Prima ancora che arrivino i fondi messi in campo dal maxi piano di riarmo Readiness 2030, i gruppi europei della difesa hanno già iniziato a espandere le proprie fabbriche a un ritmo senza precedenti prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Esaminando le immagini satellitari di 150 strutture produttive appartenenti a 37 aziende, dalla Norvegia a Gran Bretagna, Italia e Spagna, il Financial Times ha scoperto che le aree interessate da lavori di costruzione di nuovi edifici e strade sono passate da 790.000 metri quadrati nel 2020-21 a 2,8 milioni di metri quadrati nel 2024-25. Si parla quindi di 7 milioni di metri quadrati di nuovi progetti: un ritmo “tre volte superiore rispetto ai tempi di pace”, favorito dai finanziamenti previsti dall’Act in Support of Ammunition Production (Asap) varato nel 2023 per aumentare la produzione di munizioni e missili all’interno della Ue.
I dati registrati dai satelliti Sentinel-1, che emettono impulsi radar e ne registrano l’eco, suggeriscono che circa un terzo dei siti esaminati è stato ampliato o lo sarà a breve: un “cambiamento generazionale nel riarmo”, lo definisce il Ft, che ha portato l’Europa dalla produzione just-in-time in tempo di pace alla costruzione di una “base industriale per una condizione di guerra più duratura“. Su un totale di 88 siti europei sovvenzionati dai 500 milioni di euro stanziati per il programma Asap, 34 presentano segni di attività edilizia: in 20 ampliamenti rilevanti, con nuove fabbriche e strade, in altri 14 interventi più modesti, come la realizzazione di parcheggi.
Tra i siti con la maggiore espansione c’è quello di Várpalota, nell’Ungheria occidentale: un progetto congiunto del colosso tedesco della difesa Rheinmetall con la società di difesa statale ungherese N7 Holding, che ha avuto come esito un grande sito di produzione di munizioni ed esplosivi per un veicolo da combattimento della stessa Rheinmetall, per il carro armato Leopard 2 e forse per il Panther. Il gruppo del resto ha confermato che la sua capacità produttiva annuale di proiettili da 155 mm è destinata a salire da 70.000 nel 2022 a 1,1 milioni nel 2027. Entro la fine del 2025, secondo il commissario europeo alla Difesa Andrius Kubilius, l’Europa arriverà a produrre circa 2 milioni di munizioni, contro le 300mila del 2020-2021.
Anche la sede tedesca del produttore di missili Mbda a Schrobenhausen – che ha incassato dieci milioni a valere sull’Asap, mostra – agli occhi del radar – i segni di nuove strade e lavori edili in corso su 94mila metri quadri di terreno. Insieme a due aziende partner, il gruppo intende espandere la produzione del missile portatile da spalla Enforcer. La stessa fabbrica ha beneficiato di una commessa della Nato da 5,6 miliardi di dollari per produrre fino a 1.000 missili terra-aria Patriot GEM-T sul suolo europeo. Lavori consistenti si vedono anche osservando le immagini radar dello stabilimento Roxel (da gennaio controllata di Mbda) di Saint-Médard-en-Jalles. Dal canto suo la finnico-norvegese Nammo ha incassato 55 milioni di fondi europei per aumentare la produzione di proiettili, propellente e polvere da sparo e lo stabilimento produttivo di Vihtavuori mostra chiari segni di espansione. E il produttore norvegese Kongsberg nel 2024 ha aperto una fabbrica di missili grazie a un finanziamento da 62 milioni di dollari di cui 10 milioni da Asap.
Spostandosi in Gran Bretagna, la BAE Systems, complice in questo caso un aumento degli ordini dal Ministero della Difesa, ha investito più di 150 milioni di sterline nelle sue fabbriche di munizioni a partire dal 2022 e intende aumentare di sedici volte la capacità produttiva di proiettili da 155 mm nel sito di Glascoed, nel Galles meridionale.
L’articolo non cita stabilimenti italiani, ma dalla cartina pubblicata sul sito emerge un’espansione della “ex Winchester” di Anagni, che finora si occupava di smantellamento, riconversione e riciclo di materiali bellici ma si appresta a diventare – sempre con l’aiuto dei fondi Ue – un polo produttivo di nitrogelatina, sostanza base per i propellenti di missili e bombe.
La Commissione europea, ricorda il Ft, intende ora lanciare un nuovo programma di difesa da 1,5 miliardi di euro – lo European Defence Industry Programme – che, sul modello dell’Asap, prevede sovvenzioni e appalti congiunti per rafforzare la capacità produttiva dell’industria della Difesa. E Kubilius ha detto che l’esecutivo Ue valuta di applicare lo stesso approccio anche ad altri settori strategici, individuando come prioritari la produzione di missili e sistemi di difesa aerea, artiglieria e droni.
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