E se la soluzione per dire addio al petrolio e all’utilizzo dei combustibili fossili avesse il nome di energia geotermica? È quanto si stanno domandando diversi esperti, guardando a quanto sta accadendo in Indonesia, economia asiatica che si sta mettendo sempre più sotto i riflettori con le potenzialità di sfruttamento che le sue ricche riserve geotermiche presentano. E che non sono certo sfuggite all’attenzione di diversi colossi energetici, tra cui spiccano i nomi altisonanti di Chevron e INPEX.
In base a quanto riportato dall’Indonesia Business Post, questi due giganti del settore oil hanno fiutato già l’affare, preparandosi a lanciare investimenti nel Paese, al fine di estrarre grandi quantità di energia: le stesse quantità che sono rimaste a bollire sotto la superficie dei terreni indonesiani per diverso tempo, forse troppo.
L’Indonesia detiene il 40% delle riserve di energia geotermica di tutto il mondo
Va ricordato che l’Indonesia vanta un enorme potenziale di produzione di energia geotermica, detenendo il 40% circa di tutte le riserve del pianeta.
Le possibilità di fare ulteriore business nel comparto sono tra l’altro decisamente ampie se si considera che, sebbene si confermi il secondo produttore di energia geotermica del mondo, l’Indonesia utilizza al momento soltanto una frazione del suo potenziale: qualcosa di cui il governo è ben consapevole, tanto da star promuovendo in modo attivo lo sviluppo del comparto, sia per andare incontro alle crescenti necessità energetiche della sua economia, che per centrare i target di produzione di energie rinnovabili.
È stato lo stesso Ministero dell’Energia e delle Risorse minerarie (ESDM) dell’Indonesia a confermare che le aziende di tutto il mondo stanno manifestando un interesse crescente nei confronti del settore geotermico, al punto che sono ben 10 i nuovi siti di sfruttamento dell’energia che il governo di Jakarta ha deciso di mettere all’asta tra i mesi di luglio e di settembre. Il tutto, nell’ambito di un piano della nazione piuttosto ambizioso, volto a installare 5,15 gigawatt di energia geotermica entro il 2030: una quantità in crescita del 50% rispetto ai 3,35 gigawatt messi in conto nel piano precedente.
Ma le necessità non sono solo dell’Indonesia visto che, ad avere bisogno di espandersi nelle energie rinnovabili, sono anche diverse aziende mondiali a caccia di occasioni.
A dirlo è stata Eniya Listiani Dewi, direttrice generale della divisione di energie rinnovabili e di conservazione di energia presso il ministero ESDM, che ha parlato della necessità delle Big del settore energetico di “ lanciare iniziative green ”, al fine di certificare la loro determinazione ad avviare investimenti non oil e sostenibili: “Motivo per cui i player esteri produttori di combustibili fossili (petrolio, gas naturale, carbone) stanno volgendo lo sguardo allo sviluppo dell’energia geotermica in Indonesia”, ha precisato Dewi.
Cosa si intende per energia geotermica. Prossima scommessa di Chevron?
Per energia geotermica, va ricordato che si intende quella che viene prodotta attraverso lo sfruttamento del calore naturale della Terra.
In questo modo, è possibile generare elettricità senza bisogno di fare affidamento ad altre fonti naturali di calore, come il sole e il vento, il cui utilizzo si traduce nella produzione, rispettivamente, di energia solare o di energia eolica.
Tra i giganti interessati a sfruttare le potenzialità di energia geotermica presenti in Indonesia il colosso USA Chevron, finito in passato nel mirino con l’accusa di greenwashing.
Il gruppo, che ha tutta l’intenzione di cogliere la palla al balzo rappresentata dall’Indonesia, si è messo già all’opera, lanciando un progetto di collaborazione con l’azienda indonesiana PT Pertamina Geothermal Energy al fine di creare una nuova centrale da 55 megawatt a Wai Ratai, stando alle indiscrezioni riportate dall’Indonesia Business Post.
Indonesia al lavoro per rendere più appetibili gli investimenti delle aziende
Dal canto suo, l’Indonesia si sta muovendo per allentare la pesante burocrazia che le ha impedito finora di attrarre investimenti nelle risorse naturali che tanto abbondano nel suo territorio.
Tra gli obiettivi, il completamento della revisione delle norme governative note come Government Regulation No. 7/2017. Revisione il cui scopo è di rendere i progetti di investimento più facili da realizzare e più appetibili da un punto di vista finanziario, migliorando il tasso interno di rendimento, fino a portarlo al 10% circa-11%: soglia considerata chiave dagli investitori: “Alcuni siti (in termini tecnici WKP (siti di lavoro geotermico) sono già pronti per le aste, ma stanno ancora attendendo le decisioni del ministero”, ha spiegato Eniya, ricordando che parte dei “fattori che ostacolano i progetti geotermici sono dovuti all’attuale impianto normativo ” e che, dunque, “se si vuole rafforzare la fattibilità dei progetti, devono essere rimossi”.
Sempre meno petrolio, dunque, con la nuova era dell’utilizzo di risorse geotermiche?
Quanto accadrà nei prossimi mesi in Indonesia potrebbe far capire al mondo in modo più preciso, di fatto, se lo sfruttamento di questa risorsa naturale potrebbe contribuire, insieme alle altre energie rinnovabili, decretare il tramonto dei combustibili fossili, e soprattutto del petrolio. Petrolio che sta presentando segnali nascosti da non sottovalutare.
Saipem tra i campioni italiani che scommettono sull’energia geotermica
Intanto, va ricordato che, tra i campioni italiani attivi nel settore dell’energia, anche Saipem, il gruppo quotato sul Ftse Mib di Piazza Affari, ha confermato il proprio impegno a scommettere sull’energia geotermica.
L’azienda “leader globale nell’ingegneria e nella costruzione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture, sia offshore che onshore”, ha annunciato agli inizi di ottobre del 2024 l’accelerazione nella ricerca e nello sviluppo nel campo della energia geotermica, comunicando di avere “siglato un Memorandum d’Intesa con Geolog e Ignis H2 Energy, società specializzate nel settore della geotermia”, con l’obiettivo di “sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate e studiare la fattibilità di nuovi impianti geotermici per ottenere energia pulita e rinnovabile, in Italia e a livello internazionale ”.
Così ha recitato la nota di Saipem:
“Il Memorandum d’Intesa prevede che le tre società realizzino studi congiunti sull’energia geotermica non convenzionale, ovvero sorgenti di calore terrestre difficilmente accessibili e per questo ancora scarsamente sfruttate, e su quella offshore, di cui ad esempio è ricco il bacino del Mediterraneo. Saipem si occuperà dello studio della fattibilità di impianti geotermici, valutando le soluzioni tecniche ad oggi disponibili sul mercato e identificando eventuali gap tecnologici. Geolog e Ignis, grazie alle loro competenze, contribuiranno alla valutazione delle formazioni geologiche e delle soluzioni di perforazione, nonché all’analisi della disponibilità di risorse geotermiche”.
Saipem ha rimarcato che l’ “ energia geotermica è una risorsa strategica nel processo di transizione energetica in quanto è una fonte di energia rinnovabile affidabile e continuativa , ma ancora poco utilizzata rispetto alle sue reali potenzialità”.
L’azienda italiana ha tenuto a precisare ricordando di poter “ contare sulla sua vasta esperienza nello sviluppo di progetti di geotermia convenzionale e pozzi geotermici realizzati in Italia e a livello internazionale sin dagli anni 70, nonché nei settori offshore, drilling e nella costruzione di impianti galleggianti”.
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