Sul progetto del polo logistico, l’amministrazione Cavazzana risponde dopo il richiamo del PD di Tribano nella giornata di domenica 10 agosto: «Operazione legittima, trasparente, conforme al Piano di Assetto del Territorio Intercomunale e alle norme vigenti». Il Comune sottolinea come, «il progetto non è stato ideato dall’Amministrazione, ma è una proposta di iniziativa privata, presentata su un’area che dal 2005 è destinata a uso produttivo. Il PATI vigente la conferma come tale e, per legge, qualsiasi modifica di destinazione richiederebbe, oltre alla volontà del Comune, anche l’accordo del proprietario privato». Un’iniziativa privata, sottolineano dal municipio, su un’area destinata a uso produttivo dal 2005. Insomma, l’amministrazione ci tiene a ricordare come ogni cambio di destinazione richiederebbe l’accordo del proprietario, oltre alla volontà politica. Con la riclassificazione a “logistica produttiva” è arrivato anche un incremento di valore dell’area e un riconoscimento economico alla comunità. Principio ora sancito dalla legge regionale 6/2023.
La perizia, spiegano da Palazzo e tema che ha sollevato più di qualche sopracciglio nell’opposizione, è stata eseguita da un professionista esterno, validata dagli uffici comunali e pagata interamente dal privato. «La valutazione economica dell’operazione è stata affidata a un professionista esterno, già validata dal Comune, a garanzia di imparzialità e correttezza tecnica. Le spese della perizia sono interamente a carico del privato, secondo una procedura prevista dalla legge e già applicata più volte in passato. Pertanto, non esiste alcun conflitto di interessi, smentendo le insinuazioni dell’opposizione», precisano.
Sul nodo idraulico, l’amministrazione Cavazzana riconosce come, «va ribadito che la verifica dell’invarianza idraulica non è competenza del Comune, ma esclusivamente del Consorzio di Bonifica, che si pronuncerà seguendo criteri tecnici e normative di settore. Affermare che possano esserci problemi idraulici significa diffondere informazioni tecnicamente errate», replicano.
Dal sindaco arriva anche una stoccata: «Amarezza nel vedere Comitato e Opposizione scegliere la polemica politica a scapito della correttezza tecnica». E il primo cittadino rivendica: «Questo è amministrare con serietà: meno consumo di suolo, più risorse, più servizi». Non mancano precedenti secondo l’amministrazione: già in passato Tribano aveva usato strumenti urbanistici per attrarre imprese, come l’ampliamento di Hiref che portò 60 nuovi posti di lavoro. Oggi nell’area produttiva non c’è un capannone libero.
Sul fronte ambientale, l’Amministrazione ricorda di aver restituito 33mila metri quadrati di superfici cementate al verde rispetto al progetto originale: 27mila per sport e parchi, 6mila da parcheggio a verde.
Sempre da chi amministra Tribano in questo momento, c’è anche lo spazio per un confronto con la realtà battistrada della zona, la città di Padova: «In merito alla differenza tra il polo logistico cittadino e quello nostro, va chiarito che a Padova si è intervenuto su un’area agricola, mentre a Tribano si tratta di un’area produttiva da quasi vent’anni. Contestare un intervento su area produttiva e approvarne uno su area agricola non ha alcuna logica. Nel caso di Padova, peraltro, si tratta di un territorio ancora più esteso, dove l’impatto è maggiore».
Il patto con il privato vale anche 832mila euro destinati a opere e servizi pubblici. Conclude il sindaco Cavazzana «Questi sono i fatti. C’è chi sceglie la via dell’ideologia e del “no” pregiudiziale, e chi come noi adotta un approccio concreto e responsabile. Riconosciamo i diritti acquisiti dei privati, ma in cambio otteniamo vantaggi reali per la comunità: meno consumo di suolo, più risorse economiche, più servizi. Questo è amministrare con serietà».
Il duello tra le due parti su questo tema, così rilevante per la comunità di Tribano e la provincia, è appena all’inizio. Al netto di ogni approvazione in consiglio. Questo è certo.
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