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Vona: “Piano industriale Unindustria per rilanciare il territorio”


Puntare alla crescita delle aziende attraverso azioni che puntino sulle necessità dei territori: riqualificazione infrastrutturale e paesaggistica delle aree industriali, sburocratizzazione delle amministrazioni pubbliche e formazione d’eccellenza per il personale. Sono queste alcune delle linee guida del Piano industriale del Lazio, un piano che viene salutato positivamente dal presidente di Unindustria Aprilia-Pomezia Tiziana Vona che sottolinea come questo progetto se concretizzato possa rappresentare una grande opportunità per il territorio.

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Quali sono gli obiettivi principali del Piano industriale del Lazio e come pensa che possa incidere sullo sviluppo economico della Regione?
«Siamo molto orgogliosi che la Regione Lazio abbia fatto proprio il nostro piano industriale che valorizza le necessità dei territori e non si polarizza solo su alcune aree. Il piano, frutto di un lavoro accurato di Unindustria, che è stato costruito su misura per valorizzare le vocazioni territoriali e ci aspettiamo che possa incidere positivamente sullo sviluppo economico della Regione, in particolare sulla crescita dimensionale delle aziende e sulla creazione di filiere produttive. Calandoci nella nostra realtà il piano si muove secondo le nostre attese, abbiamo una forza nel settore logistico ma è incontrovertibile che c’è bisogno di infrastrutture e di una riqualificazione anche a livello paesaggistico per migliorare l’attrattività delle nostre aree».

In questo senso quali possono essere gli interventi più urgenti?
«A breve la zona di Santa Palomba sarà interessata da grandi opere, penso al termovalorizzatore che può essere visto come una criticità ma che noi leggiamo come una grande opportunità per chiudere la filiera del ciclo dei rifiuti e non solo. Perché il termovalorizzatore potrà contribuire alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali quel quadrante industriale».

Uno dei temi da risolvere è la viabilità, visto che il termovalorizzatore avrà un impatto importante sul flusso di veicoli in una zona dove non è raro trovare strade dissestate. Come pensate di affrontarlo?
«Noi stiamo attenzionando moltissimo l’area di Santa Palomba e stiamo lavorando insieme agli attori istituzionale affinché possano essere eseguite opere capillari da individuare strada per strada, insieme al Consorzio Unico industriale del Lazio. Pensiamo che la riqualificazione della zona intorno al termovalorizzatore possa essere davvero un’opportunità per migliorare la vivibilità produttiva e per creare un contesto più attraente per gli investitori».

Un altro problema è quello dei siti abbandonati, un argomento molto sentito nell’area industriale di Aprilia e a Pomezia. Come si possono riqualificare?
«Abbiamo già lavorato molto a bandi per la reindustrializzazione delle aree del Consorzio Asi e abbiamo fatto un lavoro di mappatura puntuale dei siti dismessi e di quelli da recuperare. La principale sfida è quella di integrare la capacità produttiva e di riqualificare le aree dismesse anche dal punto di vista paesaggistico. Pensiamo che la Regione Lazio possa supportare questo processo, visto che sta mettendo a disposizione del Consorzio Unico delle risorse dedicata alla riconversione del sito che potrà giocare un ruolo fondamentale nella gestione di queste aree. Prima però bisogna risolvere un problema. Molte delle aree di Aprilia e anche di Pomezia non ricadono nel perimetro del Consorzio Unico e sono dunque escluse dalle misure di sostegno. Bisogna riscrivere il perimetro».

Quali aree vanno inserite nel Consorzio industriale?
«Per esempio l’area industriale ex Caffarelli di Aprilia non è inserita nel Consorzio unico ma questa criticità è presente anche in alcuni zone di Santa Palomba, dove addirittura i siti su un lato della strada sono inseriti e sull’altro no. Quindi una parte beneficerà dell’illuminazione pubblica e l’altro no, bisogna recuperare questo gap per sviluppare queste aree e renderle attrattive. E’ c’è bisogno di attenzione delle istituzioni per ridisegnare i perimetri».

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Nel piano industriale viene sottolineata la necessità di sburocratizzare le amministrazione pubbliche. In che modo?
«Bisogna spingere sulle performance delle amministrazioni pubbliche perché altrimenti non riusciamo ad essere competitivi nei tempi richiesti. In questo senso abbiamo bisogno di un allineamento dei tempi amministrativi di Comuni, Provincia e Regione, la sburocratizzazione è fondamentale affinché le imprese possano implementare velocemente il loro sviluppo».

Ci sono però Comuni che stanno vivendo momenti complicati, penso ad Aprilia attualmente commissariata dopo lo scioglimento per mafia.
«Non abbiamo avuto modo di conoscere la Commissione straordinaria, a breve andremo a presentarci sia con loro che con il Commissariato di Polizia per creare questa relazione di interconnessione tra impresa e istituzioni locali per favorire l’accelerazione delle pratica. Non chiediamo sconti, chiediamo solo attenzione affinché tutto possa essere in condivisione per uscire fuori da questo smarrimento collettivo che vive la comunità. La situazione ad Aprilia è molto difficile e le imprese e i cittadini stanno affrontando molte sfide. La comunità vive un senso di smarrimento sociale che si riversa sulle imprese, perché i cittadini smarriti sono in gran parte i nostri lavoratori. Tuttavia la recente istituzione del Commissariato di Polizia rappresenta un momento storico».

Qual è l’importanza di questa apertura e come pensa che possa incidere sul territorio?
«E’ il segnale dell’attenzione delle istituzioni verso il territorio e potrà essere un’importante opportunità per supportare le imprese e i cittadini e per creare un contesto più sicuro e più attraente per gli investitori».

Un altro punto centrale è la formazione. Voi puntate molto sugli Its. Come pensa che possa contribuire allo sviluppo?
«L’Its è un’opportunità importante per la formazione dei giovani e per la creazione di competenze specifiche. L’Its può contribuire allo sviluppo economico della regione fornendo alle imprese personale formato e competente. Stiamo spingendo il ruolo attivo delle imprese nella formazione e vogliamo portare la nostra esperienza pratica nella formazione dei giovani».

L’emergenza dazi sta avendo un impatto significativo sulle aziende. Quali sono le principali conseguenze per le imprese laziali?
«I dazi stanno avendo un impatto significativo sulle imprese italiane e laziali. Fortunatamente per il momenti alcuni comparti, come il farmaceutico, sono esclusi dai dazi Tuttavia, pensiamo che la politica-strategica dei dazi richieda una risposta a livello nazionale e internazionale».



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