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Grandi banche italiane, crescono utili


Le grandi banche italiane (Intesa SanpaoloUniCreditBanco BPMBPER Banca e Banca Monte dei Paschi di Siena) hanno registrato un utile netto aggregato di 7,6 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2025, in crescita del 15% su base annua e del 12% su base trimestrale. Lo evidenzia un report di Morningstar DBRS, spiegando che nel primo semestre l’utile aggregato si è attestato a 14,3 miliardi di euro, in crescita del 13% su base annua o del 16% su base annua escludendo gli elementi non ricorrenti.

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Il ROE medio annualizzato si è mantenuto a un solido 16% nel primo semestre del 2025, il che ha anche determinato il miglioramento delle previsioni di redditività per l’anno per la maggior parte delle banche.

“Le banche italiane hanno confermato solidi fondamentali creditizi nel primo semestre del 2025, come indicato anche dall’ultimo stress test dell’EBA, che ha visto le banche dell’Europa meridionale, comprese quelle italiane, tra le migliori performance nello scenario avverso – ha affermato Andrea Costanzo, Vice President, European Financial Institution Ratings presso Morningstar DBRS – Ciò consente alle banche italiane di mantenere flessibilità strategica, garantendo al contempo protezione dai rischi nell’attuale contesto macroeconomico in peggioramento, caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e commerciali a livello globale”.

 

Le principali voci di ricavo

Il margine di interesse aggregato è diminuito del 5% su base annua nel secondo trimestre del 2025, ma è aumentato dell’1% su base sequenziale rispetto al trimestre precedente, poiché i maggiori volumi di prestiti, uniti al maggiore contributo dei titoli a reddito fisso e ai benefici derivanti dalla copertura, hanno più che compensato l’impatto negativo dei tassi di interesse più bassi. Nel primo semestre del 2025, il margine di interesse è diminuito del 5% su base annua. Secondo Morningstar DBRS, è probabile che il margine di interesse si riduca su base annua nel 2025; tuttavia, la crescita dei prestiti e gli ulteriori benefici derivanti dalla copertura dei tassi di interesse dovrebbero contribuire a mitigarne l’impatto.

Nel secondo trimestre del 2025, le commissioni nette sono aumentate del 3% su base annua; tuttavia, sono diminuite del 2% su base trimestrale, principalmente a causa di diverse festività nel secondo trimestre. Nel primo semestre, le commissioni nette sono aumentate del 6% su base annua. Le banche hanno beneficiato degli importanti sforzi compiuti per diversificare i propri modelli di business verso attività che generano commissioni, tra cui la gestione patrimoniale, la bancassicurazione e i servizi di pagamento. A tal fine, le banche stanno anche perseguendo una crescita inorganica, come l’acquisizione di Anima da parte di Banco BPM. “Questa performance diventa ancora più significativa nell’attuale contesto caratterizzato da elevata volatilità e incertezza attribuibili alle tensioni geopolitiche e alla guerra commerciale globale”, si legge nel report.

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La salute dei bilanci

Le rettifiche su crediti (LLP), sempre nel secondo trimestre, sono aumentate dell’1% su base annua e del 17% rispetto al trimestre precedente, principalmente a causa di alcuni rilasci non ricorrenti nel secondo trimestre del 2024 e dell’effetto stagionale nel secondo trimestre del 2025, oltre che degli aggiornamenti del modello creditizio per riflettere il peggioramento delle ipotesi macroeconomiche. Ciononostante, le rettifiche su crediti per il primo semestre del 2025 sono diminuite del 6% su base annua, a causa del profilo di rischio complessivamente più solido delle banche. Le banche hanno mantenuto la maggior parte dei loro piani di gestione nel caso in cui si materializzassero rischi inattesi derivanti da tensioni geopolitiche e commerciali globali.

Il COR medio annualizzato è stato di 28 punti base (bps) nel primo semestre del 2025, in calo rispetto ai livelli registrati negli anni precedenti. Le banche prevedono un aumento del COR compreso tra 30 e 40 bps in media nel 2025, poiché rimangono prudenti sui rischi relativi alla qualità degli attivi a causa dei dazi statunitensi.

A fine giugno 2025, lo stock aggregato di NPE era sostanzialmente invariato rispetto al 2024, ma si è quasi dimezzato rispetto al 2020. I ratio NPE lordi e netti medi si attestavano rispettivamente al 2,7% e all’1,4% a fine giugno 2025, in calo rispetto al 2,9% e all’1,5% a fine giugno 2024, favoriti anche da una certa espansione del portafoglio prestiti. La copertura media totale dei NPE era pari a circa il 49% a fine giugno 2025, invariata rispetto al 2024.

 

L’eccesso di capitale

La capitalizzazione rimane solida, con un CET1 ratio medio del 15,7% a fine giugno 2025, in leggero calo rispetto al 15,8% a fine 2024, poiché la generazione di utili è stata più che assorbita dall’aumento della remunerazione degli azionisti, dall’impatto dell’adozione del quadro normativo di Basilea IV a partire dal 2025, dall’aumento dei volumi di prestiti e dalle acquisizioni. Il cuscinetto medio di CET1 al di sopra del requisito minimo si attestava su un solido livello di 600 punti base a fine giugno 2025.

“Prevediamo che parte dell’eccedenza di capitale verrà assorbita, trainata da minori utili non distribuiti dovuti ai tassi di interesse più bassi e alla maggiore remunerazione degli azionisti, nonché dalla potenziale riuscita esecuzione da parte delle banche di acquisizioni ancora in corso – dice Morningstar DBRS – Poiché il settore bancario italiano rimane tra i settori più frammentati in Europa, potrebbero verificarsi ulteriori consolidamenti, anche per le banche di medie dimensioni“.

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