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Green Building: il nuovo trend dell’edilizia


Incentivi, IA e materiali green trasformano gli edifici in green building aumentando l’efficienza e il valore degli immobili

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Immagine generata con IA

Mentre ci troviamo affrontare le pressanti sfide del cambiamento climatico e dell’esaurimento delle risorse, il futuro dell’edilizia sostenibile non è mai stato così importante. Il concetto di green building, architettura ecocompatibile o edilizia sostenibile sta diventando un elemento chiave per affrontare il problema della decarbonizzazione di uno dei settori più inquinanti ed emissivi a livello globale: il comparto delle costruzioni. 

 Anche se dal 2020 le emissioni globali degli edifici hanno smesso di crescere nonostante l’aumento della superficie edificata, non possiamo abbassare la guardia. Questo perché le emissioni nel settore hanno già raggiunto l’allarmante cifra di 10 gigatonnellate di CO2.

L’attenzione alle materie prime impiegate, al ciclo di vita, alla produzione dei materiali, l’elettrificazione ed all’uso di energia rinnovabile ha portato a spostarsi verso una progettazione edilizia più attenta, al punto da trasformare i green buildings in un vero e proprio trend.

 Cos’è un Green Building

Il green building, conosciuto anche come edilizia sostenibile, è un approccio innovativo alla progettazione, costruzione e gestione di edifici che riduce al minimo l’impatto ambientale, promuovendo al contempo l’efficienza delle risorse e il benessere degli occupanti.

Questo sistema costruttivo può inoltre essere certificato da standard internazionali LEED, BREEAM o WELL che permettono un giudizio oggettivo effettivo dei risultati raggiunti.

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Oggi, a livello internazionale, l’attuazione delle normative europee sul clima, le direttive sull’efficienza energetica e gli incentivi fiscali spingono il settore delle costruzioni verso una rivoluzione tecnologica e ambientale. In questo scenario, l’edificio non è più solo un contenitore funzionale, ma un organismo efficiente, connesso, intelligente e a impatto quasi nullo. Non a caso, a partire dal 1° gennaio 2025, la normativa europea impone che tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione siano a energia quasi zero (NZEB), spingendo anche il settore privato verso standard più rigorosi.

Un trend in crescita

Negli ultimi anni, il mercato globale del green building ha assistito ad una crescita costante e strutturale, trainata dalla crescente urgenza climatica, dai target normativi europei e internazionali, nonché da una maggiore consapevolezza ambientale di imprese e cittadini. Secondo il report pubblicato da Precedence Research, il valore del mercato globale degli edifici sostenibili è stato stimato in 523,85 miliardi di dollari nel 2024

Le previsioni sono ancora più ambiziose: 

  • entro il 2034, il comparto potrebbe raggiungere 1.374 miliardi di dollari,
  • con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 9,29% tra il 2024 e il 2034.

Solo nel 2025, il mercato si stima che toccherà i 618,58 miliardi, confermando una traiettoria in costante accelerazione. Questo trend si riflette anche a livello europeo, dove l’adozione di normative sempre più stringenti, come la revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), sta spingendo investimenti consistenti nel settore dell’edilizia ad alte prestazioni ambientali.

Nel dettaglio, il segmento dei materiali da costruzione sostenibili sottolinea una crescwita parallela. Sempre secondo Precedence Research:

  • il volume globale di materiali green è passato da 600 milioni di tonnellate nel 2024 a 697 milioni nel 2025;
  • con una stima che prevede il superamento di 1,2 miliardi di tonnellate entro il 2034.
  • In termini di valore economico è destinato a passare da 26,6 miliardi di dollari nel 2024 a quasi 48 miliardi entro il 2030.

Un’espansione alla quale contribuiscono sia l’innovazione tecnologica, come i sistemi di automazione per l’efficienza energetica, i materiali bio-based e i sistemi di generazione rinnovabile integrata, sia i vantaggi economici diretti per gli investitori e gli utenti finali. Diversi studi condotti ad esempio dal World Green Building Council dimostrano infatti che gli edifici certificati green garantiscono riduzioni nei costi operativi fino al 30%, oltre a offrire un maggiore valore immobiliare e una qualità dell’ambiente interno superiore.

Il contesto normativo internazionale

Raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione totale entro il 2050 implica un cambiamento anche a livello normativo e, dove possibile, l’introduzione di un sistema di finanziamenti dedicati.  

Il comparto edilizio dovrà infatti allinearsi alla nuova Direttiva EPBD IV (Case Green) entrata in vigore l’8 maggio 2024 e che chiede a tutti gli Stati membri di adeguare la propria normativa nazionale entro il 29 maggio 2026.

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Molto schematicamente, la norma avrà due target di riferimento intermedi:

  • Entro il 2028, tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione devono rispettare lo standard NZEB (Nearly Zero Energy Building).
  • Entro il 2030, il requisito NZEB si estende a tutti i nuovi edifici, pubblici e privati, con possibili deroghe solo per edifici storici, luoghi di culto o militari.

