Il Sudafrica è il principale partner commerciale dell’Italia in Africa subsahariana, con vendite per 1,7 miliardi nel 2023 principalmente in macchinari, chimica, automotive e beni di lusso. Il paese garantisce parità di trattamento e ampia autonomia alle imprese italiane
Grazie a una base industriale avanzata, buone infrastrutture, un sistema finanziario maturo e politiche economiche favorevoli agli investimenti esteri, il Sudafrica offre oggi concrete opportunità per l’export e l’investimento delle imprese italiane.
Nel 2024 il Pil è cresciuto dello 0,6%, riflettendo una ripresa rispetto alla contrazione dello 0,1% del trimestre precedente ma segnando la crescita più lenta dal 2020. Tra i settori trainanti: agricoltura (+17,2%), finanza (+1,1%) e commercio (+1,4%). Il tasso di disoccupazione rimane elevato (circa il 32,6%), mentre il debito pubblico si attesta al 75% del Pil nel 2024.
Sudafrica: i principali partner commerciali e le opportunità per l’Italia
Nel periodo gennaio-maggio 2024, i principali partner per l’export sudafricano sono stati: Cina: 11,7%, Usa: 7,8%, Germania: 7,8%, Mozambico: 5,9%, Regno Unito: 5,6%. Le esportazioni complessive hanno raggiunto circa 110 miliardi di dollari nel 2024, con un avanzo commerciale di quasi 8,9 miliardi. I principali beni venduti sono metalli preziosi, prodotti minerari e veicoli. Le importazioni provengono principalmente da Cina, Germania, Usa, India, con macchinari, elettronica e prodotti minerari in testa.
Per l’Italia il Sudafrica rimane il principale partner nell’Africa subsahariana. Infatti, grazie alla rete di accordi di libero scambio (Ue-Sadc Epa, Afcfta), il Sudafrica rappresenta un hub logistico-produttivo, con dazi e barriere non tariffarie ridotte. Nel 2023, le vendite verso Pretoria hanno superato 1,7 miliardi di euro. I settori chiave sono macchinari industriali, chimica e raffinazione, automotive, beni di lusso.
Macchinari industriali e automotive: i settori trainanti
Il Sudafrica importa grandi volumi di macchinari industriali, specialmente nei comparti manifatturiero, agroalimentare, minerario e delle costruzioni. Si segnalano opportunità per tecnologie di imballaggio, refrigerazione, lavorazione di plastica, carta e alimenti, nonché per agricoltura di precisione.
Il paese, inoltre, ospita stabilimenti automotive di grandi player (Ford, Bmw, Mercedes, Toyota, Renault, Volkswagen, Magnetto Automotive, Iveco, Stellantis). L’orientamento verso la mobilità elettrica, l’idrogeno e la componentistica sostenibile amplia le chance per fornitori e investitori italiani.
Sudafrica: agroalimentare e investimenti green in crescita
Pur rappresentando solo il 2,2% del Pil, il settore agroalimentare impiega 870 mila persone ed è uno dei pochi con saldo commerciale positivo. L’Italia può inserirsi in attività di trasformazione, packaging, logistica del freddo e fornitura di tecnologie agritech e conserviere.
L’84% dell’elettricità deriva ancora dal carbone, ma entro il 2030 sono previsti 50 Gw da fonti rinnovabili. Iniziative come il Reippp coinvolgono anche imprese italiane (Enel Green Power), mentre il Piano Jet destina 8,5 miliardi di dollari alla riconversione energetica e promozione dell’idrogeno verde.
A sua volta, il piano infrastrutturale “NIP 2050” prevede forti investimenti in:
- trasporti (ferrovie, porti, in particolare Durban)
- edilizia sociale
- rete a banda larga nazionale
- legaltech, fintech e ICT
- partenariati pubblico-privati nei servizi sanitari e scolastici
Quadro legale e agevolazioni per investitori stranieri
Dal punto di vista legale, il Sudafrica rappresenta un mercato piuttosto accessibile agli investitori stranieri. Il Paese applica infatti il principio della parità di trattamento tra imprese locali e internazionali, concedendo agli investitori esteri ampia autonomia nella scelta del modello societario, delle aree merceologiche (eccezion fatta per difesa e sicurezza) e nella gestione dei capitali.
Le forme giuridiche più utilizzate sono la Private Company (Pty Ltd), che può avere un unico socio/amministratore e richiede un rappresentante legale residente, e la Subsidiary di società estere, trattata giuridicamente come entità locale. Le Branch (filiali) sono meno comuni, soprattutto per attività a lungo termine.
Fisco competitivo e tutela legale per chi investe in Sudafrica
Il regime fiscale prevede una corporate tax al 28%, una tassazione sui dividendi del 20% (riducibile al 5% con l’Italia), e un’Iva del 15%. Sono previste forme agevolate per le piccole imprese e per gli investimenti legati alla sostenibilità e all’innovazione. La registrazione avviene presso il Companies and Intellectual Property Commission (Cipc) e richiede pochi giorni, con possibilità di operare anche da remoto.
Il sistema giudiziario è solido e indipendente, la normativa sulla proprietà intellettuale garantisce protezione per marchi, brevetti e diritto d’autore, mentre l’accordo con la Ue (Epa) riduce fortemente dazi e barriere su molti beni industriali e alimentari.
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