Avruscio (FI): «Continuiamo a lavorare con ecografi vetusti, come se adoperassimo ancora i cellulari di 15-20 anni fa»
«Il Polo della Salute di Padova Est sarà un gioiello della sanità non solo veneta ma italiana, su questo non ci sono dubbi. Il problema è che al Giustinianeo, nel frattempo, continuiamo a lavorare con ecografi che hanno anche più di dieci anni».
«Sono affascianato»
All’indomani della presentazione del progetto definitivo del nuovo ospedale cittadino è Giampiero Avruscio, direttore dell’unità operativa complessa di Angiologia dell’attuale policlinico a mettere in evidenza la questione elogiando però nel contempo ciò che verrà: «Come segretario provinciale di Forza Italia non posso non sottolineare come il sogno sia iniziato nel 2004, quando l’allora onorevole Elisabetta Casellati iniziò la discussione sulla necessità di un nuovo ospedale a Padova, sostenuta poi da una mozione proprio di Forza Italia che stimolava il Comune e il sindaco Flavio Zanonato a dare il suo placet per la costruzione dell’opera. Confesso che sono rimasto letteralmente affascinato dall’impresa che sarà realizzata, maestosa quanto prestigiosa: chiudendo gli occhi immaginavo le più innovative cure e il comfort dati ai nostri pazienti, gli spostamenti molto più agevoli, l’eliminazione dei molti disagi e il benessere anche dei dipendenti, poi però ho aperto gli occhi perché mi hanno chiamato dal mio reparto per dirmi che l’ecografo in dotazione continuava a spegnersi».
Azienda Zero
A questo punto il faro di Avruscio si sposta sulla Regione, «che attraverso Azienda Zero ha espletato una gara regionale per sostituire gli ecografi ormai non più adeguati tecnologicamente. In genere quando si fa una gara, si è sicuri che ci siano i fondi, e invece la Regione afferma che sono le varie aziende sanitarie che devono acquistarli senza però considerare che di soldi non ne hanno. Il risultato? Continuiamo a lavorare con ecografi vetusti, come se adoperassimo ancora i cellulari di 15-20 anni fa». Se quella tecnologica appare comunque la problematica più risolvibile ce n’è un’altra più annosa e che «tiene sulle spine», ovvero quella relativa alla carenza di personale medico.
Più attrattività
A porre l’accento in merito è Fabio Turato di Cisl Fp: «Oltre ai “contenitori” dobbiamo pensare ai “contenuti”, ovvero a chi deve lavorare in strutture come il futuro ospedale di Padova Est, che immagino comporterà una riorganizzazione sistematica. Il sistema sanitario nazionale fatica a reperire e valorizzare i professionisti, tanto che c’è mancanza di personale in tutti i settori». Filippo Crimì, presidente provinciale dell’Ordine dei Medici di Padova, definisce tale carenza «un tasto dolente. Come rimediare? La sanità pubblica deve essere più attrattiva, e per riuscirci serve innanzitutto una “revisione” contrattualistica che garantisca una migliore retribuzione e un miglior equilibrio vita-lavoro. Con il nuovo Polo della Salute, poi, servirà ancor più personale: in tal senso c’è almeno un dato confortante, ovvero che dal prossimo anno i laureati in Medicina saranno più dei medici che andranno in pensione (rispettivamente 14 mila e 12 mila, ndr), e tale “forbice” si amplierà sempre più arrivando nel 2031, anno in cui dovrebbe entrare in funzione l’ospedale di Padova Est, a 25 mila contro 8 mila.
Più posti
Il problema è che bisogna nel contempo aumentare il numero di posti nelle scuole di specializzazione, alcune delle quali stanno vivendo una sorta di “desertificazione”: quello è il vero deficit, serve un deciso cambio di passo dall’alt. Anche perché mi sa che chi pensa che la modifica alla modalità di accesso al corso di laurea di Medicina possa essere la “panacea” di tutti i mali si sbaglia».
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