Il ruolo dell’edilizia nel taglio delle emissioni in Italia

In Italia, la normativa nazionale si è adattata agli standard UE attraverso le varie Direttive, imponendo l’obbligo NZEB dal 2021 per le nuove costruzioni residenziali e introducendo strumenti di lungo termine per la riqualificazione.

Al netto di tutti i difetti trovati a posteriori, anche strumenti come il Superbonus, Bonus Ristrutturazione, Ecobonus e Conto Termico, hanno accelerato la diffusione di tecnologie avanzate, come isolamento a cappotto, sistemi solari, pompe di calore, domotica per edifici intelligenti. Queste misure fiscali hanno trasformato progetti virtuosi in cantieri reali in grado di migliorare classe energetica, ridurre emissioni e , parallelamente, aumentare i livelli di occupazione. .

Sul fronte internazionale, la certificazione LEED v5, lanciata nel 2025, aumenta l’importanza della decarbonizzazione, del benessere degli occupanti, della resilienza climatica e dell’equità sociale, allineandosi strettamente agli obiettivi EPBD IV.

Tecnologie e materiali chiave dell’edilizia green

Oggi il green building fonde innovazione tecnologica e materiali ecocompatibili, dando vita a edifici che rispettano l’ambiente e migliorano la qualità della vita. In questo scenario, le tecnologie smart sono integrate sin dall’inizio del progetto per ottimizzare consumi e comfort, mentre i materiali scelti, legno certificato, calcestruzzo a basso impatto, isolanti naturali e vernici low‑VOC,  diventano protagonisti di una rivoluzione sostenibile.

I materiali sostenibili più utilizzati nel 2025

Legno lamellare certificato

Il legno lamellare glulam e CLT (Cross‑Laminated Timber), è ormai diventato un materiale strutturale di riferimento nelle costruzioni green. Grazie alla sua elevata resistenza meccanica e alla capacità di stoccare carbonio durante tutto il ciclo di vita, è sempre più impiegato per creare strutture portanti leggere ed esteticamente interessanti. Progetti di riferimento come il grattacielo in legno più alto al mondo Ascent a Milwaukee o come Mjøstårnet in Norvegia, dimostrano come l’utilizzo del legno lamellare CLT e massiccio permetta di eliminare parzialmente o quasi del tutto l’impiego di acciaio e cemento. Sotto questo profilo, sono moltissime le ricerche e gli studi universitari che si stanno specializzando nella realizzazione di tipologie lignee sempre più resistenti e sempre meno impattanti a livello ambientale.

Calcestruzzo a basso impatto

Il cemento ecologico “verde” è un’altra delle nuove frontiere del green building. Combina materiali riciclati, cementi a basse emissioni (green cement) e tecniche di produzione a minore carbon footprint. Questo approccio riduce le emissioni di CO2 nell’industria delle cemento e del calcestruzzi, contribuendo agli obiettivi net‑zero. Le ultime ricerche hanno implementato la produzione di cls con materiali riciclati, scarti industriali o tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale e la cattura della CO2.

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Isolanti naturali e vernici low‑VOC

Gli isolanti vegetali come sughero, lana di pecora, canapa o fibra di legno, così come vernici a basso contenuto di composti organici volatili (low‑VOC), sono ormai largamente utilizzati sia nell’edilizia residenziale che non residenziale. Queste soluzioni offrono elevate prestazioni termiche e acustiche, garantendo al contempo salubrità indoor e riduzione delle emissioni legate ai solventi chimici. Oltre a raggiungere un ottimo isolamento termico e acustico, questi materiali mostrano anche una bassa energia grigia, ovvero il quantitativo di energia impiegata per produrli, e un ciclo di vita rinnovabile o riciclabile.

L’integrazione delle tecnologie smart: IoT, AI e digital twin

Dimentichiamo l’immagine del green building come un semplice edificio fatto di materiali riciclati o pannelli solari sul tetto. Il green building del futuro è molto di più: è un organismo vivente, intelligente, interconnesso e persino capace di “pensare” al proprio benessere e a quello di chi lo abita. Questo salto di qualità è reso possibile dall’integrazione di tecnologie digitali all’avanguardia come lInternet of Things (IoT), che permette agli oggetti di comunicare tra loro; l’Intelligenza Artificiale (AI), che dà agli edifici la capacità di apprendere; e i digital twin (gemelli digitali), repliche virtuali fedeli che simulano il comportamento reale dell’edificio. Insieme, queste innovazioni stanno trasformando i nostri immobili in veri e propri “ecosistemi” capaci di adattarsi, imparare e ottimizzare il loro consumo energetico in tempo reale.

