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Se la comunicazione fosse come una partita di poker? Il libro di Alberto Prastani spiega il successo dei brand moderni


Il mercato della comunicazione aziendale affronta una crisi di credibilità senza precedenti. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e la proliferazione di contenuti fake, le aziende faticano a distinguersi in un panorama dove il bluff e l’autenticità si confondono pericolosamente. Secondo i dati più recenti, la spesa per il gioco d’azzardo in Italia ha raggiunto i 150 miliardi di euro nel 2023, con il mercato globale del poker che vale 86,2 miliardi di dollari e si prevede raggiungerà i 306,75 miliardi entro il 2032.

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In questo contesto di incertezza emerge una prospettiva inedita: quella di Alberto Prastani, ex-giocatore professionista di poker diventato esperto di marketing, che nel suo libro ‘Gioca le tue carte: Dal tavolo verde alle strategie di branding’ rivela i paralleli nascosti tra le strategie del poker e il successo aziendale moderno.

‘Oggi la comunicazione è diventata una vera e propria partita di poker’, spiega Prastani. ‘Tra intelligenza artificiale e la difficoltà di riconoscere cosa è autentico e cosa è fake, il gioco del bluff nella comunicazione è sia dove si fonda il successo che dove si nasconde il marcio del settore’.

L’analisi di Prastani si basa su anni di esperienza sia ai tavoli da gioco professionali che nel marketing, seguendo molti piani di comunicazione strategici per diverse aziende. La sua tesi centrale è che le competenze sviluppate nel poker come gestione del rischio, lettura degli avversari, calcolo delle probabilità e controllo emotivo, siano direttamente applicabili al branding moderno.

Il problema principale che affligge le aziende oggi è la sottovalutazione del branding, spesso ridotto a un semplice logo. ‘È come credere che vincere a poker dipenda solo dalla fortuna, ignorando le migliaia di ore di studio e analisi dei professionisti’, osserva Prastani. ‘Il branding è la percezione complessiva che i clienti hanno di un’azienda, quello che pensano e sentono quando il brand non è presente’.

L’approccio proposto dall’autore ed esperto di marketing si basa su tre pilastri fondamentali mutuati dal poker: la gestione scientifica del budget (bankroll management), l’analisi dei dati per decisioni strategiche (Expected Value) e la capacità di ‘leggere il tavolo’ per identificare opportunità di mercato. Questi principi trovano applicazione pratica in casi di successo come Red Bull, che ha creato un ecosistema inattaccabile attorno al concetto di ‘energia estrema’, o Casper, che ha rivoluzionato il mercato dei materassi identificando i ‘tell’ di un’esperienza d’acquisto universalmente detestata.

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‘Nel poker, come nel branding, la percezione è realtà’, sottolinea Prastani. ‘Non si tratta di ingannare, ma di amplificare strategicamente il valore percepito attraverso quello che chiamo bluff strategico – deve sempre esserci una verità sottostante che supporti la percezione amplificata. Tutto questo è racchiuso nel mio ultimo libro’.

L’impatto di questa metodologia sulla società è significativo. Le aziende che adottano un approccio strategico al branding, basato su dati e analisi rigorose piuttosto che sull’istinto, mostrano performance superiori in termini di fidelizzazione clienti e resilienza durante le crisi. Esempi come Velasca nel settore calzaturiero o Taffo nel settore funebre dimostrano come un posizionamento distintivo e coerente possa trasformare settori tradizionalmente ‘noiosi’ in opportunità di crescita.

L’approccio multidisciplinare proposto da Prastani rappresenta una risposta concreta alle sfide della comunicazione moderna. La capacità di separare processo da risultato, gestire la varianza emotiva e mantenere una visione strategica a lungo termine sono competenze che, nate ai tavoli da poker, trovano applicazione diretta nella costruzione di brand resilienti e di successo.

‘Il successo nel branding, come nel poker, non deriva dalla perfezione teorica di una strategia, ma dalla capacità di eseguirla con attenzione ai dettagli, adattarla ai feedback e mantenerla viva attraverso cicli continui di apprendimento’, conclude Prastani.



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