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Il PNRR, le decisioni di Renzi e Nardella. La riflessione di Pierluigi Recati



PNRR © Piano Italia

A Firenze si era tentato di ottenere finanziamenti dal P.N.R.R. per il rifacimento dello stadio di calcio progettato a suo tempo dall’architetto Artemio Franchi, ma l’idea non è stata approvata dall’Europa. Dario Nardella ha fatto tombola, perché lo stadio fiorentino non è affatto un’opera da smantellare e, se proprio si fosse voluto avere uno stadio moderno, forse sarebbe stato il caso di assecondare a suo tempo i progetti dei Della Valle, allora presidenti della Fiorentina, i quali avrebbero realizzato un impianto moderno e produttivo, all’altezza dei tempi.

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Ma lasciamo perdere: è inutile piangere sul latte versato. Il problema vero, e grande, è un altro: la mancanza di proposte progettuali volte a risolvere i problemi di viabilità della città e del suo hinterland da parte degli attuali politici, oggi Sara Funaro. Cosa si aspetta a progettare una viabilità di scorrimento a nord di Firenze che, partendo dall’uscita autostradale di Peretola, prosegua passando per Castello e Serpiolle, per poi dirigersi verso la Bolognese, oltrepassare la Faentina, passare sotto Fiesole fino a Settignano, andare verso Rovezzano e la via Aretina, superare l’Arno e ricongiungersi con il viale Europa in direzione del casello autostradale di Firenze Sud?

È un’opera che, prima o poi, dovrà comunque essere realizzata, se non si vuole che Firenze muoia di asfissia. E quale occasione sarebbe stata più propizia di quella di usufruire del P.N.R.R.? Ma tant’è, sarebbe chiedere troppo che Nardella e compagnia bella si svegliassero e iniziassero a pensare meno alle questioni di partito e più alle necessità di Firenze.

È un’opera importante, lo so, ma quale occasione migliore di quella offerta dal P.N.R.R. per avviare, o almeno iniziare, i lavori per una circonvallazione a nord di Firenze, che nessuno avrebbe potuto negare? Tutte le grandi città, come Milano, Roma, Venezia e Bologna, sono dotate di circonvallazioni capaci di sostenere e smaltire il traffico di scorrimento che le circonda. Ma i politici attuali non vogliono che Firenze si sviluppi al pari delle altre grandi città storiche italiane: la crescita li spaventa, il progresso e lo sviluppo li fanno temere di perderne il controllo amministrativo.

Ora, Nardella non pensi che con quella rete di tramvie che ha realizzato si possa risolvere il problema della viabilità automobilistica fiorentina: semmai, la situazione è peggiorata. Quindi, siamo punto e a capo. I politici attuali si ricordino di essere gli eredi di Leonardo, Michelangelo e del Brunelleschi, e agiscano di conseguenza. Non è certo che a Firenze manchino persone capaci di progettare opere di alta ingegneria: ovviamente non possiamo far rivivere i Medici come committenti, ma basterebbe uscire dal contesto, sempre presente, della contrapposizione tra Guelfi e Ghibellini, per portare al comando uomini con la fantasia necessaria a credere che Firenze possa ancora essere la città più importante al mondo per cultura e opere d’arte.

In questi giorni, dal Mugello mi sono dovuto recare a Firenze, in piazza Donatello: non vi dico il traffico che ho trovato a partire dalla via Bolognese, passando per via Salviati e via Faentina, fino alle Cure, viale dei Mille e infine ponte al Pino. Il traffico automobilistico era completamente bloccato e non ho potuto onorare l’appuntamento che avevo, arrivando con due ore di ritardo. Mi dicono che tale situazione non sia affatto sporadica, ma presente quasi ogni giorno.

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E allora io mi chiedo: è mai possibile che il sindaco Nardella, oggi Sara Funaro, non si renda conto che siamo al limite della sopportazione? Non sarebbe mai troppo tardi per programmare una circonvallazione a nord di Firenze che parta da Castello, passi da Serpiolle, oltrepassi la Bolognese e la Faentina, attraversi sotto Fiesole, prosegua per Settignano e Rovezzano, superi la via Aretina e l’Arno, fino a raggiungere il casello autostradale di Firenze Sud. Forse Dario Nardella e oggi Sara Funaro non hanno la fantasia sufficiente per simili progetti; in tal caso, lascino il posto a chi ce l’ha.

Siamo stufi di vedere la carica di sindaco della città metropolitana di Firenze occupata da persone che con la città e il suo contado non hanno nulla a che fare e non possiedono la sensibilità dell’animo fiorentino. Non è possibile che, nella patria di Dante, non vi siano figure dotate della fantasia necessaria per amministrare Firenze all’altezza dei tempi. Meglio sempre un Matteo già noto, che di fantasia ha dimostrato di averne da vendere.

Matteo, lascia Roma a chi di dovere e torna a Firenze, la tua città, dove c’è tanto da fare: la tua fantasia servirebbe a far tornare Firenze e la Toscana al posto che spetta loro di diritto. Gli attuali politici non hanno le capacità per amministrare né Firenze né la zona metropolitana. È il momento di fare un salto di qualità e affidare la guida di Firenze e della Toscana a uomini con almeno un minimo di fantasia, per non perdere il treno di uno sviluppo degno delle tradizioni degli antichi progenitori, che hanno reso celebri in tutto il mondo le opere e le imprese fiorentine.

Forza, forza, forza, Fiorentini e Toscani tutti! Diamoci una svolta, cambiamo mentalità e aspetto alla nostra città e al nostro territorio, e facciamo rivivere a questa parte della nazione il ruolo che ebbe nel Quattrocento e nel Cinquecento, quando insegnò al mondo cosa significhi il risorgimento fiorentino.

Articolo a cura di Pierluigi Recati





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