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Mutui in calo nonostante i tassi bassi, pesa l’incertezza


La crescita della domanda di mutui in Italia sta rallentando. Anche se i tassi di interesse hanno continuato a scendere fino a luglio, nel secondo trimestre del 2025, quello che va da aprile a giugno, le richieste di prestiti per comprare casa sono aumentate più lentamente rispetto ai primi tre mesi dell’anno.

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Lo riporta la Bussola Mutui di Mutuisupermarket.it, realizzata in collaborazione con Crif (Centrale Rischi Finanziari S.p.A). La causa di questo rallentamento, secondo questo report, sarebbe l’incertezza determinata dai dazi e dalle guerre, che fa rimandare alle famiglie le spese più importanti, come l’acquisto di una casa.

Rallenta la crescita della domanda di mutui

Nel secondo trimestre del 2025, i tassi di interesse nell’eurozona sono diminuiti. La Bce ha deciso di continuare a dare spinta all’economia abbassando il costo del del denaro, con altri due interventi consecutivi, ad aprile e a giugno.

Data della decisione tasso precedente nuovo tasso taglio (in punti base)
30 gennaio 3,00% 2,75% 25
6 marzo 2,75% 2,50% 25
17 aprile 2,50% 2,25% 25
5 giugno 2,25% 2,00% 25

Il ritmo è stato quindi lo stesso del primo trimestre, una riduzione di 50 punti base in tre mesi. Nonostante ciò, la crescita della domanda dei mutui è scesa in maniera significativa in Italia:

  • primo trimestre +52,6% rispetto allo stesso periodo del 2024;
  • secondo trimestre +13,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Si tratta comunque di una crescita significativa, che ha portato la media del primo semestre a una crescita del 20%. Il mercato è evidentemente meno attivo e le ragioni non possono essere legate ai tassi dato che, come si è visto, sono scesi.

Segnali dai mutui a tasso variabile

Nel dettaglio, il mercato dei mutui in Italia è rimasto molto simile per dinamiche tra primo e secondo trimestre del 2025. Le surroghe, che permettono di rinegoziare i tassi di interesse del proprio mutuo aggiornandoli a quelli più recenti, sono rimaste il 38% circa del mercato totale in entrambi i periodi. Le famiglie sono quindi ancora interessate ad aggiornare le condizioni con cui hanno accettato di aprire un mutuo. Sono invece più diffidenti sull’aprire a nuovi prestiti.

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È cambiato parzialmente invece il tipo di mutuo chiesto. Il tasso fisso continua a rappresentare più del 97% delle domande totali, ma stanno aumentando anche le richieste di prestiti a tasso variabile e misto:

  • i mutui a tasso variabile sono passati dallo 0,65% del primo trimestre all’1,15% del secondo;
  • i mutui a tasso misto sono passati dallo 0,90% del primo trimestre all’1,06% del secondo.

L’incertezza frena gli acquisti di case

Questi dati dimostrano come la crescita della domanda di mutui non sia strettamente legata all’andamento dei tassi. Mentre il costo dei prestiti scendeva agli stessi ritmi tra primo e secondo semestre, l’aumento della domanda non ha retto il passo e ha rallentato.

Nella Bussola Mutui, gli esperti di Mutuisupermarket.it e di Crif hanno imputato questa discrepanza all’incertezza. Dazi e guerre rendono il futuro meno prevedibile e quindi le famiglie italiane hanno deciso, in molti casi, di rimandare l’acquisto di una casa, nonostante i tassi di interesse fossero molto più vantaggiosi rispetto al recente passato.





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