per lo stop ai contratti con le cooperative che forniscono i cosiddetti “medici a gettone” per il Pronto Soccorso.

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Potrebbe comunque essere un problema, per quanto l’iniziativa sia positiva, perché il rischio è quello di lasciare un vero e proprio vuoto di personale, e servono quindi immediate nuove assunzioni sia di medici che di infermieri. Secondo gli esperti, serve quindi una riforma che punti a risanare le gravi carenze strutturali e di personale che affliggono tutti gli ospedali italiani. Ne ha parlato Francesco Cognetti, presidente del Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani. Secondo questo, non basta intervenire con le assunzioni per colmare il vuoto di personale, ma vanno anche aumentate le retribuzioni.

Il piano per salvare il Servizio sanitario nazionale

Secondo il presidente del Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, Francesco Cognetti, è necessaria una riforma concreta, rapida e completa del sistema sanitario pubblico. Serve una riforma, scrive, centrata su alcuni obiettivi specifici ma particolarmente necessari.

Ne individua e riporta alcuni:

  • piano straordinario di assunzione;
  • aumento delle retribuzioni per medici e infermieri;
  • incentivi per medici e specializzandi nelle aree cliniche più critiche;
  • introduzione di nuove figure professionali per innovazione e ricerca;
  • aumento dei posti letto ospedalieri;
  • potenziamento dell’integrazione tra ospedale e territorio.

Più medici e infermieri pagati meglio

Ormai se ne sono accorte anche le persone meno esperte, i semplici pazienti o chi prova a prenotare una visita specialistica: il sistema sanitario italiano è allo stremo delle forze. Lo si evince dalle lunghe file, dalle date delle visite sempre più distanti, dall’aumento di visite dirottate verso strutture sanitarie private. Un modo per arrestare la caduta c’è, ma va attuato in tempi rapidi.

Il primo passo è il piano straordinario di assunzioni. Secondo Cognetti, infatti, servono circa 10.000 medici specialisti e 20.000 infermieri per garantire la continuità e la qualità dell’assistenza, a partire dal Pronto soccorso, dove ora mancano i gettonisti, fino alla gestione delle cronicità.

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Ma come invogliare a lavorare nel settore? Servono stipendi più alti sia per medici che per infermieri, sia per quelli in servizio che per i nuovi assunti. Secondo il presidente del Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, lo stipendio dovrebbe essere rispettivamente di 2.000 euro netti per i medici e di 1.000 euro netti al mese per gli infermieri.

Si tratta di una misura indispensabile, dice, per “valorizzare le competenze e contrastare la crescente fuga di questi professionisti verso il settore privato o l’estero”. Servono poi incentivi mirati per medici e specializzandi delle aree più critiche, come la medicina d’urgenza. Esistono i bandi di concorso, ma si presentano in pochissimi perché le condizioni di lavoro e di stipendio non sono vantaggiose.

Infine, servirebbero ulteriori nuove figure professionali come data manager, biostatistici, infermieri di ricerca ed esperti in intelligenza artificiale.





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