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Una nuova fase di cooperazione tra Việt Nam e Angola, che vuole importare dall’Asia i moderni metodi per l’agricoltura


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I consolidati rapporti tra Việt Nam e Angola rappresentano una solida base
per una nuova fase di cooperazione tra i due Paesi, ha affermato il Presidente dello
Stato Lương Cường durante i colloqui ufficiali con il suo omologo angolano João
Manuel Gonçalves Lourenço tenutisi giovedì a Luanda.
Accogliendo il leader vietnamita nel cinquantesimo anniversario dei loro rapporti
diplomatici (1975–2025), il Presidente Lourenço ha dichiarato che questa visita segna
una tappa fondamentale per una cooperazione più profonda e rafforzata tra Việt Nam e
Angola. Ha dato il benvenuto al sostegno del Việt Nam nello sviluppo dell’agricoltura
angolana, in particolare della coltivazione del riso e dei frutteti, affinché contribuiscano
alla sicurezza alimentare sostenibile in Angola.

L’Angola auspica una maggiore presenza di prodotti vietnamiti sul proprio mercato, ha
detto Lourenço, sottolineando l’importanza del commercio bilaterale. Ha inoltre invitato
le imprese vietnamite a investire e insediarsi in Angola e ha proposto di intensificare la
cooperazione in settori quali sicurezza, difesa, estrazione mineraria e metallurgia, tra gli
altri.

Sottolineando che l’Angola rappresenta uno dei principali partner del Vietnam in Africa,
il Presidente Cường ha osservato che esiste ancora ampio spazio per rafforzare la
cooperazione e ha proposto di costruire il loro partenariato di sviluppo come modello di
cooperazione Sud–Sud.
Oltre a consolidare la fiducia politica e la solidarietà, il leader vietnamita ha suggerito di
potenziare la cooperazione nei settori chiave e di diversificare le collaborazioni in ambiti
tradizionali, quali sanità, istruzione e agricoltura.
Condividendo l’importanza dei legami commerciali e degli investimenti, Cường ha proposto
che le autorità angolane agevolino i progetti delle imprese vietnamite nel petrolio e gas,
nell’energia, nell’esplorazione e lavorazione dei minerali, nonché nella metallurgia.
Il leader vietnamita ha altresì proposto di intensificare le attività di promozione
commerciale, rafforzare la cooperazione tra imprese e istituti bancari e accelerare la
negoziazione e l’approvazione di accordi economici fondamentali per portare a breve il volume degli
scambi bilaterali a 1 miliardo di dollari.

I presidenti angolano e vietnamita hanno concordato di consolidare ulteriormente i forti
legami tra i due Paesi mantenendo scambi e visite a tutti i livelli, attuando efficacemente
il loro meccanismo di cooperazione intergovernativa e promuovendo la collaborazione
nella formazione di risorse umane e dirigenti.
Nel discutere di questioni regionali e internazionali di interesse comune, il leader
vietnamita ha felicitato il Presidente Lourenço per le sue iniziative a favore della pace,
della sicurezza e della stabilità in Africa, in particolare nel suo ruolo di Presidente
dell’Unione Africana per il 2025 e di “Campione per la Pace e la Riconciliazione”.

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Il Presidente Cường ha chiesto il sostegno dell’Angola per aiutare il Vietnam a
rafforzare la sua presenza e la cooperazione pratica con l’Unione Africana e a
sostenere le candidature del Vietnam a posizioni all’interno di organizzazioni
internazionali.
I due leader hanno ribadito il loro impegno a risolvere le controversie con mezzi pacifici,
nel rispetto del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, per la pace, la
cooperazione e lo sviluppo nelle loro rispettive regioni e nel mondo.
Durante l’incontro, i due Presidenti hanno anche assistito alla firma di accordi di
cooperazione tra i due Paesi. In questa occasione, hanno emesso una dichiarazione
congiunta tra Việt Nam e Angola, che riflette il forte impegno di entrambe le nazioni a
potenziare la cooperazione bilaterale.
Hanno inoltre co-presieduto una conferenza stampa e assistito alla firma di documenti
di cooperazione in tema di assistenza legale reciproca in materia penale, prevenzione
della criminalità, trasferimento di persone condannate, nonché di cooperazione in
materia di difesa, agricoltura, media, petrolio e gas, commercio e industria.

