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12 agosto 1981: IBM lancia il primo PC


Il 12 agosto 1981 è una data che ha segnato la storia dell’informatica, e più in generale, il modo in cui lavoriamo e viviamo. In quel giorno, IBM, l’allora gigante indiscusso dell’informatica, presentò al mondo il suo primo “Personal Computer”, il modello 5150. Questo lancio non fu solo la commercializzazione di un nuovo prodotto, ma l’inizio di una rivoluzione che avrebbe portato l’informatica fuori dai laboratori e dagli uffici delle grandi aziende, rendendola accessibile a tutti e creando le fondamenta per l’industria dei PC come la conosciamo oggi.

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Il PC IBM non fu il primo personal computer in assoluto, ma la sua autorevolezza e la sua architettura unica lo resero uno standard, un punto di riferimento che ha plasmato il futuro della tecnologia.

L’IBM e la sfida del personal computing

Fino agli anni ’70, il mondo dell’informatica era dominato dai cosiddetti mainframe, giganteschi computer che occupavano intere stanze e costavano milioni di dollari, accessibili solo a governi, università e grandi corporazioni. La IBM era la regina indiscussa di questo mercato. Tuttavia, nel decennio successivo, un nuovo fenomeno cominciò a farsi strada: il personal computing. Aziende come Apple, Commodore e Tandy stavano producendo piccoli computer, più economici e pensati per l’uso domestico e le piccole imprese. L’Apple II, in particolare, aveva riscosso un notevole successo e, in questo contesto, la dirigenza di IBM, pur con un certo iniziale scetticismo, si rese conto che non poteva ignorare questo nuovo e promettente settore.

Per recuperare il ritardo e competere in un mercato in rapida evoluzione, l’azienda prese una decisione radicale e fuori dagli schemi. Invece di affidarsi ai suoi tradizionali e lenti processi di sviluppo interni, che avrebbero richiesto anni, la società istituì un gruppo di lavoro speciale, guidato da Don Estridge, con il compito di creare un personal computer in tempi record. Questo gruppo, denominato “Entry Systems Division”, ebbe la libertà di operare in modo quasi autonomo, snellendo la burocrazia e, soprattutto, adottando un’architettura “open”.

Tale decisione fu una mossa senza precedenti per IBM, che era solita tenere segreta la propria tecnologia, affidandosi anche a fornitori esterni per componenti e software, il che si rivelò una scelta vincente e fondamentale per il futuro successo del prodotto.

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L’architettura “open” e i partner chiave

La scelta di un’architettura aperta significava che l’IBM PC era costruito con componenti standard e ampiamente disponibili sul mercato. Il processore scelto fu l’Intel 8088, una CPU a 16 bit con un bus esterno a 8 bit, un compromesso che bilanciava potenza e costi. Per il sistema operativo, l’azienda si rivolse a una piccola e sconosciuta azienda di Redmond, nello stato di Washington ma che in futuro sarebbe diventata uno dei riferimenti del settore, Microsoft di Bill Gates. Inizialmente, Microsoft aveva acquistato un sistema operativo chiamato 86-DOS e lo aveva adattato per l’IBM PC, ribattezzandolo PC-DOS. L’accordo tra le due aziende prevedeva che IBM pagasse una licenza per ogni copia del sistema operativo venduta, ma permetteva a all’azienda di Gates di vendere una sua versione del software a terze parti. Una decisione, all’epoca apparentemente secondaria, che diventò un punto di svolta fondamentale, dando a Microsoft il controllo sul sistema operativo che avrebbe dominato il mercato per decenni, con il nome di MS-DOS.

Anche per gli altri componenti, come la tastiera e l’unità floppy disk, IBM si affidò a fornitori esterni, con un approccio che non solo accelerò enormemente i tempi di sviluppo, ma rese anche più facile per altre aziende (denominate “cloni”) produrre macchine compatibili con l’IBM PC.

Le caratteristiche tecniche e il successo commerciale

Il primo IBM PC, noto anche come IBM 5150, era un concentrato di innovazione e praticità per l’epoca. Il prezzo di lancio era di 1.565 dollari nella configurazione base, che includeva un processore Intel 8088 a 4,77 MHz, 16 KB di RAM (espandibile fino a 256 KB) e l’interfaccia per collegare un registratore a cassette per l’archiviazione dati. Le opzioni più costose includevano uno o due lettori di floppy disk da 5,25 pollici e un monitor a fosfori verdi. Nonostante il costo fosse ancora alto, era nettamente inferiore ai computer mainframe, rendendo l’informatica accessibile a un pubblico molto più ampio.

Il design era sobrio e funzionale, lontano dal look più “casalingo” di alcuni concorrenti. Tale elemento, unito al prestigioso marchio IBM, conferì al prodotto un’aura di serietà e professionalità che lo rese immediatamente attraente per il mondo degli affari. La rivista “Time” nel 1982 scelse addirittura il PC come “uomo dell’anno”, sottolineando il suo impatto rivoluzionario. Il successo commerciale fu immediato e travolgente, superando ogni previsione di IBM. Il 5150 non era semplicemente un computer, era uno strumento di lavoro, un’affidabile piattaforma per software professionali e un mezzo per aumentare la produttività in ufficio e a casa.

L’eredità del 5150: lo standard “IBM compatibile”

Il lancio del 5150 ha avuto conseguenze durature e decisive. L’architettura aperta, che fu una scommessa, divenne la forza trainante di tutto un ecosistema. Migliaia di aziende iniziarono a produrre schede di espansione, periferiche e software per il PC IBM. La possibilità di assemblare computer “compatibili” con l’originale, utilizzando componenti standard, portò a una concorrenza agguerrita che abbassò i prezzi e spinse l’innovazione a un ritmo vertiginoso.

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Oggi, l’eredità dell’IBM PC è ancora viva e visibile. L’architettura x86, introdotta con il processore Intel 8088, è ancora la base della stragrande maggioranza dei personal computer moderni. La partnership con Microsoft ha gettato le basi per l’impero del software e dei sistemi operativi che conosciamo oggi. Sebbene IBM abbia venduto la sua divisione PC a Lenovo nel 2004, il suo contributo rimane indelebile e memorabile e il 12 agosto 1981 non rappresenta solo la data di lancio di un prodotto, ma l’inizio di un’era in cui il computer è diventato uno strumento onnipresente e indispensabile, democratizzando la tecnologia e portandola nelle mani di miliardi di persone.



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