Una parte della laguna veneta vista dall’alto. Crediti Foto: Getty Images
In un angolo fragile del Veneto, tra i solchi di una terra provata dal cambiamento climatico, qualcuno ha scelto di seminare speranza, anzich� restare a guardare. Dimenticate per un attimo le nozze faraoniche di Bezos, le polemiche sul turismo mordi e fuggi e le cronache sull’acqua alta. Oggi Venezia torna a far parlare di s� per un motivo diverso: finalmente positivo. � nato il progetto “Biodiversit� e paesaggio rurale nei Bacini Idraulici di Cona e Cavarzere”, un’iniziativa, finanziata dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Regione Veneto, che riunisce imprese agricole, istituzioni e comunit� locali sotto l’egida di un obiettivo ambizioso: rigenerare gli ecosistemi lagunari attraverso un’agricoltura curativa, non solo produttiva.
Nel cuore della laguna veneta � nato un progetto che unisce agricoltura e tutela ambientale. Si chiama “Biodiversit� e paesaggio rurale nei Bacini Idraulici di Cona e Cavarzere” e coinvolge 7 aziende agricole che hanno trasformato 25 ettari di ex colture intensive in aree naturali. Grazie alla fitodepurazione, una tecnica che usa piante e suolo per pulire l’acqua, si riducono l’inquinamento e i rischi per la laguna, migliorando anche la qualit� dell’acqua potabile. Sono stati piantati alberi, siepi e arbusti per favorire il ritorno di animali e insetti impollinatori
Ad accompagnarci tra i terreni coinvolti, veri e propri incubatori di biodiversit� a sud della Serenissima, � Oreste Del Re, tecnico del Consorzio Adige Euganeo (ente capofila). �Il progetto interessa soprattutto l’area costiera�, spiega a Pianeta 2030. Pi� nello specifico, l’intervento si estende su 25 ettari – pari a 21 volte Piazza San Marco – un tempo sede di colture intensive, oggi trasformati in paesaggio vivo. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, entro il 2150 il mare potrebbe salire fino a 3,47 metri sopra la stazione di Punta della Dogana, con 226 chilometri quadrati a rischio sommersione. Intanto, l’abbassamento degli alvei fluviali favorisce la risalita del cuneo salino, mettendo a rischio irrigazioni e colture: una spada di Damocle che pende sul capo di Venezia.
Vantaggi per la collettivit�
Ecco il motivo per cui sette aziende agricole del posto, con il supporto di Coldiretti e Cna, si sono riunite in un’associazione temporanea: ciascuna ha rinunciato a un lembo di terra per renderlo un avamposto di fitodepurazione, ma in cosa consiste questa tecnica? � un sistema naturale di depurazione in cui piante e suolo agiscono come filtri biologici: trattengono azoto e fosforo, evitando che finiscano nella laguna. Se non intercettati, questi nutrienti alimentano la crescita eccessiva di alghe, provocando anossia e soffocamento della fauna acquatica. Inoltre, le piante contribuiscono ad assorbire sostanze inquinanti, riducendo il rischio di contaminazioni ambientali. �L’acqua che arriva ai centri urbani passa per fossi e canali agricoli�, aggiunge Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio Adige Euganea. �Ci� significa che quella che scorrer� dai rubinetti veneziani sar� pi� sicura�. E ricorda con orgoglio: �Siamo stati i primi in Italia a introdurre questa tecnica�.
Le sfide e il futuro
Filari, siepi, essenze arboree e arbustive ridisegnano uno spazio prima monotono, restituendo cos� alla natura la funzione che pi� le pertiene: custodire la vita. �Ora, grazie a questi interventi di piantumazione, potranno tornare insetti impollinatori, fagiani e altri uccelli�, racconta Italo Birolo, agricoltore e rappresentante di Confagricoltura. Il progetto si inserisce nel Piano Strategico Nazionale della Pac 2023—2027. Le prime fasi sono state gi� complicate. �� un ritorno al passato, ma in senso evolutivo�, commenta Bertin. Massimo Gargano, direttore generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la gestione del territorio, lo definisce un esempio di approccio olistico, in cui l’agricoltore diventa agente proattivo. Le sfide non mancano, considerando che nei terreni impiegati nella fitodepurazione non sar� possibile usare sostanze chimiche. �Rimanere competitivi potrebbe non essere semplice�, conclude Birolo. Quando tutto sembra remarci contro, resta chi ha il coraggio di agire e credere ancora nella terra.
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