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Investimenti milionari, ma mai in cultura vera. E i turisti bocciano la “Rimini Città d’Arte”


Ancora annunci di investimenti nella promozione del territorio e delle sue bellezze, anche culturali. Ma la verità la raccontano i turisti, soprattutto stranieri, che rimangono delusi da come vengono mantenuti i principali monumenti a iniziare dall’Anfiteatro

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La notizia di questi giorni rende nota l’approvazione di “un investimento pluriennale di 3 milioni di euro, destinato a campagne di comunicazione e marketing collegate ai nuovi voli e che valorizzino le località riminesi con le loro specificità”. Lascio ai lettori l’interpretazione personale della parola “investimento”, specie con denaro pubblico.

Ma quale sarà l’offerta riminese a fronte di ciò? Non sembrano profilarsi strategie innovative perché sembra permanere principalmente “‘o sole e ‘o mare” prodotto ormai scaduto da tempo, ulteriormente confermato dalla attuale fiacca (termine benevolo) stagione turistica. A ciò si deve poi aggiungere il nullo apporto dei musei Fellini e del Part, di cui qualcuno in passato giurava sul radioso mirabolante futuro. Infine a completare il siparietto, le solite chiassose festicciole che hanno come unico tema il nulla assoluto.

Ma andiamo avanti così anche perché dopo il lancio del Piano strategico della cultura, non credo che le cose cambieranno più di tanto visti gli ingenti “investimenti” passati di denari che di fatto non hanno prodotto alcunché. Il guaio è che la classe politica riminese, non vuole comprendere che il migliore investimento per la città si deve basare sulla cultura; quella vera e non estemporaneamente inventata. Rimini per la sua importante e millenaria storia, solo se lo volesse, potrebbe riscoprire e valorizzare il suo passato tesaurizzarlo tramite la valorizzazione dei propri monumenti residui, i propri tesori nascosti nei magazzini museali ed organizzando mostre di importanza nazionale di grande richiamo. Questo sarebbe assai facile tenendo conto della sua capacità ricettiva. Ma torniamo alla (mancata) valorizzazione dei monumenti.

È inconcepibile che in un castello del ‘400 si ospiti un museo alieno quando questo sarebbe stato più opportuno e strategico ospitarlo nella zona della marina. La Rocca Malatestiana, in cui dalle recenti scoperte alla sua costruzione operò anche il Brunelleschi, era la sede naturale di un museo di quella che fu la Rimini rinascimentale una delle più importanti città di quel periodo; poi il ripristino del fossato, in luogo a quei bancali lapidei ed alla pozzanghera, mi si passi il termine, avrebbe completato mirabilmente l’opera.

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Ed ora arriviamo ad un altro monumento negato; l’Anfiteatro Romano annosa questione di cui tantissimi cittadini attendono ed auspicano una risoluzione, ma che, al di là del quadernetto delle buone intenzioni, pare non interessare a chi è chiamato a concluderla. A tal proposito va sottolineato che la relazione commissionata dall’Amministrazione propedeutica agli eventuali sondaggi, dovevasi consegnare alla fine del giugno scorso. Dopo l’ottenimento della proroga di trenta giorni (qui), di cui la committenza non ha dato né notizia né giustificazione, ancor oggi non si sa se sia stata o meno depositata. Tutto ciò alla faccia della trasparenza e in antitesi alla loquacità mediatica a cui siamo avvezzi, tanto da comprendere quanto l’aspetto importi all’Amministrazione stessa.

La bizzarria sta nel fatto che nelle varie plance sparse per la città, “Rimini Città d’arte”, si invita il turista a visitare l’Anfiteatro; ed ecco ciò che emerge dai commenti delle persone che si recano sul luogo immaginando di vedere ciò che non esiste. Il monumento in questione è visitato, ma ha uno scarso punteggio di 3.1 con 88 commenti, in cui per lo più prevale la delusione, e dei quali ne riportiamo solo alcuni significati.

“Sono passato decine di volte davanti a queste rovine romane passeggiando sul marciapiede che si trova dall’altra parte della strada ma non avevo mai notato la loro esistenza. Ieri ho attraversato i viali proprio di fronte a questi ruderi e così per la prima volta li ho notati. Devo dire che sono poco noti, poco valorizzati e poco visibili. E neanche molto ben tenuti essendoci su alcuni muri delle scritte di writers che andrebbero cancellate.”

Grande pezzo di storia ma non accessibile”.

“Una rovinosa collezione di pareti rotte e rocce. Chiuso quando eravamo lì alle 10. Le 30 di domenica, e probabilmente a malapena valgono il gong in ogni caso. Risparmia energia per altri siti romani”. (Tradotto testualmente in automatico dal commento di un visitatore di Perth, Australia. Ndr)

Si tratta, come dicevamo, di alcune recensioni vergate da visitatori non solo italiani ma provenienti da altre nazioni anche extra europee, che riportano alcuni comuni denominatori quale sconcerto e delusione per lo stato di abbandono e degrado ma anche per come si presenta diversamente da quello che potrebbe essere. Ciò dimostra inequivocabilmente che il sito è visitato, interessa sia da un punto di vista storico che turistico, e che potrebbe degnamente apportare il suo contributo all’economia cittadina anche ospitando importanti eventi estivi di richiamo.

Per anni ci hanno narrato che nella parte non visibile erano stati eseguiti sondaggi e che questi non avevano rilevato nulla nel suo sottosuolo senza addurre alcuna prova; poi impossibilitati a produrre prove a suffragio di quella fantasiosa ed inconsistenza tesi, ecco all’improvviso materializzarsi il finanziamento per uno studio propedeutico ad indagini archeologiche e ad un successivo svolgimento delle stesse. Per lungo tempo, dicevamo, ci è stata propinata quella favoletta negazionista, nonostante il contrario deducibile dalla storia di quel sito nella copiosa letteratura a tema, nei documenti presenti nel fondo dei direttori della prestigiosa Biblioteca Gambalunga – ed ispettori onorari della Soprintendenza – e in quelli presenti presso l’Archivio di Stato di Rimini per capire che la stessa non aveva alcuna possibilità di avere una qualche minima credibilità.

Ora ci si augurerebbe che l’Amministrazione desse contezza alla città del percorso che ha intrapreso e dei risultati della ricerca, allorquando verrà depositata, al pari delle quotidiane notizie che rende noto quotidianamente circa altri aspetti cittadini spesso di minore importanza.

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