Delibera della Regione sul preventivo economico consolidato di quest’anno : «Finanziamenti inferiori alla spesa in crescita, difficoltà per tutte le Regioni»
La sanità emiliano-romagnola in rosso di quasi 645 milioni di euro nel 2025. A metterlo nero su bianco un una delibera di giunta di qualche giorno fa è viale Aldo Moro che, di fatto, certifica una situazione molto difficile per i conti della sanità regionale, così difficile da imporre al presidente de Pascale, qualche mese fa, la discussa manovra sui ticket sanitari alla luce di un disavanzo, nel 2024, di 378 milioni di euro.
La delibera che certifica il buco da 645 milioni
«Il preventivo economico consolidato 2025 del servizio sanitario regionale — si legge nella delibera — presenta un risultato pari a complessivi meno 644.912.894,02 milioni di euro». A certificarlo è la gestione sanitaria accentrata della stessa Regione, alla quale è affidato il compito di sottoporre appunto all’approvazione della giunta «il bilancio preventivo economico annuale consolidato del servizio sanitario regionale, mediante il consolidamento dei conti» sia delle stesse strutture regionali sia delle aziende sanitarie.
Finanziamenti a +1,8% e spesa al +3,6%
Una situazione, quella sulla sanità nell’anno in corso, che accomuna anche le altre Regioni, sottolinea viale Aldo Moro nella sua delibera: «Il 2025 si presenta in Emilia-Romagna, al pari delle altre Regioni, particolarmente critico, come certificato anche dal parere della Conferenza delle Regioni in ordine al Documento di finanza pubblica 2025, in ragione del fatto che il livello di finanziamento del fabbisogno sanitario standard incrementa complessivamente dell’1,8% a fronte di una spesa sanitaria che aumenta in misura ben superiore (+3,6%) per i notevoli incrementi attesi» per inflazione, spesa farmaceutica, rinnovi contrattuali per il triennio 2025-2027, indennità al personale, a cui si aggiunge l’entrata in vigore delle nuove tariffe per la specialistica ambulatoriale.
La giunta: «Ulteriori manovre a sostegno delle aziende»
Nella delibera della giunta de Pascale si spiega anche che «alla luce dell’andamento effettivo di alcuni fattori della produzione che saranno monitorati in corso d’anno, e del livello effettivo delle risorse a disposizione del Servizio sanitario regionale per il 2025, in ragione anche dell’intesa Stato-Regioni sul riparto delle disponibilità finanziarie per il 2025, la giunta si riserva di definire eventuali ulteriori politiche di sistema o ulteriori manovre di sostegno alle aziende».
Da dove si attingeranno le risorse
Sempre nello stesso atto si spiega che «le risorse che deriveranno dai meccanismi del pay-back farmaceutico verranno inseriti nella programmazione delle risorse in relazione agli effettivi incassi che si realizzeranno in corso d’anno» e che sarà «necessario tenere anche conto del presumibile acconto sul saldo attivo per la remunerazione delle prestazioni rese in regime di mobilità interregionale e internazionale, a oggi non ancora disponibile».
Si tratta di disposizioni già previste nelle Linee di programmazione e finanziamento delle aziende del Servizio sanitario regionale, adottate il 23 giugno, con cui è stata definita la pianificazione dei 9,9 miliardi a disposizione della sanità per il ‘25 e con cui si è provveduto anche a un primo riparto delle risorse a favore delle aziende sanitarie regionali.
L’attacco di FdI
Attacca Fratelli d’Italia. «Troppo facile imputare ogni difficoltà al mancato finanziamento statale: la verità è che in Emilia-Romagna le criticità affondano le radici in anni di programmazione discutibile, con un’espansione di spesa corrente non compensata da riforme strutturali e da un’effettiva razionalizzazione dei costi», dice Marta Evangelisti, capogruppo di FdI.
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