Energia sotto Controllo: la mente dell’edificio

Oggi un edificio smart e green è anche un edificio capace di prevedere esattamente quanta energia consuma, dove e quando. Questo compito è assegnato ai Building Management System (BMS), che arricchiti da sensori IoT, monitorano ogni aspetto, dai consumi all’illuminazione, dalla temperatura al comfort degli ambienti. Ma la vera magia arriva con l’Intelligenza Artificiale. Gli algoritmi di AI analizzano i dati raccolti, imparano le abitudini degli occupanti, senza invadere la privacy e regolano in automatico riscaldamento, condizionamento, ventilazione e illuminazione. Il risultato porta a meno sprechi e massima efficienza. Non a caso, il World Green Building Council stima che questa automazione intelligente possa portare a risparmi energetici fino al 30%, specialmente negli uffici e nei centri commerciali.

Il comfort smart 

Entrando nel vivo del comfort, i sistemi HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) di nuova generazione sono vere e proprie tecnologie vincenti. Connessi a reti intelligenti, non si limitano a riscaldare o raffreddare, ma dialogano con l’ambiente esterno, reagiscono ai cambiamenti meteo improvvisi o ai “picchi” di persone in una stanza. Inoltre, se combinati con le fonti rinnovabili e le pompe di calore, questi sistemi sono cruciali per raggiungere gli ambiziosi standard imposti degli edifici a energia quasi zero (NZEB). Non solo. Sono fondamentali per migliorare la qualità dell’aria interna, un tema sempre più caldo e prioritario anche nelle certificazioni come WELL e la nuova LEED v5.

Prevedere i rischi prima che avvengano: il monitoraggio predittivo

Ma l’intelligenza degli edifici va oltre la gestione quotidiana. Grazie alla fusione tra sensori e AI, i green building moderni sono in grado di prevedere problemi prima che accadano. Nel caso di guasti improvvisi o gestioni inefficienti, l’edificio li “sente” in anticipo, permettendo di programmare la manutenzione solo quando è strettamente necessaria. Questo approccio, basato sull’analisi continua dei dati, non solo taglia i costi operativi, ma prolunga anche la vita utile degli impianti, inserendosi perfettamente nell’ottica dell’economia circolare in edilizia. Qui entrano in gioco i digital twin: modelli virtuali che replicano l’edificio reale e si aggiornano in tempo reale, offrendo una visione completa per progettare e gestire non solo singoli palazzi, ma interi quartieri urbani.

I green building di oggi

Fortunatamento questa visione non è fantascienza, ma è già realtà. Nel nostro Paese, gli esempi virtuosi non mancano. Tra i molti progetti avviati, certamente il Quartiere MIND a Milano (nell’ex area Expo) o il nuovo campus sostenibile del Politecnico di Torino, sono progetti pilota di soluzioni tecnologiche e costruttive che potrebbero essere vincenti. In questi casi le tecnologie smart gestiscono attivamente energia, mobilità e l’interazione con gli utenti. A livello europeo, progetti come il Positive Energy District di Vienna dimostrano come gli edifici intelligenti possano addirittura produrre più energia di quanta ne consumino, coordinati da piattaforme digitali e sistemi predittivi all’avanguardia.

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La vera trasformazione ecologica nell’edilizia passa da una semplice costruzione a un edificio inteso come sistema adattivo. Un sistema che non solo si integra con il contesto urbano e climatico, ma che ne riduce l’impatto ambientale, migliorando al contempo il benessere e la qualità della vita di chi lo abita.

Come cambia il valore degli immobili con l’efficienza energetica

Negli ultimi anni, l’efficienza energetica è passata da optional a vero e proprio driver economico del mercato immobiliare. A influenzare il valore di un edificio non sono più solo la posizione e il suo stato, ma anche la prestazione energetica. A parità di metratura e ubicazione, gli immobili in classe A o B possono oggi valere anche il 10-20% in più rispetto a un analogo edificio in classe G.

Lo confermano numerose indagini, tra cui lo studio di ENEA e I-Com, secondo cui il cosiddetto “green premium” immobiliare è in costante crescita: il 92% degli operatori immobiliari intervistati ritiene che la classe energetica influenzi la vendita e la locazione di un immobile, e il 75% registra un aumento della domanda per abitazioni ad alta efficienza. Insomma, il legame tra qualità energetica e valore è ormai un dato di fatto, rafforzato dalle direttive europee e dai comportamenti sempre più attenti di acquirenti e investitori.

Quanto vale un green building: un investimento che paga

In Italia, il sovrapprezzo che un acquirente è disposto a pagare per un immobile ad alta efficienza, si riflette sia sul valore di vendita sia sulla velocità di vendita sul mercato. Secondo un’indagine condotta da Nomisma, un appartamento in classe A1-A4 può valere fino al 18% in più rispetto a uno in classe D, a parità di condizioni. La differenza può superare anche il 30% nel caso di immobili in classe G.A Milano e Bologna, città trainanti del settore, gli immobili di nuova costruzione o ristrutturati con standard NZEB vengono venduti più rapidamente, anche grazie alla crescente disponibilità di mutui green e incentivi fiscali.



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