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Brigati (Fiom) su accordo di programma ex Ilva: “Avanti con la decarbonizzazione”


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TARANTO – “Si continui a negoziare ancora rispetto al processo di decarbonizzazione nell’Accordo interistituzionale inserendo una clausola vincolante all’ interno dello stesso che avrà una sua efficacia una volta raggiunto l’Accordo di programma, così come previsto dall’articolo 34 del Tuel per raggiungere gli obiettivi quali investimenti certi e responsabilità del gestore sulla fase di transizione ecologica”. 

Ad affermarlo è il segretario generale della Fiom-Cgil Taranto, Francesco Brigati, a pochi giorni dall’incontro del 12 agosto nella sede del ministero delle Imprese e del made in Italy, nel corso del quale governo (Mimit, Mase, Salute e Interno), commissari AdI e Ilva in as, enti locali (Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comuni di Taranto e Statte) dovranno firmare l’Accordo di programma interistituzionale sull’Ilva.

“Il documento dei gruppi di maggioranza del Comune di Taranto in cui si evince il “no” del sindaco Bitetti alla firma dell’accordo interistituzionale per discutere successivamente di un accordo di programma ai sensi dell’art.34 del Tuel a nostro avviso va, invece, inserita nella bozza di Accordo attualmente in esame”, sostiene Brigati.

L’articolo cui Brigati fa riferimento disciplina gli accordi di programma tra enti locali e altre amministrazioni pubbliche e stabilisce che il presidente della Regione, il presidente della Provincia o il sindaco, in base alla competenza primaria o prevalente sull’opera o sugli interventi, possono promuovere la conclusione di un accordo di programma per coordinare azioni e determinare tempi, modalità, finanziamenti e altri adempimenti relativi alla realizzazione di opere, interventi o programmi di intervento che richiedono la collaborazione di più enti. 

Secondo Brigati va evitato il rischio “di lasciare ogni decisione in mano del governo centrale mentre è importante e indispensabile che sia il territorio a riappropriarsi del proprio futuro e determinare, come è stato già fatto in parte nelle bozze dell’Accordo di programma, l’accorciamento dei tempi per chiudere il processo di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico, l’utilizzo dei forni elettrici con il Dri per i quali sono stati già stanziate risorse utilizzabili”. 

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E a proposito dei forni elettrici, così come previsto nelle ipotesi di accordo interistituzionale A e B presentate dal ministro Urso agli enti locali e ai sindacati, il segretario generale Fiom Taranto rileva la discrepanza presente nell’aggiornamento del bando di vendita (con scadenza 15 settembre per le nuove manifestazione di interesse) rispetto a quelli che dovrebbero essere gli obiettivi finali del piano di piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto. 

“Innanzitutto – fa presente Brigati – non si può parlare di aggiornamento del bando ma di una riapertura dei termini per la presentazione di offerte vincolanti che di fatto riporta al bando del 2024 in cui al momento permangono le stesse regole di ingaggio. Tuttavia, nel comunicato diramato dal Mimit viene riportato un passaggio sul numero che deve essere fino ad un massimo di tre forni elettrici senza un vincolo preciso che obblighi i futuri acquirenti a procedere alla realizzazione di una capacità produttiva di 6 milioni di tonnellate di acciaio. Quest’ultimo aspetto, che non ci tranquillizza affatto, – aggiunge il segretario Fiom – ci deve necessariamente far riflettere sul ruolo determinante che le istituzioni locali e regionali possono avere nel processo dí decarbonizzazione attraverso lo strumento dell’accordo di programma che dovrà completarsi una volta Individuato i futuri gestori dello stabilimento”. 

Al momento, fa presente Brigati, l’unica certezza “è che lo stabilimento potrà continuare a produrre per i prossimi 12 anni a carbone e in assenza di un ruolo determinante delle istituzioni locali si possa perdere la possibilità di avviare una transizione ecologica e sociale che i lavoratori e cittadini attendono da tempo. L’accordo interistituzionale, vincolato all’accordo di programma art. 34 del Tuel – conclude – può finalmente dare risposte e garantire investimenti certi traguardando il graduale spegnimento dell’area a caldo e la piena decarbonizzazione”.

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