Energia a km zero per le PMI: con la riapertura del bando FER, il MIMIT mette sul piatto altri 178 milioni per impianti fotovoltaici e mini-eolici a uso diretto
In un’Italia in cerca di equilibrio tra competitività industriale e transizione ecologica, c’è un nuovo incentivo per le piccole e medie imprese che vogliono produrre in proprio l’energia necessaria a sostenere la propria attività. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha infatti riaperto lo sportello “Sostegno per l’autoproduzione di energia da Fonti Rinnovabili nelle Pmi- FER” per la concessione di contributi a fondo perduto destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Un’operazione da 320 milioni di euro, che si inserisce nel quadro della revisione del PNRR, missione REPowerEU, e che punta a rendere il tessuto produttivo italiano più autonomo, sostenibile e competitivo. C’è tempo sino a fine settembre per applicare al bando.
Il bando per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili
Il primo sportello, chiuso a giugno 2025, ha assorbito risorse pari a 133.331.907,00 euro. Il Ministero ha quindi riaperto un secondo bando che conta una disponibilità residua pari a 178.668.093,00 euro, rispetto ai 320 milioni iniziali.
Lo sportello è già operativo e rimarrà aperto fino al 30 settembre. Le imprese interessate potranno dunque presentare un progetto per la realizzazione di un impianto alimentato da fonti rinnovabili, esclusivamente finalizzato all’autoconsumo. Non è consentita la vendita dell’energia in rete né attività speculative in quanto l’iniziativa mira a rafforzare la resilienza energetica delle PMI.
Si tratta infatti di un regime di aiuti volto a sostenere programmi di investimento delle piccole e medie imprese, mediante la concessione di contributi in conto impianti, destinati alla realizzazione di sistemi per l’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare impianti solari fotovoltaici o mini eolici, finalizzati all’autoconsumo immediato. Sono altresì ammissibili sistemi di accumulo “dietro il contatore”, funzionali all’autoconsumo differito dell’energia prodotta.
Le domande possono essere presentate solo tramite la piattaforma informatica di Invitalia e non sono previsti click-day: la graduatoria finale sarà infatti basata solo sul merito progettuale mentre la selezione avverrà in base a criteri quali l’efficienza energetica prevista, la sostenibilità ambientale, la coerenza con i principi DNSH (Do No Significant Harm) e la capacità dell’intervento di garantire un reale impatto sul profilo energetico dell’azienda.
Le spese ammissibili
Il bando finanzia esclusivamente progetti di autoproduzione energetica da fonti rinnovabili, in particolare attraverso impianti fotovoltaici o mini-eolici. Ogni progetto deve avere un costo complessivo compreso tra 30.000 e 1.000.000 euro così suddiviso: le micro e piccole imprese possono ottenere un contributo fino al 40% per l’acquisto e l’installazione dell’impianto principale; le medie imprese, invece, si fermano al 30%; a questa quota può aggiungersi un ulteriore 30% per le spese legate ai sistemi di accumulo e un 50% per eventuali diagnosi energetiche.
C’è poi un vincolo territoriale e sociale preciso: almeno il 40% delle risorse disponibili sarà destinato alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre un ulteriore 40% sarà riservato alle micro e piccole imprese. Una strategia chiara per riequilibrare gli investimenti e promuovere l’innovazione energetica dove serve di più.
Andando a vedere nel dettaglio sono ammesse le spese relative ad una sola unità produttiva dell’impresa proponente per: l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio di beni materiali nuovi, in particolare impianti solari fotovoltaici o mini eolici, sostenuti a partire dalla data di presentazione della domanda di agevolazione; apparecchiature e tecnologie digitali strettamente funzionali all’operatività degli impianti; sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta, purché la componente di stoccaggio assorba almeno il 75% della sua energia dall’impianto solare o mini eolico.
Gli interventi devono essere avviati dopo la data di presentazione della richiesta di contributo e completati entro 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione.
Infine gli investimenti devono includere la realizzazione di una diagnosi energetica redatta da esperti tecnici. Qualora l’impresa risulti già in possesso di una diagnosi energetica in corso di validità, la stessa dovrà essere integrata con gli elementi propri e qualificanti del programma di investimento per il quale sono state richieste le agevolazioni.
A chi si rivolge il bando
Il bando è riservato alle imprese che rientrano nei parametri dimensionali europei per le PMI, con sede in Italia, escluse però quelle operanti nei settori della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca, acquacoltura o nel comparto carbonifero.
Inoltre le imprese che hanno già presentato domanda nello sportello precedente, aperto a marzo 2025, sono escluse salvo che non ritirino la richiesta precedente. Infine, ogni azienda potrà presentare una sola domanda, con un solo progetto.
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