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La quotazione in borsa è la risposta più efficace ai dazi imposti da Trump




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Ultim’ora news 13 agosto ore 20


La minaccia prima e l’inasprimento poi dei dazi e da parte degli Stati Uniti su alcuni prodotti europei, inclusi beni chiave del Made in Italy, rappresentano una sfida importante per le nostre imprese, in particolare per le pmi. Settori come agroalimentare, tessile, meccanica e design potrebbero dover affrontare un incremento dei costi di esportazione e una pressione sui margini.

Tuttavia, la storia recente dimostra che le aziende italiane – e in particolare le pmi – hanno saputo distinguersi per flessibilità, capacità di innovare rapidamente e velocità di adattamento a contesti di mercato mutevoli. È proprio grazie a queste qualità che, anche in passato, sono riuscite a trasformare momenti di tensione commerciale in occasioni di riposizionamento strategico, conquistando nuovi spazi sui mercati internazionali.

Oggi più che mai serve un approccio proattivo: diversificazione dei mercati di sbocco, investimenti in digitalizzazione, ottimizzazione logistica, sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto e promozione nei mercati extra-Ue possono ridurre l’impatto di eventuali barriere tariffarie e rafforzare la competitività. Anche l’utilizzo di piattaforme e-commerce globali e di strumenti finanziari innovativi può accelerare l’accesso a nuovi clienti, superando limiti geografici e burocratici.

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Finanza strategica e capitale paziente

In questo quadro, il ruolo della finanza è cruciale. Molte pmi hanno asset solidi – know-how tecnico, qualità del prodotto, reti commerciali – ma necessitano di capitali pazienti per finanziare la trasformazione digitale, l’espansione internazionale e l’eventuale riconversione produttiva. La borsa, sostenuta da corner investor, e operazioni Pipe (private investment in public equity) possono fornire risorse mirate, rapide e di lungo termine, rafforzando la struttura patrimoniale e riducendo la dipendenza dal credito bancario.

Le operazioni Pipe permettono a holding di investimento specializzate di entrare nel capitale di società quotate con un approccio industriale, portando non solo finanza, ma anche competenze manageriali, relazioni internazionali e supporto strategico. Questo si traduce in interventi concreti come la ridefinizione della supply chain, l’apertura di filiali o joint venture all’estero per aggirare barriere tariffarie, o l’accesso a reti globali di distribuzione e partnership.

Secondo l’osservatorio Private Capital Italia 2025, il 47% delle operazioni del primo semestre ha riguardato pmi manifatturiere esportatrici, con una crescita del 19% rispetto al 2024: proprio nei settori oggi più esposti ai dazi. Ma senza un cambio di mentalità, il timore di «perdere il controllo» o la scarsa cultura finanziaria rischiano di frenare la crescita. In un momento in cui il fattore tempo è decisivo, aprirsi a capitali qualificati e competenze strategiche può fare la differenza tra limitarsi a resistere e cogliere opportunità di espansione.

Il ruolo delle istituzioni

In questo contesto, è essenziale che il governo acceleri l’attuazione concreta degli incentivi, superando le lentezze burocratiche che troppo spesso frenano l’efficacia delle misure già previste. Il Pnrr rappresenta un’occasione unica, ma le risorse devono tradursi in interventi rapidi, accessibili e realmente utili per le imprese.

È prioritario snellire le procedure e colmare il divario tra annunci normativi e operatività sul campo.

Le pmi non possono più permettersi di restare bloccate in una fase di attesa, dopo anni di rallentamento degli investimenti dovuti sia a tassi di interesse elevati sia ad un contesto macroeconomico incerto. Serve un impegno deciso e immediato per trasformare gli strumenti esistenti in leve concrete di rilancio produttivo, stimolando investimenti in innovazione e digitalizzazione, fattori oggi imprescindibili per restare competitivi in uno scenario globale.

Il supporto delle istituzioni, italiane ed europee, rimane essenziale: fondi Pnrr, incentivi fiscali per l’internazionalizzazione e programmi di accompagnamento all’export possono fornire l’ossigeno necessario per affrontare questa transizione. I dazi americani sono solo un tassello di una competizione globale sempre più intensa: le pmi italiane hanno l’opportunità di rilanciare con coraggio, investendo in innovazione, sostenibilità e nuovi mercati. È una sfida impegnativa, ma anche un’occasione per un salto di qualità dell’intero sistema produttivo. (riproduzione riservata)

*consigliere esecutivo
di First Capital

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