Giulio Chinappi

Nella foto: La trasformazione agricola del Vietnam in potenza globale delle esportazioni
Una rivoluzione nell’applicazione di scienza e tecnologia, unita a una profonda
riforma istituzionale, ha segnato una svolta epocale per l’agricoltura vietnamita,
con risultati particolarmente eclatanti nel settore del riso.

Il Vietnam ha vissuto una trasformazione straordinaria nel settore agricolo,
affermandosi come uno dei principali esportatori mondiali di prodotti agricoli e recitando
un ruolo di primo piano nella catena globale di approvvigionamento alimentare.
Secondo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica, nel quinquennio 1976–1980 la
produzione annua di riso in guscio oscillava tra 13 e 14 milioni di tonnellate. Nel 1978 si
registrò un minimo storico di 9,8 milioni di tonnellate, il che costrinse il paese a
importare quasi 1,6 milioni di tonnellate di riso lavorato ogni anno.
Al VI Congresso Nazionale del Partito del 1986, il Partito Comunista del Vietnam elevò
l’agricoltura a priorità assoluta. Ne seguì una serie di riforme coraggiose, in particolare
la Risoluzione 10-NQ/TW del Politburo del 5 aprile 1988, che riconobbe agli agricoltori
autonomia produttiva e imprenditoriale sulle terre loro assegnate per periodi prolungati.
Questa politica dirompente, cardine della strategia di Đổi Mới (Rinnovamento), restituì
slancio allo sviluppo agricolo e valorizzò il ruolo degli agricoltori come protagonisti del
cambiamento.
Più di recente, l’adozione massiccia di tecnologie avanzate, accanto a continui
aggiustamenti istituzionali, ha tracciato un’altra svolta decisiva, soprattutto nel comparto
della produzione di riso. Se un tempo si faceva affidamento quasi esclusivamente sul
know-how tradizionale, sulla fatica manuale e sulle condizioni naturali, oggi la
coltivazione del riso è diventata un sistema moderno, sostenibile e a elevato valore
aggiunto.
Oggi, il Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente (MAE) ha comunicato di aver
sperimentato e immesso sul mercato oltre 1.600 nuove varietà di riso, caratterizzate da
rese superiori, qualità migliorata e maggiore resistenza a parassiti e stress climatico. La
produttività nazionale ha raggiunto in media 7,2 tonnellate per ettaro, che colloca il
Vietnam stabilmente tra i primi esportatori mondiali. Varietà di punta come ST24 e ST25
sono riconosciute a livello internazionale per l’eccellenza organolettica.
La meccanizzazione ha compiuto passi da gigante: quest’anno la preparazione del
terreno è meccanizzata al 97% e la raccolta supera il 70%. L’utilizzo di macchinari
moderni ha ridotto la manodopera necessaria, abbreviato i cicli colturali, accresciuto
l’efficienza economica e ridotto le perdite post-raccolta.
Contemporaneamente, hanno preso piede tecniche avanzate come il sistema di
intensificazione del riso (SRI), il controllo integrato dei parassiti, le certificazioni VietGAP
e GlobalGAP e l’agricoltura organica, promuovendo pratiche rispettose della salute e
dell’ambiente.

