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Italia in guerra, contratti da 20 miliardi nel settore della difesa


Il colosso della cantieristica italiana Fincantieri è in gara per oltre 20 miliardi di euro in contratti militari. L’instabilità mondiale e le numerose guerre che sono scoppiate negli ultimi anni stanno spingendo, dentro e fuori dall’Europa, molti Paesi a investire sui propri eserciti e rafforzare anche la marina.

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Fregate e sommergibili rimangono tra le dotazioni militari più importanti per uno Stato che voglia garantire la propria sicurezza. Fincantieri sta cercando di aggiudicarsi numerosi contratti per aggiornare flotte in tutto il mondo, anche oltre i confini europei.

Gli affari di Fincantieri con la difesa in Europa

L’Europa sta investendo moltissimo nella difesa. Il programma di rafforzamento degli eserciti continentali contro le minacce russe e l’aumento della spesa militare chiesto dalla Nato al 5% del Pil rappresentano, per le aziende del settore, un’opportunità che raramente si è verificata negli ultimi decenni. Stati e privati sono disposti a spendere molto per realizzare e sviluppare armamenti.

Fincantieri, azienda controllata dallo Stato italiano che si occupa di costruire imbarcazioni, è posizionata in maniera strategica in questo contesto. Le opportunità principali in Europa sono due:

  • una gara indetta dalla Norvegia per la fornitura di 5 fregate classe Constellation, da 4 miliardi di euro;
  • la partecipazione al progetto Orka, della Polonia, per l’acquisizione di 2 sommergibili di ultima generazione, da 2,4 miliardi di euro.

In Norvegia, Fincantieri è presente con la controllata Vard, ma dovrà affrontare la concorrenza di colossi della cantieristica come la francese Naval Group, la britannica Bae Systems e la joint venture tra Tkms e Damen. In Polonia le speranze di aggiudicarsi la fornitura sono alimentate soprattutto dagli ottimi rapporti istituzionali tra Roma e Varsavia.

Il contratto in Arabia Saudita e la joint venture negli Emirati

I possibili affari di Fincantieri non si limitano però all’espansione europea. Anche gli Stati arabi del Medio Oriente sono impegnati in una modernizzazione del proprio esercito in risposta all’aumento dell’instabilità nella regione. L’Arabia Saudita ha espresso la volontà di aggiungere 5 fregate alla propria flotta, anche se non ha ancora bandito una gara.

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In totale si tratterebbe di un affare da 5 miliardi di euro, che Fincantieri potrebbe realizzare grazie alla sua controllata araba, Fincantieri Arabia for Naval Services. Iniziative simili potrebbero essere presto intraprese anche da Qatar e Emirati Arabi. In quest’ultimo Paese, Fincantieri ha intrapreso una joint venture con la holding per la difesa sovrana emiratina Edge, chiamata Maestral.

Le opportunità in estremo oriente

Infine, c’è l’estremo oriente. Fincantieri si è già aggiudicata, in Indonesia, la fornitura di due Ppa, navi da combattimento multiruolo, per 1,8 miliardi di euro. Sempre l’Indonesia vorrebbe espandere la propria flotta di sommergibili, fino a 12 unità, aggiungendone 10 agli Scorpène Evolved francesi già ordinati. L’azienda italiana potrebbe proporsi sempre con i suoi U212NFS di ultima generazione.

Vale invece 1 miliardo di euro il progetto per la fornitura di una nave da supporto multiruolo alla Malesia. Qui Fincantieri ha già un accordo con Enra Energy Solutions, azienda locale che si occupa di manutenzione e logistica, per convincere il governo che la spesa sarà anche un investimento nella propria industria locale.





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