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Eppur si muove, sono sei gli Ambasciatori dell’agrivoltaico in Italia premiati da Legambiente


Mentre il Vaticano ha intenzione d’investire circa 100 milioni di euro su un nuovo impianto agrivoltaico a Santa Maria di Galeria (un territorio di proprietà della Santa Sede su suolo italiano, a Roma) per raggiungere l’autosufficienza energetica a emissioni nette zero, in Italia le imprese che vogliono investire sull’agrivoltaico non riescono neanche ad accedere ai fondi Pnrr (1,1 miliardi di euro) stanziati a sostegno della filiera a causa di condizioni d’incertezza – sotto il profilo normativo, autorizzativo, delle tempistiche – «davvero troppo elevate», come spiegato sulle nostre colonne da Alessandro Migliorini per l’impresa di settore European Energy. Eppure, nonostante tutto, gli impianti agrivoltaici continuano a crescere offrendo un esempio concreto di sviluppo sostenibile, che Legambiente ha voluto premiare in seno alla sua 37esima edizione di Festambiente, la kermesse nazionale del Cigno verde che si è chiusa ieri in Maremma.

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Dall’Umbria alla Calabria, dall’Emilia Romagna alla Puglia, passando per la Campania sono sei le realtà che premiate a Festambiente in qualità di Ambasciatori per l’Agrovoltaico 2025, il primo premio in Italia nel suo genere volto a coniugare la produzione agricola e l’energia rinnovabile, dimostrando che sia possibile produrre “prodotti agrivoltaici” di qualità, mantenendo elevati standard ambientali e innovando i modelli agricoli tradizionali. Il tutto suggellato con allegria attraverso “l’aperitivo agrivoltaico”, svoltosi al termine della premiazione, e ha avuto per protagonisti gli ambasciatori e i loro prodotti, tra cui agrumi, vino e formaggi.

«È essenziale promuovere un modello agroecologico integrato, capace di superare la dipendenza dai prodotti chimici tipici dell’agricoltura intensiva, valorizzando al contempo biodiversità, fonti rinnovabili e filiere etiche – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, evidenziando anche la necessità di garantire una transizione equa per le imprese agricole – Le esperienze già attive sul territorio dimostrano che è possibile produrre cibo ed energia rinnovabile in modo sinergico, costruendo un equilibrio che sostiene il clima e rafforza le comunità locali».

Andando a vedere chi sono i premiati, in Umbria e in Calabria gli Ambasciatori per l’agrivoltaico 2025 raccontano il connubio vincente con l’agrivoltaico a palizzata verticale, pannelli di questo tipo massimizzano l’intercettazione luminosa nelle ore che seguono l’alba e precedono il tramonto, consentono una buona ombreggiatura e riparano dal vento. Premiata l’azienda familiare dell’altopiano di Colfiorito, La Valletta, dedita alla coltivazione di lenticchie e zafferano di alta qualità su oltre 80 ettari, che produce colture pregiate sotto impianti agrivoltaici avanzati, con un uso efficiente dell’acqua e un forte contributo alla resilienza climatica. Grazie alla sua gestione integrata della filiera, dalla semina al confezionamento, è stata scelta come sede del primo impianto agrivoltaico pilota italiano nell’ambito del progetto Agrivoltaico Open Labs.

In Calabria, sono due gli Ambasciatori per l’Agrivoltaico 2025 premiati a Festambiente: la “La Terzeria”, in provincia di Cosenza, che nel limoneto ha installato un impianto agrivoltaico con pannelli verticali che, oltre a produrre energia, fungono da frangivento, riducendo l’evapotraspirazione e migliorando l’efficienza irrigua. L’azienda adotta tecnologie avanzate come subirrigazione, fertirrigazione e monitoraggio costante, promuovendo un’agricoltura rigenerativa e aperta al territorio. Sempre in Calabria, premiata anche la Greenhouse, il primo Consorzio di aziende specializzate nella coltivazione in ambiente agrofotovoltaico, sempre in provincia di Cosenza, che con 11 progetti agrivoltaici attivi, 40 ettari coltivati e oltre 18.000 piante si propone come esempio concreto di agricoltura circolare, efficiente e replicabile.

In Campania, il premio “Ambasciatore per l’Agrivoltaico 2025” è andato alla Bersagliera, un’azienda agricola innovativa in provincia di Salerno che si distingue per l’utilizzo di un impianto agrivoltaico sotto il quale pascolano liberamente pecore e capre, contribuendo così a un’agricoltura che sfrutta l’energia solare senza sottrarre spazio all’allevamento. Sotto i pannelli vengono coltivati foraggi per l’alimentazione delle greggi.

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In provincia di Ravenna, premiata come “Ambasciatore per l’Agrivoltaico 2025” l’azienda il Buon Pastore che ha realizzato un impianto agrivoltaico esteso su 70 ettari: sotto i pannelli fotovoltaici pascolano liberamente le pecore, contribuendo a un modello produttivo integrato in cui energia e allevamento convivono armonicamente. Tra i filari vengono coltivati erba medica, trifoglio bianco, ginestrino, lupinella, festuca ed erba mazzolina, utilizzati per l’alimentazione del gregge. Cuore dell’attività è la produzione artigianale di formaggi ovini, realizzati con latte di alta qualità proveniente dal proprio allevamento e trasformato secondo metodi tradizionali. In Puglia, premiata l’azienda agricola “I Prodotti della Svolta” in provincia di Bari. Qui su 4 ettari di terreno coltivato, i pannelli solari installati a oltre due metri d’altezza permettono la coltivazione di uva, ortaggi e legumi, migliorando la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici, limitando l’evaporazione e tutelando la fertilità del suolo.

«Gli ambasciatori per l’Agrivoltaico 2025 che abbiamo premiato a Festambiente – conclude Angelo Gentili, coordinatore di Festambiente e responsabile agricoltura di Legambiente – sono un esempio concreto di come l’agroecologia rappresenti oggi la vera frontiera dell’agricoltura sostenibile: non si tratta di un’opzione marginale, ma di una soluzione concreta per rigenerare i suoli, salvaguardare la biodiversità e affrontare la crisi climatica, garantendo al contempo un’alimentazione sana e equa. Per questo motivo chiediamo al governo e all’Unione Europea di riconoscere l’agroecologia come criterio prioritario nei finanziamenti agricoli, facendone un pilastro delle politiche comunitarie. Il Green deal può diventare una scelta strategica anche per il settore agricolo, permettendo di ridurre gli impatti ambientali negativi e rafforzare la resilienza di fronte ai cambiamenti climatici. In questo contesto, anche l’agrivoltaico può giocare un ruolo fondamentale: una tecnologia capace di produrre energia rinnovabile senza consumare suolo, in linea con i principi dell’agroecologia, nel rispetto del paesaggio e con vantaggi concreti per le imprese agricole e i territori».





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