Negli ultimi semestri, il credito in Italia ha mostrato segnali di rallentamento, con dinamiche profondamente diverse a seconda delle aree territoriali. Se il Nord del Paese appare più resiliente, il Centro-Sud evidenzia segnali di criticità più marcati, soprattutto sul fronte della domanda di finanziamenti.
Per quanto riguarda il credito alle imprese, analizzando i dati della Banca D’Italia, il Centro Studi di Assoesercenti evidenzia un calo generalizzato della domanda, ma con intensità diverse. Il Nord Ovest segna una contrazione più contenuta, pur risentendo del calo dei servizi, mentre nel Centro e nel Sud e Isole il rallentamento è più netto e riguarda tutti i settori economici, dalle costruzioni all’industria. Il Nord Est, seppur in difficoltà, regge meglio grazie a una domanda più stabile per investimenti produttivi.
Sul fronte dell’offerta di credito alle imprese, prevale un irrigidimento delle condizioni. Le banche, soprattutto nel Centro e nel Sud, hanno aumentato gli spread applicati e richiesto maggiori garanzie, in risposta a una percezione del rischio più elevata. Al contrario, nel Nord Est l’atteggiamento è stato più prudente ma meno restrittivo.
Nel primo semestre 2025, la domanda di mutui da parte delle famiglie è rimasta complessivamente stabile, interrompendo la fase di contrazione osservata negli anni precedenti. Il quadro è omogeneo su tutto il territorio, con lievi segnali di ripresa nel Nord Ovest e livelli stabili altrove. Il peso dei tassi elevati e delle incertezze economiche si avverte ancora, ma con minore intensità.
Anche l’offerta di mutui si è mantenuta invariata, senza segnali di irrigidimento: le banche hanno continuato a proporre anche formule flessibili, in particolare nel Mezzogiorno.
Diversamente, nel comparto del credito al consumo, si osserva una lieve ripresa della domanda nel Nord Est e nel Centro, mentre resta debole nel Sud. Le condizioni di offerta sono rimaste stabili, senza restrizioni aggiuntive.
Sul fronte del risparmio, crescono gli strumenti più liquidi e remunerativi, come depositi vincolati e obbligazioni bancarie, soprattutto nel Nord Est e nel Centro. Al contrario, nel Sud e nelle Isole si segnala una minor propensione verso strumenti più complessi, come azioni, polizze e titoli di Stato.
“Questa fotografia del credito territoriale nel 2024 – sostiene il presidente di Assoesercenti Salvo Politino – evidenzia una frattura geografica crescente: da un lato un Nord ancora dinamico e relativamente solido, dall’altro un Centro-Sud che fatica a reagire, colpito da una stretta creditizia e da aspettative economiche più fragili. Per il sistema finanziario e per le politiche pubbliche, si tratta di un segnale importante: senza un riequilibrio territoriale, la ripresa rischia di rimanere disomogenea e incompleta”.
Per colmare il divario e rafforzare il credito sono necessari:
– Incentivi pubblici per l’accesso al credito nelle aree fragili;
– Attivare garanzie pubbliche mirate (es. tramite il Fondo di Garanzia per le PMI) con criteri territoriali più favorevoli per le imprese del Mezzogiorno e del Centro. Questo aiuterebbe le banche ad attenuare la stretta senza assumersi rischi eccessivi;
– Promozione del microcredito e del credito alternativo: potenziare strumenti come il microcredito, i prestiti peer-to-peer o i circuiti mutualistici locali, specialmente nelle aree a bassa bancarizzazione. Questi canali possono integrare l’offerta bancaria tradizionale e supportare lavoratori autonomi e piccole imprese;
– educazione finanziaria e supporto alla pianificazione familiare: nelle aree dove la domanda di mutui e credito al consumo cala per incertezza, è utile promuovere l’educazione finanziaria. Informare le famiglie su opportunità, strumenti e rischi può rafforzare la fiducia e incentivare comportamenti più consapevoli;
– coinvolgimento attivo degli enti locali e delle banche di prossimità: le Banche di Credito Cooperativo e gli istituti locali giocano un ruolo essenziale nel riequilibrio territoriale. Occorre sostenerne la capitalizzazione e valorizzare il loro radicamento attraverso partnership con enti regionali e comuni;
– monitoraggio integrato e tempestivo del credito territoriale.
“Le disuguaglianze territoriali nell’accesso al credito – conclude il presidente Politino – si stanno ampliando e rischiano di alimentare un circolo vizioso tra fragilità economica e stretta finanziaria. Un approccio coordinato — tra Stato, banche, enti locali e sistema imprenditoriale — è indispensabile per trasformare la finanza da freno a motore della ripresa. Le soluzioni ci sono, ma vanno attivate in modo mirato e tempestivo”.
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