Modelli agricoli ad alta tecnologia in Vietnam hanno superato la mera produzione,
evolvendosi in ecosistemi a ciclo chiuso che integrano coltivazione, prima lavorazione,
trasformazione a valore aggiunto e distribuzione.
Sulla base di questa rivoluzione, il Vietnam sta puntando allo sviluppo di un’agricoltura
ecologica, di aree rurali moderne e di comunità contadine “civilizzate”, come delineato
nella risoluzione sui temi agricoltura, agricoltori e aree rurali varata durante la settima
sessione del Comitato Centrale del Partito. La risoluzione prevede una strategia
integrata che investe nelle infrastrutture rurali, nella formazione della forza lavoro e
nell’innovazione sociale.

Guidato dagli indirizzi del Partito, il programma nazionale di sviluppo delle “nuove aree
rurali” ha trasformato radicalmente il volto di oltre il 70% delle municipalità nel paese. A
giugno, 6.070 municipalità avevano già soddisfatto gli standard previsti, di cui più di
1.200 riconosciute come avanzate o modello.
Particolarmente dinamico si è rivelato il programma One Commune, One Product
(OCOP), che ha catalogato oltre 8.400 prodotti, il 65% dei quali ha ottenuto almeno tre
stelle. Molti di questi beni sono esportati verso mercati selettivi come Stati Uniti,
Giappone e Corea del Sud. Cooperative di base e raggruppamenti cooperativi si sono
moltiplicati, rafforzando i legami dei produttori all’interno delle catene del valore.
«Le politiche recenti hanno segnato un cambio di paradigma: gli agricoltori non sono più
semplici coltivatori di riso, ma operatori attivi sul mercato e nella produzione», conferma
il professor Trần Đức Viên, ex direttore dell’Università Nazionale di Agricoltura. «È
anche l’occasione per formare una nuova generazione di agricoltori digitali e smart»,
aggiunge.

Mantenere lo status di potenza agricola mondiale

Secondo il MAE, dal 2010 il Vietnam esporta stabilmente 6–7 milioni di tonnellate di riso
lavorato ogni anno. Nel 2023, il volume ha raggiunto circa 8,3 milioni di tonnellate, per
un fatturato di quasi 4,8 miliardi di dollari.
Nella prima metà del 2025, le esportazioni agro-forestali-ittiche hanno toccato i 33,8
miliardi di dollari, con un incremento del 15,5% sul 2024, per un avanzo commerciale di
9,8 miliardi (+16,5%).

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Saldo e stralcio

 

Per l’intero 2025 il settore agricolo si è posto l’obiettivo record di 70 miliardi di dollari di
export, di cui 4,9 milioni di tonnellate di riso per oltre 2,5 miliardi di ricavi.
Oggi il Vietnam è il primo esportatore mondiale di anacardi, secondo per riso e caffè,
terzo per frutta e verdura e quarto per prodotti ittici. Molti dei principali prodotti hanno
ottenuto l’accesso a mercati ad alto standard come UE, Giappone, Corea del Sud e
Stati Uniti. Il focus si sposta sempre più su prodotti premium quali riso ST25, caffè
specialty, gamberi organici e frutta trasformata.
«Non esportiamo più solo materie prime, ma valore verde e sostenibile», afferma il
direttore generale del Dipartimento per la Cooperazione Internazionale, Dr Nguyễn Đỗ
Anh Tuấn. «Ogni lotto ha origine tracciabile e risponde a responsabilità sociali globali».
Tuttavia, l’agricoltura vietnamita deve affrontare sfide complesse: cambiamenti climatici,
invecchiamento della forza lavoro, concorrenza sui costi e requisiti sempre più stringenti
di qualità e tracciabilità. Il settore riconosce che scienza, tecnologia e trasformazione
digitale rappresentano l’unica via per il futuro.
Per questo, il Governo ha adottato una strategia per lo sviluppo sostenibile di
agricoltura e aree rurali per il periodo 2021–2030, con obiettivi ambiziosi: agricoltura
ecologica, circolare e smart, crescita annua del 2,5–3%, export di 60–70 miliardi di
dollari entro il 2030, tracciabilità per il 70% dei prodotti e metà delle municipalità con
status di “nuova area rurale” modello.

G.C.



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