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Vacanze e spesa 2025: ecco quanto pagherai in più quest’estate (e perché nessuno ti salva)


A luglio 2025 l’Italia fa i conti con una stangata senza precedenti su vacanze, cibo e trasporti, con l’inflazione confermata dall’Istat in crescita dell’1,7% su base annua e dello 0,4% rispetto a giugno. A trainare l’aumento sono soprattutto i beni alimentari (+3,7% da +3,3%) e i trasporti (+3,3% da +2,9%), mentre si accentua la flessione degli energetici (-3,4%). Il carrello della spesa registra rincari annui dal +2,8% al +3,2%, con un picco nel Sud Italia (+1,9%), mentre nel Nord-Est l’aumento è in linea con la media nazionale e nel Centro, Nord-Ovest e Isole è più contenuto.

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Tra le città sopra i 150mila abitanti, i rialzi più pesanti colpiscono Rimini (+2,8%), Padova e Napoli (+2,3%), seguite da Bolzano (+2,2%), mentre Reggio Emilia (+0,8%), Aosta e Campobasso (+0,7%) segnano gli incrementi più bassi.

Il Codacons denuncia: «Si conferma la stangata sulle vacanze estive degli italiani, con tutte le voci legate a viaggi e turismo che segnano fortissimi rincari rispetto allo scorso anno». L’associazione, guidata da Carlo Rienzi, calcola che l’inflazione all’1,7% «equivale a un maggiore esborso pari a +559 euro annui per la famiglia “tipo”, +761 euro per un nucleo con due figli». Gli aumenti toccano punte record: voli nazionali +35,9%, europei +5,5%, traghetti +10,9%, auto a noleggio +9,9%, pacchetti vacanza nazionali +10,3%, case vacanza e b&b +6%, spiagge e piscine +3,4%, musei e monumenti +4%.

Anche l’Unione Nazionale Consumatori mette in guardia: «Per una coppia con due figli, ci sarà un rialzo complessivo del costo della vita pari a 606 euro su base annua, ma di questi ben 356 se ne vanno solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche». Il presidente Massimiliano Dona evidenzia che i pacchetti vacanza nazionali sono aumentati del +16,1% in un solo mese e che gli stabilimenti balneari hanno ritoccato i prezzi del +7,3% rispetto a giugno.

Il quadro diventa ancora più pesante guardando i dati diffusi da Assoutenti: frutta fresca +8,8%, pomodori +12,3%, latticini +7%, burro +16,9%, uova +7,2%, cioccolato +13,2%, caffè +23,4%.

Sul fronte politico, le opposizioni accusano l’esecutivo di immobilismo. Raffaella Paita di Italia Viva attacca: «Davanti alle tempeste dell’inflazione, il governo non offre ripari». Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra osserva: «Verdura +3,1%, frutta +8,8%, carne +4,9%, pasta e cibi lavorati +2,8%: tutti questi più tuttavia significano in realtà un meno per lo stipendio degli italiani. Perché anche a luglio Istat ci dice che sono aumentati i prezzi dei beni di consumo ma gli stipendi no».

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Marco Grimaldi, sempre di Avs, ricorda: «Avs ha presentato la proposta di legge Sblocca Stipendi per legare gli stipendi al costo della vita». Per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, la situazione è allarmante: «A fronte di un evidente caro prezzi delle strutture ricettive, stimato del 30% rispetto a 5 anni fa, c’è un calo dei salari reali che l’Ocse ci dice essere del 7,5% rispetto al 2021. Il governo farebbe bene a pensare a misure di sostegno a favore di lavoratori e imprese che saranno colpiti nei prossimi mesi dai dazi imposti dall’amico americano di Giorgia Meloni. L’Italia non è più un paese per famiglie».

Dai partiti di opposizione arriva un monito unanime: «E ancora una volta Meloni e soci di governo non diranno una parola sull’inflazione che aumenta».





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