Prestiti garantiti alle piccole e medie imprese, il governo verso la revisione dei requisiti per l’accesso, dal 2026 più limiti per banche e aziende
Prestiti garantiti dal fondo per le piccole e medie imprese, il governo va verso la revisione della normativa in manovra, per inserire alcuni limiti di accesso, che erano stati già previsti nella Finanziaria 2023 e che ora diventeranno strutturali. Come spiega il Sole 24 Ore, tra i principali obiettivi ci sarà soprattutto limitare il ricorso alle garanzie da parte delle banche, per le quali aumenteranno anche i controlli, specialmente quelli relativi al rispetto delle norme anti riciclaggio e verifiche sula regolarità dei contributi già versati.
La prima novità per le imprese però sarà quella dell’obbligo di stipulare la polizza assicurativa contro disastri e calamità naturali, senza la quale scatterà il negato accesso ai finanziamenti ed incentivi pubblici, un paletto che entrerà in vigore già nei prossimi mesi dopo che dal primo luglio era diventato già attivo per le grandi aziende, e che renderà più difficile ottenere le risorse soprattutto nella fase di passaggio già segnata dalla crisi produttiva e dall’incidenza dei dazi Usa che stanno mettendo ulteriormente alla prova la crescita economica.
Prestiti garantiti Pmi, la revisione della normativa renderà più difficile l’accesso ai fondi
Nuove regole per l’accesso ai prestiti garantiti da parte delle piccole e medie imprese, comprese quelle micro, che ora per ottenere le garanzie dalle banche dovranno certificare di avere la polizza assicurativa contro i danni da calamità naturali e dimostrare la regolarità contributiva che verrà sistematicamente verificata insieme al controllo del rispetto delle norme anti riciclaggio da parte degli istituti finanziari.
Le misure, che prossimamente entreranno in vigore dovranno ricevere l’approvazione dell’Unione Europea e soprattutto la copertura finanziaria, utile all’attuazione della riforma e alla proroga del fondo, che comunque dal 2022 ad oggi si è ridotto, a causa della fine della fase emergenziale, passando da 25 a 165 miliardi.
Gli obiettivi comunque erano già stati stabiliti dalla Manovra Finanziaria del 2023, che tra le altre cose aveva stabilito anche la soglia massima dei ricorsi alle garanzie da parte delle banche, che in caso di superamento di tali limiti saranno costrette a versare un premio aggiuntivo. La fase preliminare di tutto il piano ora prevede anche un tavolo di confronto tra Ministero dell’Economia e quello dal Made in Italy, dopo che quest’ultimo ha espresso preoccupazione per l’impatto di una stretta che potrebbe mettere ancora più in difficoltà tutto il settore, con gravi limitazioni per l’accesso al credito.
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