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Matteo Salvini: «Il Ponte sullo Stretto di Messina resterà. È il contrario del reddito di cittadinanza»


di
Marco Cremonesi

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Il ministro: «Il via libera, una delle mie più grandi soddisfazioni»

«Nel 2018 mi dicevano che non sarei riuscito a fermare gli sbarchi, non c’era mai riuscito nessuno. Fatto. Fino a ieri mi dicevano che non sarei riuscito a far partire i cantieri del Ponte. Fatto». Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, esordisce con grande soddisfazione, tono un po’ da social. Di certo, l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto è stata «una delle maggiori soddisfazioni della mia storia politica».

Perché il Ponte è diventato così importante per lei?
«Non per me: per tutto il Paese. Abbiamo acceso l’interesse mondiale per un’opera unica che genererà 23 miliardi di Pil da Nord a Sud, richiamando investimenti, lavoro e turismo. Con il via libera, abbiamo raccolto i frutti di quasi tre anni di lavoro, pensi alle Olimpiadi Milano-Cortina e agli investimenti senza precedenti nelle ferrovie».




















































La puntualità, però…
«È in crescita costante. Aggiungo il nuovo codice degli appalti che taglia un anno di burocrazia rispetto al passato, il nuovo codice della strada atteso da decenni, la riforma dei porti e il miliardo per il comparto idrico che ci consente di ultimare dighe attese da decenni. Abbiamo rimesso in moto l’Italia».

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L’ostacolo maggiore nella prima fase di realizzazione del Ponte?
«Al di là della burocrazia, sono dispiaciuto ma non sorpreso dai troppi no ideologici. A sinistra c’è chi tifa contro il Ponte perché pensa di danneggiare la Lega. Ma il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia sarà un successo per tutti, sono confortato che da Fuksas all’ex governatore sardo Pigliaru ci siano persone libere e pragmatiche. E io voglio andare fino in fondo. Voglio che l’Italia non si accontenti, che i nostri figli abbiano un futuro, che torniamo ad essere i numeri uno al mondo come in passato».

Dentro e fuori la Lega c’è chi vede nel Ponte un simbolo della Lega che ha voltato le spalle alle battaglie storiche.
«È il contrario. La Lega ha sempre contestato l’assistenzialismo, la spesa improduttiva che condannava il Sud a vivere di sussidi e non di lavoro. Il Ponte, al contrario, è un’opera che attira investimenti e ricchezza, esattamente come lo è stata a suo tempo l’Autostrada del Sole. Il Ponte è esattamente l’opposto del reddito di cittadinanza o della Cassa del Mezzogiorno. E farà felici anche le regioni del Nord: le imprese settentrionali, quelle lombarde in primis come certificato da OpenEconomics, saranno le più coinvolte nella costruzione. E un Sud più sviluppato sarà un vantaggio per tutti».

In passato non pareva così convinto…
«Una dichiarazione di qualche anno fa. Forse chi la ricorda non si è accorto che la prospettiva è cambiata: un progetto solido e investimenti da record in ferrovie e strade del Sud. Non sarà una cattedrale nel deserto. Perfino l’Europa guarda con interesse, perché verrà davvero realizzato il corridoio che dal Mediterraneo correrà fino al Nord del Vecchio Continente».

Molti non credono che il Ponte sarà realizzato. E alcune comunità si oppongono: la sindaca di Villa San Giovanni ammonisce sulla «sopravvivenza della città» e in tanti hanno presentato class action. Come si può migliorare il consenso intorno all’opera?
«Con i risultati. Grazie al Ponte ci saranno 40 chilometri di nuove strade e ferrovie, tre stazioni ferroviarie a Messina per collegare il Ponte con università, ospedali e centro cittadino. Villa San Giovanni riceverà milioni di euro, niente potrebbe garantire lo stesso volume di investimenti. Nascerà un sistema di metro dello Stretto tra Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria per 400 mila persone».

Teme manifestazioni violente come quelle contro la Torino-Lione?
«Spero di no, e per questo mi appello alla responsabilità anche dell’opposizione: spero che nessuno soffi sul fuoco. A Pd e 5 Stelle ricordo che il reddito di cittadinanza è costato agli italiani più di 34 miliardi, senza lasciare traccia. I 13 miliardi del Ponte rimarranno nei secoli».

C’è chi mette in discussione il contratto Eurolink, mantenuto senza nuova gara.
«Perché è stato aggiornato il vecchio progetto, che era comunque già fattibile. Fossimo ripartiti da zero, avremmo perso tempo inutilmente pagando delle penali salate».

Quali delle 62 prescrizioni previste dal ministero dell’Ambiente la preoccupano?

«Nessuna preoccupazione, ci sono oltre 40 milioni destinati al monitoraggio ambientale prima, durante e dopo. Con il Ponte avremo 140 mila tonnellate di anidride carbonica in meno e un mare più pulito, parliamo di una vera opera green. Con costi abbattuti. Oggi si spendono circa 40 euro per attraversare lo Stretto, il Ponte costerà un quarto».

Il governo ha superato la metà del mandato. Quali punti deve mettere al centro dell’agenda con la ripresa?
«Lavoro, pace, sicurezza e giustizia. Ma stiamo già andando in questa direzione e siamo riconosciuti come un interlocutore affidabile anche in campo internazionale. Anche per questo mi complimento con Giorgia. Sul fronte economico segnalo i risultati del ministro Giorgetti: oggi lo spread è a quota 82, nel 2022 era sopra i 230. La Borsa di Milano è in salute. Non male, direi…».

Eppure il ceto medio appare in sofferenza. Quale può essere la risposta?
«Proponiamo la pace fiscale e una definitiva rottamazione delle cartelle esattoriali: saranno una salvezza soprattutto per i redditi medi. Altri obiettivi? Estensione della flat tax per gli autonomi a 100 mila euro di fatturato e taglio del super bollo auto, su cui stiamo già lavorando. Il tutto senza dimenticare il nucleare di ultima generazione, che garantirà a famiglie e imprese bollette meno care».
 
Referendum sulla giustizia e referendum sull’elezione diretta del premier. Entrambi senza quorum. Per il governo, una sfida complicata?
«Sono fiducioso, anche perché sono riforme molto sagge e sapremo convincere gli italiani. Che peraltro, lo ricordo, ci hanno votati anche per questo».

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Nonostante i richiami di Trump, Putin non pare molto intenzionato a interrompere la guerra in Ucraina. Vede soluzioni?
«Confido che Trump e il Santo Padre sappiano portare la Russia su posizioni ragionevoli. L’Italia può e deve fare la propria parte».

Netanyahu intende occupare Gaza nonostante le preoccupazioni dello stesso esercito israeliano.
«La pace è necessaria. La situazione di Gaza è drammatica perché Hamas ha causato danni irreparabili scatenando la reazione di Israele. La sofferenza della popolazione civile mi colpisce, esattamente come il pensiero per la salute degli ostaggi che i terroristi islamici stanno torturando».

Il Veneto sarà ancora guidato dalla Lega? Ci sarà una lista Zaia?
«L’eccellente governo di Luca Zaia è un modello per tutta Europa. E per questo io sono convinto che per il Veneto sia giusto confermare una guida leghista. La lista Zaia porterebbe valore aggiunto a tutta la coalizione e dunque ne parlerò con gli alleati».

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10 agosto 2025 ( modifica il 10 agosto 2025 | 07:33)

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